La prova in mare del Bali 4.3
Traversare è sempre un’emozione. A questo penso mentre, a mezzanotte di un venerdì, mi ritrovo sul pontile del Marina di Bonaria a Cagliari. Fa freddo ed il Maestrale sta tirando gli ultimi colpi di “una tre giorni” di bassa pressione che ha sollevato un mare decisamente agitato.
Ho appena sentito al telefono Nicola, lo skipper del Bali 4.3 con cui traverseremo per Palermo, e gli ho mandato la nostra posizione. Lui sta navigando da più di 1.500 miglia, quasi ininterrottamente, da La Rochelle a Cagliari per trasferire il catamarano a Capo d’Orlando, dove comincerà la sua stagione di lavoro per Barcando Charter, la società di noleggio che ci ha permesso di effettuare questa prova.
Un trasferimento che avrebbe sfiancato chiunque ma che, a bordo di questo Bali 4.3 e nonostante le condizioni meteo impegnative, non ha affaticato più di tanto Nicola che, sorridente e ansioso di ripartire, ci imbarca al volo nel punto concordato.
Fuori dal golfo la notte è fredda e nera come la pece ma, basta socchiudere l’ingresso della dinette, che tutto cambia e, in un istante, la nostra esperienza si trasforma in una navigazione lussuosa e raffinata. La dinette del Bali 4.3 è grandissima, sfrutta i sette metri di baglio massimo per creare un ambiente molto simile ad un loft che, grazie alle finestrature, consente una visione a 360 gradi sul mare.
La postazione di comando interno svolge anche la duplice funzione di tavolo da carteggio. Da qui, quando le condizioni sono dure come ora, si governa tramite il ripetitore del pilota automatico e si ha tutto sotto controllo.
Con il Maestrale residuo alle spalle, il nostro apparente è debole. Il vento reale è fra i 12 ed i 14 nodi e noi stiamo navigando al gran lasco fra i 6 e i 7 nodi di velocità. Non male per un catamarano da crociera come questo.
Il vento cala parecchio ma abbiamo ancora circa 3 metri d’onda al giardinetto. Decidiamo quindi di ammainare la randa e di procedere con il solo genoa e uno dei motori che, a poco più di 1.500 giri, ci consente di navigare di nuovo fra i 6 ed i 7 nodi, con un consumo di gasolio davvero irrisorio.
Verso le due cominciamo i turni, sono tutti stanchi per cui decido di fare il primo e mando a letto tutto l’equipaggio.
Rimasto da solo mi siedo alla postazione di comando interna, collego il cellulare all’impianto stereo, metto su “Private investigation” e mi rilasso.
E’ una situazione paradossale. Su qualsiasi altra barca, a vela o a motore che sia, ora sarei in una situazione di massima allerta. Con tre metri d’onda al giardinetto e poco vento, sarei al freddo e starei combattendo per tenere la barca in rotta ma, a bordo di questo catamarano, sono in una situazione di calma surreale.
Il Bali 4.3 naviga come sui binari ed il rollio è molto contenuto. La vita a bordo è perfetta.
Ho sete, mi alzo e, camminando normalmente, mi avvicino al frigo a doppia anta e prendo una bottiglia d’acqua. Appoggio il bicchiere sul tavolo, lo riempio e, reprimendo la mia esperianza da velista, lo lascio lì mentre rimetto la bottiglia nel frigo. Ma il bicchiere, come il resto del catamarano, è stabile e non si muove di un millimetro.
Il mio turno passa veloce e, poco prima dell’alba, Nicola mi rileva. Scendo nello scafo di sinistra, nella gigantesca cabina di prua, mi spoglio, m’infilo nel sacco a pelo e mi addormento all’istante.
La mattina successiva mi sveglio e, per la prima volta, riesco ad analizzare il Bali 4.3 alla luce del giorno. Con la luce diurna sembra ancora più grande, i due scafi contengono quattro enormi cabine matrimoniali, ognuna dotata di servizi privati e di box doccia separato.
La dinette si sviluppa su di una superficie di circa 50 metri quadri e, a portello rialzato, crea un unico ambiente con il pozzetto di poppa. Comunica anche con quello di prua attraverso la finestratura centrale che, una volta abbassata, consente il passaggio di piatti e bevande verso il pozzetto di prua, uno dei due tratti distintivi di tutti i catamarani Bali.
Questo cantiere ha infatti introdotto per primo, e con grande successo, il portellone basculante di poppa e la dinette di prua, posizionandola al posto della classica rete. Due innovazioni che aumentano, e di molto, gli spazi vivibili a bordo.
Il Bali 4.3 offre di fatto le superfici calpestabili di un catamarano di 45/48 piedi o, se preferite, di un monoscafo da 55/60. Nella versione armatoriale poi, un’intero scafo è dedicato all’armatore che ha a propria disposizione una vera e propria suite a cinque stelle.
La giornata passa fra un bordo di lasco ed un po’ di miglia a motore, il mare è diminuito ed ora avremo circa due metri d’onda. Verso la metà della giornata il vento torna a comparire e, quando ci sono circa 10/12 nodi di reale, issiamo randa e proviamo le andature.
Il Bali 4.3 se la cava bene anche a vela, con questo vento di bolina larga fa quasi sei nodi e, dal traverso fino al lasco, tocca punte di quasi otto nodi.
Veleggiando arriva la sera ed io ho voglia di un pasto caldo. Cucinare a bordo qui è facile e comodo. Improvviso una pasta al sugo che l’equipaggio fa sparire dal piatto in un battito di ciglia e poi saliamo sul fly a goderci il tramonto in navigazione.
Se il ponte principale del Bali 4.3 può esser definito, senza timore di smentita, un attico, il fly è senza dubbio il suo corrispondente superattico. Qui trovano spazio la postazione di comando principale, un divano da 3 persone ed un prendisole sconfinato.
Brindiamo da questa posizione privilegiata al tramonto della nostra seconda ed ultima notte di navigazione. Poi scendiamo in dinette e cominciamo i turni notturni.
La rotta è perfetta ed il Bali 4.3 ci porta ad essere in anticipo sulla tabella di marcia per cui, rallentiamo e, a sei nodi di velocità, percorriamo a motore le ultime 50 miglia, quelle che ci separano da Mondello, il luogo dove verrò sbarcato.
La mattina all’alba sono di turno, non fa freddo e torno sul fly. Sorseggio una tazza di caffè fumante e mi godo il paesaggio di San Vito lo Capo, di Punta Raisi e dell’Isola delle Femmine.
Navigare a bordo di questo Bali 4.3 è un’esperienza unica. Qui si riesce ad associare perfettamente la comodità, alla bellezza della navigazione a vela d’altura.
Poi purtroppo scorgo Mondello, posto fantastico che però, nel mio caso, segna la fine di questa fantastica esperienza.
Nicola manovra facilmente e, in un battito di ciglia siamo ormeggiati all’inglese nella darsena del cantiere Roosvelt. Sbarco attrezzature da ripresa e zaini da viaggio poi saluto l’equipaggio e mi dirigo a piedi verso l’uscita.
Vicino al cancello due impiegati del cantiere mi salutano e, alla mia richiesta di un taxi, con una cortesia ed una signorilità che solo in Sicilia è possibile, si offrono spontaneamente di accompagnarmi in centro.
Ed è cosi che mi ritrovo in auto con Marco Aversa che, non appena sono a bordo, mi chiede a bruciapelo : “Bello il catamarano con cui è arrivato. Che modello è?”
E’ un Bali 4.3 Marco, ed è davvero una gran barca …
Le prestazioni del Bali 4.3
Velocità a vela: vento reale da 8 a 9 nodi | Velocità a motore | ||
Angolo al vento reale | Velocità in nodi | RPM | Velocità in nodi |
50 | 5,1 | 600 | 4,7 |
70 | 5,3 | 1.000 | 5,3 |
80 | 5,9 | 1.500 | 6,1 |
100 | 6,1 | 2.000 | 7,6 |
110 | 6,2 | 2.250 | 8,4 |
120 | 6,2 | 2.500 | 8,9 |
130 | 6,3 | 2.750 | 9,1 |
140 | 6,1 | 3.000 | 9,5 |
150 | 5,7 | ||
160 | 5,4 |
Caratteristiche tecniche del Bali 4.3
Concept : | Olivier Poncin |
Manufacturer : | Chantier Catana |
Architect : | Xavier Faÿ |
Interior designer : | Lasta Design Studio |
Length overall (LOA): | 13,20 m |
Length, waterline : | 12,70 m |
Maximum beam: | 7,12 m |
Draft: | 1,20 m |
Light displacement: | about 11,3 T |
Maximum displacement: | 15,5 T |
Maximum sail area upwind : | 117 sqm |
Engines: | 2 x 40 to 60 hp* , saildrive |
Fuel: | 800 L* |
Fresh water: | 800 L* |
Black water: | 2 X 60 L* |
Refrigerator + Freezer : | up to 615 L* |
EC approval : | Cat. A 12 persons |