Andrea e Chicca ed il loro “Mai Stracc”, un trentasei piedi, in giro per il mondo

mai stracc genovaChi segue la vela, anche sui social network, non ha potuto non imbattersi in loro: i velisti da tablet.

Quelli che sanno sempre tutto su come si arma una barca, si conduce una barca, si disegna una barca, si arreda una barca, si compra una barca, si vende una barca.

E, naturalmente, comodamente seduti a casa propria si sentono in diritto di insegnarlo agli altri con una certa impazienza e aggressività didattica.

In uno di questi scambi educativi mi sono imbattuta in un momento dialettico surreale ai limiti del sublime.
Si commentava la foto di una dinette esposta al Salone a Genova: piuttosto minimal, geometrica e dai colori neutri come usa in questo periodo.

De gustibus disputandis

Può piacere o non piacere, per carità. Ma c’era un evangelista delle barche di quando si stava meglio quando si stava peggio che non voleva sentire ragioni.

mai straccTra i vari che cercavano inutilmente di ricondurlo a sobrietà ho intravisto un commento di Andrea Pestarini, a cui il giustiziere digitale rispondeva “E allora? Spendi pure cinquecentomila euro per un interno da roulotte“. Che brutta figura. Soprattutto visto che Pestarini era da poco approdato a Genova con la sua “roulotte”, il Mai Stracc, che ha appena riportato indietro da Panama. Da solo.

Da solo infatti, o con la moglie Chicca e con il gatto, o talvolta con ospiti tra i mille amici che ha incontrato nei sette mari, Andrea ha navigato su Mai Stracc per ventitré anni, macinando trecentomila miglia (trecentomila!), dal Mediterraneo alla Polinesia, dall’Antartide all’Alaska.

Mai Stracc: “mai stanco”, in milanese. Perché, sì, Andrea è un altro dei navigatori che la pianura della scighera e della madunina ha donato all’oceano. Imbarcato a quindici anni, nel 1995 è partito su Mai Stracc e, non essendo mai stanco, non si è ancora fermato.

La roulotte

ushuaiaMai Stracc è un Westerly 36′ ketch del 1975. In altre parole è una barca medio-piccola, in vetroresina, e con qualche annetto sulle spalle.

Trentasei piedi per vivere e navigare per ventitré anni prima da solo e poi in due oltre Panama e fino alla Malesia, passando per le Hawaii, le Marchesi, le Tuamotu, le Isole della Società, la Polinesia, la Nuova Zelanda.

Poi su fino in Alaska, poi giù di nuovo in Pacifico, via San Francisco e Baja California, fino a Thaiti. Senza dimenticare l’Antartide e Capo Horn.

mai stracc dipolo

Una barca che farebbe felici quelli che difendono il modo di navigare di una volta, senza troppa elettronica da diporto ma senza lesinare sull’indispensabile per navigare: radar e gps, strumenti del vento, log, sonar, vhf e telefono satellitare. E con molta attenzione al pilota automatico (anzi, a bordo ce ne sono tre).

Con un generatore eolico e due pannelli solari – di quelli rigidi, attaccati alle draglie e reclinabili in falchetta – la barca è perfettamente autosufficiente dal punto di vista energetico e non si attacca mai alla corrente in banchina.

Verso la pala eolica sale anche un’antenna a dipolo che Andrea ha montato spendendo pochi dollari e con cui è stato possibile comunicare anche in Alaska e in Antartide dove la copertura satellitare è scarsa.

Viaggiatori del mare

Andrea e Chicca sono fatti così: hanno doppiato Capo Horn e hanno navigato tra gli iceberg ma poi si vantano dell’antenna radio fatta in casa e dei paglioli appena cambiati.

mai stracc dinetteChicca orgogliosissima mi mostra la parte cambiata da lei, e poi la cabina matrimoniale – ampia ma più intima che sontuosa – a poppa. Poi scende a terra, sparisce per tre minuti e quando la raggiungiamo ha già fatto la doccia.

Chicca e Andrea, dicevo, sono fatti così: ti conoscono da dieci minuti e ti invitano a cena.

A cena ci sono anche Antonio che ha vissuto 1165 giorni da uomo libero navigando in tutti gli oceani del mondo, e ha una carica di entusiasmo contagiosa e un’energia che non sai dove la prenda.
Tristan, giovane franco-californiano che è arrivato via mare dagli Stati Uniti e in tre settimane ha già imparato l’italiano. Corrado che non osa dirlo ma sta aspettando il momento buono per partire. Io, che finalmente mi sento a casa.

mai stracc cucinaAll’interno la barca è arredata in teak come piace a quello che detestava le roulotte. Completamente coibentata con 5 cm di materiale espanso applicato dall’interno a tutta la tuga e le fiancate, senza perdere in abitabilità ed estetica. Aria condizionata? Non serve.

Water maker? Sopra al pozzetto Andrea ha montato un tendalino, al cui centro ha inserito un ombrinale che lo trasforma in un grande imbuto per raccogliere l’acqua piovana. A bordo ci sono tre serbatoi per l’acqua dolce, accuratamente separati per non rovesciare tutto in sentina in caso di rottura. Tutto studiato e riadattato per ridurre al minimo le riparazioni.

Andrea deve conoscerla punto per punto, questa barca. Negli anni l’ha completamente riarmata e riorganizzata, ci tiene a raccontarmi come tutto sia in perfetta efficienza e come nel viaggio da Panama a qui non si sia mossa nemmeno una vite.

Per la manutenzione c’è un tavolo officina estraibile posto sopra al motore, in modo che tutto sia a portata di mano e che gli attrezzi restino al caldo e si conservino sempre ingrassati e fluidi anche quando e dove fa più freddo.

D’inverno e alle alte latitudini, su Mai Stracc ci si scaldava con una stufa a gasolio, alimentata da un serbatoio ricavato come un doppiofondo nella parete del bagno per ingombrare il meno possibile.

Adesso la stufa è stata tolta e spostata sulla nuova barca.

Verso nuove avventure

DurlindanaMai Stracc ha infatti dovuto far posto (malvolentieri, è evidente) a Durlindana, un ketch in ferro di 70 piedi costruito a Fano nel 1983 e completamente rimesso a nuovo nel 1999 e poi nel 2016, che porterà di nuovo Andrea e Chicca verso le mete che amano di più, facendo charter stavolta, per questa fase della vita che i coniugi Pestarini vorrebbero definire più matura e tranquilla.

Matura e tranquilla? Ecco il programma di questi charter “borghesucci” da cinquantenni prossimi venturi: San Blas. Panama – Honolulu. Honolulu – Kodiak (Alaska). Giri vari in Alaska. Victoria – San Francisco. San Francisco – La Paz. Baja California – Fatu Hiva (Isole Marchesi, Polinesia). Crociere in Polinesia. Tahiti – Ushuaia via Capo Horn. Crociere in Patagonia ad libitum.

mai stracc chicca e andreaVogliono andare a rivedere i posti dove sono stati anni fa, e raccontare quanto sono cambiati, anche se fa male.
In Alaska, dice Andrea, ha rivisto un ghiacciaio sette anni dopo e si era ritirato di sette miglia: un miglio all’anno.
Oppure, tra Haiti e Cuba il mare era intasato di sargassi e plastica: quattro o cinque volte al giorno era costretto a fare marcia indietro per staccarli dalla chiglia.

Il progetto era di navigare su Durlindana per i charter e lasciare Mai Stracc in Italia per usarla nelle pause come casa in Mediterraneo.

mai stracc prua

Però c’è un problema. Il problema è che Durlindana, che ora si trova a Panama, ha improvvisamente disalberato e ha avuto bisogno di attrezzature nuove, dato che è stato necessario abbandonare in mare l’albero caduto, con vele e sartiame.

Così adesso, per riarmare Durlindana, il Mai Stracc è in vendita e si fermerà per un momento a Genova, e poi a Bocca di Magra, in attesa di adozione da parte di chi lo capisca e lo faccia navigare ancora e ancora.
O per lo meno di qualcuno che provi a farlo stancare un po’.

Facebook
Twitter
X
Pinterest
LinkedIn
WhatsApp
Email

Lascia un commento

Devi essere loggato per inserire un commento.

Categorie

REGISTRATI

[forminator_form id="7943"]

Hai bisogno di vendere la tua barca? Sei nel posto giusto! yachtdigest.com è infatti il più grande portale online sulla nautica da diporto e in questa sezione ti sarà possibile scrivere gratuitamente il tuo annuncio se vuoi vendere la tua imbarcazione. Aggiungere un nuovo messaggio di vendita è molto semplice e intuitivo così come trovare una barca che interessa acquistare, ma per rendere ancora più appetibile il tuo annuncio, vogliamo darti alcune indicazioni generiche ma importanti che se vorrai potrai seguire.

Prima di tutto cerca di personalizzare il tuo annuncio, descrivendo la storia della barca e magari la motivazione per cui la vendi, in questo modo otterrai più fiducia da parte del lettore.

Puoi definirla “seminuova” se è quasi nuova, oppure “usata” specificando se essa si trova o meno in buone condizioni. Indica lo stato dei motori, l’anno di immatricolazione, quanti proprietari ha avuto – soprattutto indica se la barca è stata di un unico proprietario: aumenta l’interesse verso chi legge l’annuncio.

Nel tuo messaggio deve trasparire la bontà della tua imbarcazione, perché prima di convincere qualcuno devi essere tu stesso convinto che il prodotto sia valido.

È importante che nell’inserzione non si commettano errori di ortografia, quindi rileggete bene il messaggio prima di metterlo online. Il linguaggio poi deve essere chiaro e semplice, comprensibile a tutti.

Serve ad attirare l’interesse e indurre il lettore a proseguire la lettura, è la parte più importante e deve riassumere in una riga lintero messaggio che vogliamo dare. Purtroppo non si hanno grandi possibilità di distinguersi molto se non con qualcosa di veramente originale per attirare l’attenzione. Quindi concentratevi su dettagli della barca veramente originali, sulle sue qualità reali: nel portale yachtdigest.com apparirà questo breve riassunto passando sulla foto dell’imbarcazione con il mouse.

È importante inserire in modo chiaro la scheda generale dell’imbarcazione. Da inserire sempre: cantiere, modello, lunghezza, larghezza, pescaggio, motori, numero cabine, anno di costruzione, prezzo.

Nella scheda dell’imbarcazione inserisci accuratamente tutti i dettagli dell’imbarcazione, le dotazioni standard ed extra. È utile comunicare molti particolari e dettagli per coloro che sono veramente interessati e continueranno a leggere oltre le prime righe.

Suggerisci al lettore che vuole comprare le caratteristiche migliori della tua imbarcazione e non indicare – a meno che non sia necessario informare preventivamente l’acquirente – informazioni che possano influenzare negativamente il lettore.

Indicate sempre il prezzo. A meno che non vogliate assolutamente trattare, consigliamo di aggiungere la dicitura “prezzo trattabile” che dà uno stimolo all’acquirente a contattarvi.

Norme Redazionali

VUOI DISCONNETTERTI DAL TUO ACCOUNT?