Omero è un nome che non si scorda facilmente, e chissà se ha contribuito a fare grande la storia di Omero Moretti, uno degli skipper più conosciuti in Italia, soprattutto perché dal 1992 a oggi ha traversato l’oceano Atlantico a vela più di 30 volte. Ha anche formato parecchi dei marinai italiani che oggi navigano, per piacere o per mestiere, ha aiutato tanti appassionati a realizzare il proprio sogno di traversare un oceano a vela, ha avvicinato al mare tantissime persone facendo charter in Mediterraneo d’estate e ai Caraibi in inverno. E ha tante di quelle storie da raccontare sul mare, sulla gente, sui luoghi, che un libro non basterebbe a contenerle tutte (e in effetti pare che un libro lo stia finalmente scrivendo).
Omero ha cominciato ad andare per mare da ragazzo, incontrando casualmente la sua prima barca a motore in Liguria nei primi anni ’70: in un crescendo di cavalli, lunghezze fuori tutto e infine di passione è passato alla vela, dai Vaurien in su, e ha deciso di dedicare la sua vita alla navigazione e alle barche. Decisione non facile per un emiliano DOC, cresciuto lontano dal mare, già avviato negli affari come modellista meccanico, e per diversi anni Omero ha tenuto i piedi in due staffe. Faceva su e giù da Carpi a Bocca di Magra con un Bedford rosso, navigando ogni volta che ne aveva l’occasione per fare esperienza e accumulare miglia, perché navigare in quegli anni era molto diverso da oggi: niente strumenti elettronici, niente rullafiocchi, niente eliche di prua, niente meteo a portata di cellulare, anzi, niente cellulare.
Dopo 20 anni di navigazione in Mediterraneo, dalla Liguria alle Baleari, dalla Corsica alle Eolie, dalla Croazia alla Grecia, ha fatto l’unica cosa che si poteva fare per continuare a vivere in mare: ha comprato una barca più grande, Hélène III (un prototipo costruito dal cantiere Mostes di Genova), e ha cominciato a traversare l’Atlantico a vela. Le prime traversate Omero le ha fatte usando il sestante per fare il punto nave, senza GPS a bordo – “magari già esisteva, non lo so, ma io non me lo potevo comunque permettere”, dice. E ancora oggi anche se a bordo della sua barca, Freya (un Sun Odyssey 51), ci sono due GPS, due radar e due piloti automatici – “due di tutto” è uno dei suoi motti per navigare in sicurezza – quelli che scelgono di traversare con lui hanno l’occasione di imparare ad usare il sestante, perché è sempre bene avere un piano B…
Il mare Omero lo porta addosso: navigare è la sua vita, segue una propria “filosofia del mare”, vive in simbiosi con la sua barca, sa leggere le nuvole e le onde, e ha anche quell’aria un po’ burbera da lupo di mare che non si può non avere dopo più di 30 anni passati navigando migliaia di miglia a vela. E soprattutto ha una dote rara tra i navigatori: il piacere di condividere la propria barca, e le emozioni del mare e del vento, con altre persone.
Omero naviga per mestiere, oltre che per passione, ma se gli dite che è fortunato a poter fare della propria passione un lavoro puntualizza: “Fortunato, sì, ma l’ho anche voluto, conquistato, non mi sono tirato indietro di fronte alle prime difficoltà, e soprattutto ho fatto delle scelte. Non deve per forza piacere a tutti, andare per mare facendo charter, ma a me piace davvero, e credo che sia perché ho tanto sognato e desiderato di vivere in mare, a contatto con la natura e le persone. Quando lavoravo in officina, dopo 12 ore alle macchine tornavo a casa, mangiavo e poi avevo a malapena la forza di guardare la TV. Oggi passo le serate in pozzetto a parlare con medici, avvocati, attori, musicisti, imprenditori: è una ricchezza inestimabile per me, e se in cambio devo navigare un po’ anche quando resterei volentieri in rada, beh, mi pare che non ci si possa proprio lamentare…”.
E dopo tanto andar per mare, Omero un luogo dove sentirsi a casa l’ha trovato: non in Grecia, per ora, ma tra la Sardegna e la Corsica, nelle Bocche di Bonifacio, uno dei pochi posti in Mediterraneo dove non si sente la mancanza del vento dell’oceano. È lì che potete trovare Omero e Freya d’estate, per provare in una settimana di vacanza in uno dei mari più belli del mondo cosa vuol dire vivere in barca, e di sicuro ascoltare qualcuna delle sue affascinanti storie.