Con la gamma Ibrida al Nautico di Genova Fabiani Yacht ha rappresentato il simbolo di una cantieristica nautica da diporto che guarda all’ecologia marina, orientandosi su propulsioni ibride (fotovoltaico/diesel) e l’utilizzo di materiali riciclabili nello scafo come l’acciaio e il vetro nella sovrastruttura delle imbarcazioni. Modalità effettive per sopperire a necessità ambientali, che rifiutano emissioni di Co2, rumore dei motori sott’acqua, l’uso del composito e di altri materiali che non si riescono a smaltire.
Il riscontro interessato degli armatori c’è e lo dimostrano i contratti firmati, a cui si aggiungono le offerte per questo tipo di green yacht. Ma intanto cresce la gran voglia di vedere in acqua le imbarcazioni futuristiche di Fabiani Yacht, dotate di veri e propri campi fotovoltaici naviganti. A prova che «tutto è pronto» ci sono i disegni approvati dal RINA. E ci sono le trattative avanzate con il cantiere Tureddi Group, che fra l’altro opera anche per ulteriori reputati cantieri. «Ci siamo accordati con Tureddi per costruire un pezzo dello scafo quindi un’Ibrida si potrebbe varare in 16/17 mesi», afferma l’ingegner Maurizio Fabiani.
Fabiani Yacht, i test sulla vela strutturale delle Ibrida
Quanto alle titubanze su una vela strutturale in pannelli fotovoltaici così importante (140 metri quadrati), i test non lasciano adito a dubbi: «I calcoli sono stati fatti, la stabilità è garantita. Abbiamo simulato – continua Fabiani – mettendo la vela strutturale in longitudinale (cosa non possibile) invece che trasversalmente, posizionandola all’asse della barca e “sparando” a due terzi dell’altezza un vento a 100 km/h. È un test che con i simulatori si può fare e la barca si è inclinata appena di circa cinque gradi». Ma la sicurezza non è mai troppa, perciò le Ibrida hanno inoltre un sistema di allarme che si attiva in caso di forte vento o mare molto mosso, chiudendo automaticamente (o su impulso del comandante) la vela strutturale.
Le Ibrida sono imbarcazioni da diporto perfette per le crociere nel Mediterraneo. Gli scafi vengono progettati dallo studio Navirex di Mario Grasso, ex-docente di ingegneria nautica all’Università di Genova, che ha curato l’idrodinamica dello scafo e tutta l’architettura nautica. Quanto alla propulsione endotermica, in previsione il cantiere è orientato a dotare le Ibrida con due motori Mann da 1900 Cv e due motori elettrici da 150/200 Chilowatt.
Ibrida 101’ sarà dotata di sei cabine, di cui una armatoriale e panoramica a prua. La sorella minore Ibrida 77’, in base alle scelte dell’armatore, alloggerà gli ospiti in tre o quattro cabine.
Tornando indietro nel tempo, la storia nautica di Fabiani Yacht comincia dopo la vendita di una società d’ingegneria da 100 dipendenti. Poi l’acquisizione, nel 2015, del cantiere INTERMARE di Cecina, che produce imbarcazioni in vetroresina sui 16 metri di lunghezza. Ma l’’ingegnere cerca di più: «Volevo fare qualcosa che gli altri non avevano». Maurizio Fabiani riesce a brevettare, dopo una lunga attesa, un sistema di pannelli fotovoltaici a scomparsa, che consente ai suoi yacht semi-dislocanti una velocità di crociera di 6/7 nodi, interamente green.
Oggi i progetti di Fabiani Yacht mostrano una grandissima cura nei dettagli degli interni, l’utilizzo del teak anche nelle murate, scafi in alluminio e una sovrastruttura ricca di vetrate. C’è inoltre tanta attenzione alle persone disabili, per le quali è prevista un’apposita passerella poppiera su cui transitare.
Al Nautico di Genova il pubblico ha parlato tanto dell’Ibrida 101’ e della versione più rastremata da 70 piedi. Ci sono state quattro offerte per le versioni motorizzate solamente a diesel e due contratti firmati per i quali «stiamo aspettando l’acconto da clienti cinesi», spiega la signora Fabiani all’interno dello stand. E c’è un’offerta per una Ibrida da parte di un armatore svizzero. La Ibrida 77’ avrebbe un costo intorno ai sette milioni di euro, il 100 piedi si aggira invece sui 9 milioni e Ibrida 101’ oscilla sui 9,5 milioni. «Le versioni ibride – continua la signora Fabiani – costano due milioni in più», perché le batterie e i pannelli impongono al cantiere di affrontare una spesa importante, ma al momento «Non applichiamo nessun sovrapprezzo perché vogliamo mettere in mare una Ibrida al più presto».