Avevamo già parlato di Capo Horn, di traversate atlantiche e altre navigazioni da romanzo di mare. Ci mancava ancora uno dei mostri sacri della navigazione, il Golfo del Leone. Già il nome è un programma… e io conosco persone, adulte e vaccinate, che ancora tremano a pensarci.

Se non siete dei navigatori forse non vi è chiaro neppure dove si trovi il Golfo del Leone: è la grande insenatura del sud della Francia, dal confine con la Spagna ad Ovest fino alla Provenza a Est. La sua posizione geografica fa si che qui si possano alzare alcuni tra i venti e le onde più terribili del Mediterraneo. Il golfo si trova infatti allo sbocco della lunga valle del Rodano, che attraversa tutta la Francia, portando con sé per chilometri e chilometri il vento di Nord Ovest e facendolo arrivare a velocità che non di rado superano i 35/40 nodi quando arrivano in Mediterraneo, soprattutto se ci si trova nella particolare situazione di una bassa pressione in Tirreno e di un’alta pressione nel Golfo di Biscaglia.

Non c’è da stupirsi che il Golfo del Leone sia la bestia nera di tutti i navigatori mediterranei, e il suo attraversamento richiede il massimo della cura nella pianificazione. Si devono ovviamente tenere bene d’occhio le previsioni meteo, per assicurarsi di non trovarsi là in mezzo con il rischio di incontrare vento e mare più forti di quelli che possiamo gestire. E si deve studiare bene la rotta: non sempre la via più breve che congiunge due punti è (in navigazione) una retta, e a volte è decisamente meglio aggirarli, certi ostacoli. Spesso la cosa più saggia da fare è navigare sotto costa, ridossati, e con la possibilità di entrare in un qualche porto se necessario. Soprattutto non si deve sfidarlo, il Golfo del Leone, perchè sa davvero essere tremendo. Tutti i navigatori conoscono la tragedia del Parsifal, uno Sciarelli di 16 metri in gara nella classica Transat des Alizes del 1995, che si trovò in mezzo al golfo durante una terribile burrasca da Nord Ovest, mentre altre barche avevano deciso di non partire, o di navigare sotto costa. Un’onda anomala la sdraiò, e all’arrivo dei soccorsi solo tre dei nove membri dell’equipaggio furono trovati in vita.

 

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