Fiart chiude il 2021 in positivo: «Pandemia rimodula il concetto di barca-casa»

Il gran 2021 del Cantiere di Baia, ma Fiart non sarà al boot di Düsseldorf per ovvi motivi

Fiart nel suo report aziendale di fine 2021 annuncia formalmente un «no al Salone di Düsseldorf», il perché è ben motivato e lo impone lo stato di emergenza che si prolunga senza offrire orizzonti certi. Tutto va a vantaggio dei dipendenti, favoriti e messi in condizione di lavorare in condizioni meno rischiose di quelle offerte da un affollato salone in un paese europeo in allerta Omicron. 

Ma la pandemia, paradosso, traina il settore del diporto, perché «ha rimodulato il concetto di barca-casa, in grado di garantire in sicurezza la condivisione del tempo libero con i propri cari ed amici», lo spiega Giancarlo di Luggo, amministratore delegato di Fiart. Affermazione supportata anche dall’andamento del settore costantemente in netta crescita e a doppia cifra.

Non sempre però è sufficiente il dato dei grafici. Servono scelte “per tutti” perché il diporto cresca meglio, aprendosi a una platea maggiore. E ciò funziona solo uscendo dalla logica delle mega imbarcazioni elitarie.

Il cantiere di Baia (Napoli), grazie all’imprinting del fondatore Ruggero di Luggo, guarda al diporto anche in tal senso. Produrre imbarcazioni sì fortemente orientate al segmento degli yacht di lusso, senza però scordarne la facilità di utilizzo e l’accessibilità, con dimensioni massime da 16 metri. Tutto si riassume in una risposta concreta alle esigenze di mercato e clientele, attualmente in cerca di alternative al turismo terrestre di massa (vecchia maniera) che oltre a poche garanzie in tema di emergenza sanitaria non offre granché nemmeno dal punto di vista ‘esperienziale’.  «I walk-around Fiart interpretano al meglio questa esigenza e grazie ai nostri dealer che hanno contribuito con impegno a promuovere la filosofia Fiart in Italia e all’estero, le vendite sono aumentate in maniera esponenziale rispetto al 2020, oltre tutte le nostre aspettative», ha spiegato Giancarlo di Luggo. 

Fine 2021 i risultati e le previsioni in Fiart

Il 2021 si chiude alla grande per Fiart, storico cantiere partenopeo, la linea produttiva è tutta «sold out» e «nuovi ordini» sono tuttora in acquisizione, lo conferma Simone Lorenzano, general manager di Fiart. Crescita e sviluppo aziendali si motivano anche tramite un inedito approccio comunicativo, riassunto in un sito web di ultima generazione e una strategia marketing davvero innovatrice.

Fiart continua poi a mettere al centro l’armatore e le sue esigenze. In questo 2021 lo ha fatto offrendo una scelta fatta di ben due nuove imbarcazioni, i Seawalker 35/39 e in arrivo c’è una novità sorprendente in tema luxury: l’iconico P54, progettato da Stefano Pastrovich e atteso in due differenti versioni al Yachting Festival di Cannes del prossimo anno. 

Il cantiere partenopeo si mostra in grado di tenere fede alla sua tradizione pluriennale consolidata in tema nautico, ma a ciò contribuisce anche la strategia attuata quest’anno con una ristrutturazione importante dei processi interni e «con l’espansione della rete vendita in tutta Europa». La crescita di Fiart, si legge nel comunicato, è globale: «con una importante presenza in tutta l’area EMEA ed APAC, potendo contare ad oggi su un network di 37 partner». 

Tra gli obiettivi in programma quest’anno, ben adempiti, oltre ad aumento della produzione e ‘customer satsfaction’, c’era anche la parola  – importante – sostenibilità, ben supportata dalla scelta di scafi che incidono con un minore impatto ambientale e investimenti opportuni operati sui nuovi modelli. Dentro ci va anche un’iniezione da due milioni di euro in sviluppo, ingegneria e realizzazione stampi, ammodernamento delle strutture produttive e aumento del 40 percento in termini di risorse umane.  

In tutto ciò Fiart tornerà a esporre in presenza: «appena la situazione sanitaria lo consentirà, torneremo a proporre eventi che possano farci incontrare il pubblico, che in questo 2021 ha recepito con grande entusiasmo le novità che abbiamo presentato in rapida successione». E se la storia non ci smentirà, con la bella stagione tutto andrà meglio per ritrovarsi assieme a guardare di nuovo magnifiche barche Made in Italy. 

© Marco Baldassarre
Andrea G. Cammarata

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