Endurance 60, prova in mare a Cannes

Al Yachting Festival di Cannes non facevo altro che pensare all’Endurance 60. Desideravo provarla in mare questa imbarcazione di Pardo Yachts, che si è già svelata al pubblico come futuristica, innovativa, diversa e assolutamente filosofica. Dentro al paradigma della nautica firmata Cantiere del Pardo, con l’Endurance 60 si declina una sostanza che parla di continuità fra gli spazi interni e quelli esterni; sostenibilità dei materiali utilizzati, silenzio durante la navigazione e bassi consumi. Poi ci sono le propulsioni: due motori di serie Volvo IPS 700, che spingono uno scafo ottimizzato appositamente. 

Come navigherà in mare l’Endurance 60? Si pone simile a una navetta, anche se Endurance 60 si spoglia con gran classe dalle forme tipiche in dote ai tawler, rivisitandole e ammodernandole a tal punto da risultare bellissima e al limite del futuristico. Ma nonostante Endurance 60 venga assimilato a una navetta, a causa della carena semi-dislocante, in realtà le sue prestazioni smentiscono i facili accostamenti. 

Endurance 60 è concepito per navigare bene sia in dislocamento a 10/12 nodi, che in planata. E, lo ripetiamo, gli studi CFD sulla carena risultano intensi e attingono molto dagli scafi dei Grand Soleil costruiti da Cantiere del Pardo. Il compromesso dislocamento/prestazioni è raggiunto.

Endurance 60 durante la prova in mare naviga benissimo. Lo fa grazie a un’ingegneria curata attentamente da Davide Leone, che ha progettato una barca il cui dislocamento a pieno carico raggiunge quasi il peso di 34,7 tonnellate.

La mattina della prova in mare raggiungo l’ormeggio dell’Endurance 60 a Port Canto. La prua inconfondibile offre subito tutto il feeling classico dei Pardo Yacht. Mi tolgo di dosso la giacca e dimentico l’atmosfera festosa del Salone.  

Chiediamo il massimo

A una velocità massima di 19 nodi, raggiunta senza che potessi accorgermene troppo, il display indica 2.280 giri e i consumi si attestano a 238 Lt/h. L’Endurance 60 è come un prodigio marino che in simbiosi con il suo ambiente assorbe, accetta e sopporta, tutto alla perfezione. Prima di tutto il mare, che intanto tuttavia si è formato impedendoci di raggiungere i 23 nodi di velocità massima. E l’acqua, che l’idrodinamica dello scafo plasma alla perfezione e ne rifiuta anche il minimo schizzo a bordo. Poi il vento, che si adatta davvero bene alle linee dell’arco imbarcazione. Sì il buon vento mi avvolge senza turbinare affatto fastidiosamente sul flybridge, protetto da un’ampia vetratura semicircolare. 

Scendo a poppa perché la scia merita tantissimo: delineata com’è perfettamente in una V trionfale, non c’è nessuna sbavatura a inficiarne l’andamento. In navigazione, anche alla velocità massima, lo yacht mostra una stabilità eccellente e non è affatto difficile muoversi a bordo da un ambiente all’altro. Al comando viro come a disegnare un cerchio sullo specchio d’acqua. Endurance 60 risponde indomito: stabilità e sicurezza sa esprimerle a dovere anche nelle accostate.

Prestazioni al top per una notte di crociera

A velocità di crociera lo yacht è assolutamente silenzioso e non ci sono vibrazioni bizzarre. Misurata in decibel, la grande tecnologia in nostra dotazione segna 59 decibel di “silenzio”. Ciò considerando che la scienza acustica spiega che i suoni intorno ai 55dB risultano ancora «piacevoli». A chi non piacciono poi i suoni dei due motori (opzionali) Volvo IPS 800 ? Visti con i miei occhi, una volta sceso in sala macchine, passando direttamente attraverso la cabina poppiera dell’equipaggio, sono di una bellezza esilarante. Cabina crew che, a proposito, offre la privacy giusta per tutti. È fra l’altro accessibile direttamente dalla beach-area poppiera ed è dotata di due letti e un bagno privato. 

Silenzio in crociera naviga l’Endurance 60

Parlavamo di quiete a bordo. È innegabile. A porte chiuse nel cockpit si naviga in santa pace ed è quello l’obbiettivo del progetto Endurance 60, che nasce definitivamente come una “day & night boat”. Pensata per le crociere notturne e i bagni in rada di giorno. Sì perché quando l’Endurance 60 si ferma, subentrano ancor di più l’armonia degli spazi e l’eleganza degli interni. Le murate nel pozzetto si aprono elettricamente ed è lo scenario teatrale di una vera terrazza ultra lusso, con tutto il bello che ne consegue in termini di aderenza alla superficie dell’acqua.

L’effetto panoramico e di comfort che regala la terrazza, incita a vivere al cento per cento l’imbarcazione. Che è magnetica perché attira i naviganti da ogni punto: dalla poppa ai passavanti ultra spaziosi, accentrandosi su un cockpit arredato meravigliosamente. Insomma, lo confermiamo, «l’armatore è al centro del progetto» ma l’Endurance 60 spesso gli ruba la scena per restituirgli una navigazione ottimale.   

Interni integrati con gli esterni

Un mosaico di bellezze è l’Endurance 60, perché sono tante le tessere a combinare la perfezione che sa regalare.

La prima è quella di possedere un’imbarcazione che in 18 metri di lunghezza fuori tutto e un baglio di 5,10, offre spazi importanti, perché sono pensati per espandersi donando un senso d’infinito alla dimensione di bordo. Endurance 60 è una «open-boat» per eccellenza.

Basta pensare alla master cabin a tutto baglio, concepita nella parte centrale appositamente per dotarsi di altezze importanti. La cabina Vip, prodiera, disponibile in doppio layout con letto matrimoniale oppure i “gemelli” accostati. In più c’è la cabina guest che, come tutte le altre, ha il suo servizio privato (bellissimo).

Gli interni, curati da Nauta design, si presentano moderni, sempre illuminati dalla luce naturale, e da un sofisticato sistema di luci a LED che crea atmosfere affascinanti a notte. Guardo con meraviglia la terrazza di poppa, con le murate che si rivoltano elettricamente, le porte del cockpit che si aprono in intero e le sue finestrature che scendono, liberando il salone dagli ostacoli senza limiti, sia sui passavanti che sulla poppa. C’è tanto spazio.

Anche Victor, il capitano incaricato dall’armatore mentre pilota dalla plancia lussuosa del cockpit, mi conferma che l’imbarcazione «è un gioiello», senza mezzi termini. Guardo il flybridge dal main deck: davvero a misura d’uomo ma spazioso e proporzionato.

Non incute il senso di altezza di una “cattedrale” sul mare, anzi è livellato in una maniera idonea per la dinamica della navigazione e rispetta doverosamente l’estetica dell’imbarcazione.

E poi Endurance 60 è personalizzabile scegliendo materiali, tessuti e colori. Che l’armatore, un parigino,  ha voluto virando su una palette dal grigio a un chiaro, non azzardatamente color champagne. In somma è vero: «Lo stile intramontabile del lower deck dell’Endurance 60 è la sintesi di un lusso autentico». 

Endurance 60: i dati della prova

      RPMVelocità KnotsRumore dBFuel Lt/h Serbatoio acqua 83%
        1.0006,75213 Serbatoio carburante 2.300 lt
        1.2007,65620
        1.4008,65631
        1.6009,65743
1.80010,75959
2.000115989
2.20011,860117
2.40012,861155
2.60015,263187
2.80018,666237
2.88019,166238velocità massima rilevata

Endurance 60: scheda tecnica

Lunghezza fuori tutto18 m
Lunghezza scafo16,50 m
Lunghezza al galleggiamento16 m
Baglio massimo5,10 m
Pescaggio0,80 m (chiglia) – 1,20 m (motori IPS)
Dislocamento a pieno caricocirca 34 t
Serbatoio gasoliocirca 2.500 lt
Serbatoio acquacirca 1.000 lt
Motorizzazione2 x Volvo IPS 700 cv (800 cv opt.)
Andrea G. Cammarata

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