Navigazione costiera , norme sempre più restrittive anche sui litorali
In tempi di Coronavirus, se le porte terrestri dell’Italia che si affacciano sui Paesi confinanti dell’Unione Europea sono praticamente chiuse come quando le dogane erano attive, anche il perimetro costiero dello Stivale è pressoché blindato, sia in entrata che in uscita.
Al netto delle singole decisioni prese dalle capitanerie dei porti principali (pensiamo alla stazione marittima di Genova, che ha limitato nettamente il transito delle navi merci, oppure al porto di Civitavecchia o a quello di Messina, che vogliono ridurre lo sbarco e le partenze delle navi passeggeri, se non addirittura vietarne l’accesso per contribuire al contenimento del contagio da Covid-19), la disciplina da tenere lungo coste è sottoposto a un rigido controllo da parte delle autorità marittime e dalla Guardia di Finanza con un solo obiettivo: ridurre il contagio “educando” i comportamenti dei residenti delle località marittime.
Le nostre misure straordinarie sono simili a quelle francesi
Se la condotta imposta dal Governo italiano sui litorali si sta dimostrando rigorosa e intransigente, le nostre istituzioni non hanno ancora deciso di sposare e applicare in toto il modello francese. Oltralpe, infatti, è interdetta senza se e senza ma la navigazione da diporto lungo le coste del Mar Mediterraneo, con conseguenti sanzioni pecuniarie previste per i trasgressori.
Una misura straordinaria che coinvolge la Costa Azzurra, la Provenza e la Linguadoca e che sarà in vigore fino al 31 marzo, ma le condizioni in continuo peggioramento della popolazione francese, colpita anch’essa in modo massiccio dalla pandemia soprattutto nelle ultime settimane, lasciano pensare che il decreto verrà prorogato. Mentre in Italia, come abbiamo spiegato in un articolo precedente, dedicato al divieto di navigazione delle unità da diporto, il provvedimento non è esplicito ma di fatto preclude le uscite in barca se non a scopo lavorativo.
Navigazione costiera: proprietari di seconde case osservati speciali
La disciplina marittima riguarda non solo la navigazione costiera ma anche chi viene da terra. Ad esempio, in Sardegna gli agenti del Corpo Forestale hanno effettuato più di cinquecento controlli in tutta la regione, dopo che molte famiglie, provenienti dalla penisola, si sono riversate nelle seconde case al mare.
A oggi sono state sanzionate una decina di persone, ree di essersi recate in spiaggia o intercettate mentre passeggiavano sul molo approfittando di queste prime giornate primaverili.
In questi casi, l’inosservanza delle norme comporta le conseguenze previste dall’articolo 650 del codice penale e che possono culminare con l’arresto fino a tre mesi, oltre a una sanzione amministrativa.
Navigazione costiera: il drone vede e provvede
Linea dura anche nel Lazio, dove i sindaci di Roma e Fiumicino, Virginia Raggi ed Esterino Montino, per porre fine al comportamento irresponsabile di chi si è recato al mare lo scorso weekend, hanno firmato un’ordinanza con la quale sono state chiuse le spiagge, le pinete e gli arenili dell’intero litorale romano, ovvero di Ostia, Fregene, Maccarese e Fiumcino, e potranno accedere ai chioschi e agli stabilimenti solo i titolari o loro delegati per effettuare eventuali manutenzioni. Per i trasgressori, multe fino a 500 euro.
Oltre agli elicotteri della Polizia di Stato, le nostre coste sono vigilate dall’alto anche dai droni, strumento di sorveglianza sempre più usato dalle Forze dell’Ordine, non solo in città ma anche nelle località di mare. In alcune regioni i droni vengono dotati di un impianto audio in grado di emettere una voce che invita le persone a lasciare le spiagge, ricordando il regolamento da rispettare e le sanzioni in caso di trasgressione.
Un sofisticato sistema di controllo “parlante”, sperimentato per la prima volta in Italia dal sindaco di Fiumicino, che consente di seguire in tempo reale l’andamento nei territori costieri da tenere costantemente sottocchio in un momento così emergenziale. Il drone vede e provvede.