La mitica Sydney – Hobart è partita regolarmente alle 3 di questa mattina ora italiana, alle 13 ora di Sydney. La 71esima edizione di una delle regate internazionali fra le più dure e affascinanti, ha preso il via in condizioni meteo ottimali, con 15 nodi da est – nord est.

Ma le previsioni sono tutt’altro che incoraggianti. La flotta delle 103 barche ancora in gara (tre si sono ritirate sulla linea di partenza per collisioni e rotture e due dopo poche ore) sta per essere investita da forti venti da sud, fino a 40 nodi.

Spettacolare la partenza, con le 108 barche disposte su tre linee diverse a seconda delle classi di appartenenza, costrette a rapide e continue virate per uscire dalla baia di Sydney, strette fra le secche e l’area in cui si era assiepato un foltissimo pubblico.

Ora tutte le prue sono puntate su Hobart.

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Maserati, il Vor 70 di Giovanni Soldini, l’unica barca italiana al via, subito dopo lo start ha pescato con la chiglia tre boe di delimitazione per la zona destinata al pubblico. Tempo prezioso perduto nel tentativo di liberarsi facendo retromarcia in mezzo alla flotta che partiva. Nulla da fare, il Vor 70 italiano continuava a trascinarsi dietro le tre boe al punto che è stato deciso di mettere prua al vento e calare in acqua due membri dell’equipaggio, Carlos Hernandez e Sam Goodchild, che hanno tagliato le cime.

In questo momento Soldini è in nona posizione, e secondo i dati dell’organizzazione sta navigando a 16 nodi con randa piena e spi. Tutto bene dunque, anche se il timore è che qualche cosa sia rimasta attaccata alla chiglia e possa rallentare la barca rispetto alle sue potenzialità.

In testa alla regata il favorito, Comanche, che sta filando verso sud a oltre 21 nodi di velocità seguito dall’altro favorito, Wild Oats, cinque miglia sulla sua scia e un po’ più lento.

Ora c’è da capire cosa accadrà nelle prossime ore, ossia se saranno confermati 40 nodi da sud con onde enormi previste nello stretto di Bass. I modelli meteo non sono tutti concordi, e per quanto tutti prevedano il passaggio di un fronte freddo, in quanto a velocità e intensità degli elementi le previsioni non sono concordi.

Certo è che nessuno si è dimenticato quanto accadde nel 1998, quando una tempesta causò la morte di 6 velisti e l’affondamento di 5 imbarcazioni.

 

Da quella edizione, tutti gli equipaggi, prima di entrare del famigerato stretto di Bass devono comunicare la loro intenzione a proseguire. In ogni caso, quello che si attende, nella peggiore delle ipotesi non dovrebbe essere nemmeno paragonabile all’uragano che si abbattè sulla flotta della Sydney-Hobart del 1998, quando furono registrate raffiche fino a 97 nodi.

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