Una cima incastrata, un corpo morto da accorciare, una linea d’ancoraggio da alleggerire. I motivi per i quali in barca sia necessario trasferire la tensione da una cima all’altra sono innumerevoli.

Il repertorio dei tentativi che si vedono mettere in pratica è fra i più vari, ma spesso con scarsi benefici. Ricorrere invece a un nodo di bozza è forse la soluzione più efficace.

https://youtu.be/Q4RchXrVMDM

Come si evince dal video, si tratta di uno dei nodi più semplici da eseguire e fra i più utili, anche se fra i meno usati dai diportisti.

Come detto, l’obiettivo è quello di scaricare tutta la tensione dalla cima impegnata, trasferendola a una seconda cima che una volta legata alla prima sarà messa in trazione con un winch.

Per eseguire un nodo di bozza bisogna utilizzare una cima che abbia un diametro più piccolo di quella messa in tensione ed eseguire tre mezzi colli con la parte corrente della cima più piccola, ossia la parte opposta a quella che andrà al winch, intorno a quella più grande.

Il corrente quindi passa sopra i tre mezzi colli e sotto se stesso. Il nodo è concluso. Assuccandosi si stringerà intorno alla cima da scaricare e sarà possibile esercitare qualsiasi trazione su quella più piccola senza rischio che si sciolga.

Nelle situazioni meno complesse, a volte è sufficiente esercitare la trazione a mano, dare volta alla cima più piccolo e quindi lavorare comodamente su quella che si deve liberare.

Altrimenti si può fare ricorso a un winch quando la tensione della cima da scaricare è davvero troppo forte.

Come tutti i nodi, anche questo deriva dall’uso che se ne faceva sui velieri, quando i marinai dovevano salpare le gomene, che potevano avere diametri anche di oltre 20 centimetri, e quindi ricorrevano all’uso di cime più piccole e più maneggevoli, legate al cavo principale.

Pare che abbia anche generato un modo di dire ancora molto in uso oggi. Il nodo di bozza serviva per legare in modo provvisorio la cima alla gomena da salpare. Da qui, quando si fa qualcosa di non definitivo, ancora oggi si dice che si “abbozza” qualcosa.

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