Nasce per macinare tante miglia, in autonomia e sicurezza, ed è il frutto della collaborazione tra lo studio milanese H3O e il progettista e navigatore Pierpaolo Ballerini. È uno scafo pensato per “armatori evoluti”, che abbiano alle spalle una buona esperienza di navigazione.
Il 46 Explorer, così come ce l’hanno raccontato i suoi progettisti, è il frutto di un lungo lavoro di ricerca che riguarda tutti gli aspetti della barca (scafo, coperta, rigging, interni) per far sì che l’antica idea della navigazione senza limiti incontri le nuove tecnologie e il meglio in termini di materiali e lavorazioni. Non pensate quindi ad un progetto legato alla tradizionale idea di barca da oceano che ha nella pesantezza (e nella lentezza) la garanzia per arrivare sani e salvi in porto. Pensate esattamente l’opposto.
Il disegno della carena vive sulla base di due principi fondamentali: mantenere medie giornaliere elevate; un passaggio sull’onda dolce e neutro, sempre, in ogni condizione. Quindi non la caccia a performance estreme in particolari condizioni (o di bolina o alle portanti, oppure con poco o tanto vento) ma una carena all-round, che non venga messa in crisi dall’onda formata, e che garantisca un passo sempre elevato.
In quest’ottica rigging e coperta sono pensati per avere una continuità di prestazioni, da prua a poppa ci sono: Code Zero, fiocco e trinchetta autovirante. Tutti già pronti e facili da gestire, a seconda delle condizioni meteo che si incontrano.
L’Explorer 46 è lungo 13,99 metri per, 4,50 di larghezza per un dislocamento a vuoto di 11,5 tonnellate, ha la deriva mobile, doppia timoneria e un pozzetto profondo, ben riparato e dall’originale disegno asimmetrico. Tutte le manovre sono rinviate al timoniere, grazie anche all’uso di un quinto winch, centrale. Il roll-bar elimina il problema della scotta di randa in mezzo al pozzetto, senza però dover rinunciare al trasto.
Due le configurazioni previste per gli interni, a due o tre cabine e con due bagni. All’armatoriale a V di prua si aggiungono una seconda doppia a poppa ed un eventuale terza cabina a letti sovrapposti lungo la murata di dritta (che, nella configurazione a due cabine, diventa un grande gavone tecnico con tavolo da lavoro).
La cucina, dalla pianta a U, è a prua, appena dietro la cabina armatoriale. Tra le virtù dell’Explorer 46 c’è anche una vera pilot-house con una visibilità a 360° (anche verso poppa) sull’orizzonte. La postazione di pilotaggio prevede anche una seconda leva del motore e il controllo dell’autopilota per governare la barca al caldo e al sicuro in ogni condizione.