Si chiama Mahi ed è la prima imbarcazione autonoma e alimentata esclusivamente a energia solare a completare una traversata atlantica. Partita il 22 settembre 2021 da Coruña, in Spagna, dopo avere percorso 8000 chilometri di mare in sei mesi, Mahi ha raggiunto nei giorni scorsi le coste della Martinica, registrando così l’importante primato.
Il motoscafo misura appena 4 x 1 x 0,5 metri ed è stato progettato da un gruppo di ingegneri belgi, che lo hanno realizzato con materiali compositi. Il mezzo, di straordinaria leggerezza e al contempo robustezza, comunica con la terraferma attraverso un modem di bordo, un gps e un sistema di identificazione automatica. Ma la parte forte di questa avanguardistica imbarcazione è il software auto-sviluppato, il vero e proprio “cervello” dell’imbarcazione, che gira su microprocessori incorporati per guidare, comunicare e gestire i flussi di energia a bordo.
Altrettanto interessante è l’impianto elettrico di bordo, composto da due pacchi batteria Torqeedo, pannelli solari Solbian e svariate utenze elettriche come il motore elettrico sempre di Torqeedo, le pompe di sentina, l’attuatore dello sterzo e l’elettronica. A bordo sono poi installati sensori di temperatura, conducibilità e ossigeno disciolto, nonché telecamere, AIS e vari altri dispositivi che rendono Mahi completamente autonoma.
Nonostante l’elevato livello tecnologico, il viaggio di Mahi non è stato tuttavia privo di intoppi. A gennaio, infatti, la piccola nave ha perso il collegamento satellitare, ma nonostante ciò ha proseguito in autonomia il suo viaggio fino a raggiungere l’approdo finale che i suoi progettisti si erano prefissati. Ora però i proprietari dovranno raggiungere l’isola delle Antille per recuperare l’imbarcazione.
Il traguardo raggiunto da Mahi apre ora la strada a una serie di interessanti applicazioni per il futuro della nautica. La piccola barca autonoma, ecosostenibile e intelligente potrebbe infatti essere utilizzata per misurare parametri atmosferici e oceanografici nel mondo, oppure svolgere gli stessi compiti attualmente affidati ai droni, ovvero il trasporto di merci, ma attraverso gli oceani. Ancora, barche come Mahi potrebbero essere impiegate per ispezionare regioni marine eco-sensibili, parti cruciali nei parchi eolici offshore e tratti di mare difficili da raggiungere.
Maggiori informazioni su Mahi, sulla sua realizzazione e sul suo viaggio si trovano sul sito ufficiale del progetto dove è stato anche possibile seguire il lungo tragitto dell’imbarcazione fino al 17 gennaio scorso, quando cioè ha perso il collegamento satellitare.