Feadship torna alle radici con una “Caravella”

L’ultimo refit eseguito dall’ultracentenario cantiere olandese Feadship ha visto come protagonista un motoryacht Caravella, sorto negli anni ’60 grazie ad una collaborazione che vede un nome dal calibro di Carlo Riva come designer e, ad un amante del mare, non può che salire un brivido lungo la schiena mentre ammira il susseguirsi di immagini, antiche oltre i 100 anni, del catalogo Feadship.

Se si potesse cercare un unico comune denominatore nei lavori Feadship, quello sarebbe sicuramente la tradizione.

Tutto nacque – o per essere più precisi, nacque di nuovo – nel café De Roode Leeuw, in quel di Amsterdam, qualche anno dopo la fine del conflitto mondiale, quando l’Europa, straziata nell’anima, nel corpo e nei conti in banca, tutto poteva pensare fuorché al mondo del lusso e della nautica.

Correva l’anno 1949.

Feadship non nasceva dal nulla, né era una novità.

Anzi, già in quegli anni poteva vantare una storia quasi centenaria considerando che nel 1849 al largo delle coste dei Paesi Bassi, la famiglia Akerboom acquistò il cantiere per riparare imbarcazioni e, fino al tragico scoppio della seconda grande guerra, hanno servito numerose famiglie europee che in quegli anni inseguivano il sogno della navigazione.

Torniamo a quel café De Roode Leeuw, ad Amsterdam, dove degli uomini probabilmente ornati di Borsalino – i cappelli che andavano per la maggiore all’epoca – hanno ricominciato a scrivere la storia della First Export Association of Dutch Shipbuilders.

Da quel giorno sarebbero state numerose le collaborazioni in Europa e nel mondo che avrebbero consentito alla Feadship di diventare un nome altisonante nella nautica mondiale.

Personalizzazione, stile, eccellenza, ricerca continua e design sempre innovativo, questi sono solo alcuni dei tanti imperativi che il cantiere olandese è sempre riuscito a rispettare e che tutt’oggi regnano sovrani nel suo modus operandi.

Arriviamo infatti ai giorni nostri, dove un imbarcazione – la Caravella –  di quasi sessanta anni fa, è stata spedita al cantiere di Makkum per essere restaurata dalla sala macchine fino all’ancoraggio ivi includendo anche la stabilizzazione.

Per comprendere appieno il forte richiamo al passato e a quel periodo, dobbiamo pensare che all’epoca, le imbarcazioni del cantiere vantavano nomi di armatori come Henry Ford II, fondatore dell’attuale Ford e nipote del suo celebre omonimo.

Un fortissimo richiamo non solo allo stile ricercato della Caravella quindi, bensì un ponte tra un epoca, quella attuale, piena di incertezze economiche, e quelli che invece erano gli anni della ripartenza, dove tutto era possibile perché la tempesta era passata, e a mare calmo, si naviga meglio.

Diego Ruggiano

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