Abbiamo illustrato sul nostro magazine come eseguire la presa di uomo a mare con la tecnica del Quick Stop caldamente raccomandata dall’Isaf. In sostanza una manovra che ha come obiettivo quello di allontanarsi il meno possibile dal naufrago e, aiutandosi con il motore, tornare sulla persona in brevissimo tempo.
Poche ore dopo la pubblicazione, l’amico Matteo Miceli ci ha contattato dicendo che non era d’accordo sul quel sistema e che per quanto lo riguarda il recupero lo esegue con una immediata virata in cappa seguita, se necessario, da successive virate fino al raggiungimento dell’uomo.
Ne è nata una discussione che non poteva avere altro epilogo se non quello di andare in mare a provare la sua manovra.
https://youtu.be/OCi2AQl6dJQ
Nel video vediamo come la esegue il navigatore solitario. Senz’altro efficace , a nostro avviso il limite è quello che può essere eseguita da uno skipper che conosce perfettamente la barca su cui si trova, gli abbrivi e lo scarroccio, e che ha anche una buona dimistichezza con le manovra specifica. In quella proposta da Matteo Miceli infatti, è tassativo non accendere il motore per eliminare i rischi di cime nell’elica, al contrario di quanto accade nella quick stop dove il moto0re aiuta a raggiungere il naufrago e a correggere la direzione.
A voi il giudizio. Aspettiamo le vostre opinion.