“L’ostacolo più duro da affrontare sarà il sonno e di conseguenza il grande traffico che si incontra lungo la rotta”. Mentre mancano 30 giorni alla partenza della Roma per 2, per Tutti e per 1, da Riva di Traiano a Lipari e ritorno, Andrea Mura, che di edizioni ne ha vinte quattro, ci offre uno sguardo tecnico su quella che sarà la sua RomaX1 che correrà a bordo di Vento di Sardegna, il 50 piedi su cui ha lavorato a lungo per alleggerirlo e renderlo competitivo.
“La Roma per.. è una regata apparentemente simile alle altre lunghe del Mediterraneo – ci dice – in realtà è unica, per la variabilità delle condizioni, per i costi contenuti, perché si corre in tempo reale e soprattutto per lo spirito che si respira. In banchina, prima della partenza, è come stare insieme a un grande gruppo di amici, dove tutti si danno una mano. Poi certo, in mare si combatte per vincere, ma c’è uno spirito di solidarietà che ormai è difficile trovare altrove”.
Andrea si troverà sulla linea di partenza per correre in solitaria. Conosce bene il percorso e le difficoltà che può presentare, quindi non si nasconde la durezza della prova da affrontare da solo: “Penso che alla fine saremo tutti un po’ stremati. Sono 530 miglia, circa tre giorni, in cui sarà davvero difficile chiudere occhio soprattutto per il traffico navale. Qui in Tirreno molte unità non hanno l’Ais, l’allarme radar rischia di essere a volte inutile e penso che la guardia in pozzetto sarà costante”.
Mura non ha dubbi, il tratto più complicato è quello che va da Riva di Traiano a Ventotene all’andata e da Ventotene a Riva al ritorno.
“Intanto c’è il problema della meteo. Si naviga abbastanza vicino a costa e le variabili sono tante. In quelle ore ti giochi le scelte tattiche più importanti. Poi è la zona di mare più trafficata, quella dove si deve mantenere altissima l’attenzione. Ma se all’andata sei fresco e hai tutte le energie a disposizione, al ritorno si è molto più stanchi ma la concentrazione deve essere ugualmente al massimo. Per il resto, allontanandosi dalla costa tutto diventa più semplice, sia perché diminuisce il traffico sia per una meteo che dovrebbe essere meno soggetta a variabili locali anche se il Mediterraneo certo di sorprese ne riserva sempre”.
Per Andrea questa è la quinta edizione, un ritorno dopo una assenza di sei anni. Un richiamo emotivo o una occasione di allenamento?
“Entrambe le cose – ci dice – perché tutto è cominciato da qui. La mia prima regata in altura è stata la RomaX2. Mi ha lasciato qualcosa dentro che mi ha spinto ad andare avanti fino a correre la Route du Rhum. Oggi è praticamente l’unica lunga che si fa in tempo reale, costa poco partecipare e ti lascia dentro molto. E poi c’è l’atmosfera, la gioiosità il clima che si respira. Insomma avevo voglia di ritrovare queste emozioni e poi di rimettermi in gioco con una solitaria sul mio Vento di Sardegna. Sarà un buon allenamento per i progetti futuri”.
Ancora oceano nel futuro di Andrea Mura?
“Sì, ancora oceano ma non solo. Sto lavorando al progetto di una nuova barca, un Class 40. Ora sto cercando risorse economiche, poi si passerà alla realizzazione. E poi sì, voglio tornare in oceano. Con Vento di Sardegna voglio rifare la Ostar che avevo vinto. Quando la finii avevo giurato a me stesso che non l’avrei fatta mai più. Troppo dura, troppo pericolosa. Ma evidentemente il richiamo è più forte. E poi la Route du Rhum. Vedremo, per il momento ci prepariamo alla RomaX1 e a sopportare la mancanza di sonno.
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