Poche attrezzature scatenano fazioni l’una contro l’altra armata come il rollaranda.
Ridotte prestazioni, poche possibilità di regolazione, la possibilità che come tutti i meccanismi anche questo si possa bloccare, sono i principali argomenti usati da chi non ama questo sistema di governo.
D’altra parte, la facilità d’uso, la semplicità del meccansimo e la possibilità di governare la vela maestra in equipaggio ridotto, rendono il rolla randa molto attraente generando migliaia di sostenitori.
In tutti i casi, a prescindere da come la si pensi, per quanto semplice anche questa attrezzatura deve essere utilizzata osservando alcune piccole accortezze.
Schematizando, il suo uso si risolve in una cima che fila e in una che tira.
Quando la si svolge, la cima fissata alla bugna della randa dove si congiungono base e balumina e che funge da tesa base, viene cazzata, mentre la cimetta che va ad avvolgersi intorno al meccanismo interno all’albero, va fatta filare. I due movimenti devono essere effettuati in modo simultaneo, così da permettere una uscita graduale della randa. Quando tutta la vela è fuori, si blocca la cima che esce dall’albero (nelle foto quella di dritta grigia) e si continua a cazzare l’altra (nelle foto quella di sinistra bianca e rossa) per regolare la base.
Viceversa, quando si avvolge la randa, si cazza la cima avvolta nel meccanismo interno all’albero e si fila quella che funge da tesa base, anche in questo caso in modo graduale.
Bisogna, come detto, osservare qualche precauzione per limitare al minimo la possibilità di inceppamenti.
Prima di tutto l’andatura. Con venti deboli c’è chi esegue la manovra anche in poppa dando marcia avanti in modo da togliere pressione alla vela. Ma l’andatura migliore è la bolina con il boma aperto fino a sventare la randa. Non è necessario mettersi con la prua al vento perchè non ci son carrelli o canestrelli sottoposti a pressione.
Anche le mure hanno la loro importanza a seconda della posizione della fessura che normalmente non è al centro dell’albero. Se la fessura è a destra come nel caso della barca su cui stiamo navigando in queste immagini, è bene tenersi mure a sinistra e non a dritta come erroneamente fatto in questa immagine.
Ora attenzione alla base e alla balumina, occorre mantenere una tensione uniforme e regolare sia che si avvolga sia che si svolga la vela. E’ molto importamte soprattutto quando si rolla dentro perchè il rischio è che si producano pieghe che poi rendono la successiva manovra di svolgimento più difficoltosa. Diamo anche un occhio al meolo prima di riavvolgere, se è troppo cazzato ostacola la manovra.
Molto importante la posizione del boma che deve essere sostenuto dall’amantiuglio in modo che sia ortogonale all’albero. Il vang deve essere puntato in modo da mantenere la corretta tensione della balumina.
In tutti i casi, se si avverte una sforzo eccessivo sia in avvoglimento che durante l’apertura, non si deve forzare la manovra. Si riavvolge o si svolge un po’ tornando sui propri passi e poi si riprova.
Infine, per ridurre al minimo la possibilità che si inceppi il meccanismo (i produttori ovviamente assicurano che è impossibile ma di casi ce ne sono a ripetizione) si deve applicare la stessa regola che osserviamo per la manutenzione del rollafiocco: lavare spesso il meccanismo con tanta acqua dolce.
A questo punto non resta che godersi la facilità di gestione della nostra vela maestra consapevoli che dovremo rinunciare a un po’ di potenza e possibilità di regolazione che una bella full batten ci offre.