Dusseldorf. Arkos rib e barche, stile italiano made in Malta

Dei rib e delle barche prodotte dalla rinnovata Arkos, colpiscono alcuni dettagli che possono passare in secondo piano a un occhio non allenato. Elementi come un tientibene sagomato per garantire a chi sta seduto davanti alla consolle di navigare in serenità o la scaletta poppiera inclinata a 45 gradi per diminuire lo sforzo della salita, invece si rivelano fondamentali per una comoda e sana, vita a bordo.

Il profilo dell’Arkos 23, il maggiore tra i rib prodotti dal cantiere.

L’idea di Baraggioli, il nuovo proprietario del marchio e degli stampi Arkos, è stata quella di inserire contenuti come questi in imbarcazioni con una veste estetica accattivante e dotate di accortezze nautiche più tecniche. Così al Boot di Düsseldorf l’azienda che ora a base a Malta, ha portato due modelli della gamma 2017 che comprende quattro gommoni a chiglia rigida e sette motoscafi da 17 a 25 piedi, che materializzano questa filosofia aziendale.

Daniele Baraggioli, titolare della Arkos, posa accanto al rinnovato 647.

Racconta Baraggioli: “Partiamo da una progettazione nautica ineccepibile, così come per la scelta dei materiali. Tutti i nostri tubolari dei rib sono in Hypalon 828, lo specchio di poppa è chiuso sulla carena senza elementi visibili esternamente. Le linee d’acqua hanno avuto la stessa attenzione, utilizziamo una poppa con uscite delle linee d’acqua a coda di rondine: garantisce migliori prestazioni senza l’uso di flap. Tanto per dire i nostri rib entrano in planata già a sei nodi e navigano con la prua più bassa sull’acqua mantenendo un assetto più confortevole e avendo bisogno di meno potenza nei motori”.

L’Arkos 737, in arrivo a marzo 2017, è al vertice della gamma del cantiere con base a Malta.

Stessa attenzione per le barche in vetroresina. Passate attraverso una riduzione di peso a vantaggio di gestione e navigazione. Via il legno, più poliuretano espanso e più fibra di carbonio nei longheroni. “Il risultato è che le barche sono un 20 per cento più leggere di quanto lo fossero prima. Il 647 pesa oggi 980 chili, nella versione precedente superava i 1240 chili” dichiara Baraggioli.

Per quanto riguarda l’estetica, il lavoro è stato fatto sia sullo stile delle finiture – la ridotta presenza del legno non è sinonimo di scarso risultato in termini di design – sia sulla grafica, con una sorta di onda squadrata che si ritrova sia sui tubolari dei gommoni, sia sulle murate degli open in vetroresina (e sarà ripresa anche nella finestratura di prua del venturo 737, il modello al vertice della produzione). Ma non basta, perché grazie alla app sviluppata per la Arkos è possibile personalizzare il proprio gommone scegliendo colori e soluzioni più adatte al proprio gusto e necessità.

Giacomo Giulietti

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