Cucinare in barca: pentola a pressione per naviganti quasi gourmet

Cucinare in barca è un modo non solo per soddisfare il palato in navigazione, ma anche per rendere la vita a bordo più conviviale e… gustosa! Ecco un libro di ricette molto prezioso

Se l’uscita si dovesse concludere in giornata allora portiamo i soliti panini, altrimenti ci si adatta al tonno in scatola oppure ci si esibisce nelle trattorie, rigorosamente “water front“, delle coste istriane-dalmate, della Cote Azur, della Costa Smeralda, dove trovate i  famosissimi ristoranti per “i…. prezzi… del buon ricordo”.

La vita in barca è molto spesso la brutta copia della vita a terra, se non ci si convince che il vivere a bordo significa cucinare in navigazione e gustare, lontano da ogni approdo, i manicaretti che possono uscire anche da un piccolo cabinato.

Non è detto che ciò sia possibile solo su panfili dai venti metri in su, ma sicuramente questa regola non scritta vale per tutti i cabinati che dispongano di un fornello con almeno una fiamma e soprattutto se si saprà tener conto dei preziosi consigli di Elisabetta Eördegh, rivelati nel suo libretto intitolato Per non morir di fame, pubblicato dall’Editrice Incontri Nautici.

Non fatevi però fuorviare dall’esotico nome dell’autrice, che potrebbe preludere a un vademecum dei mille modi di preparare i würstel, poiché, vi assicuro io, che mi chiamo Gennaro, che le ricette suggerite sono invece autenticamente e squisitamente mediterranee.

L’autrice, genovese di nascita e milanese d’adozione, ha navigato per anni intorno al mondo e quindi ha sperimentato sulla sua pelle i consigli che ora diffonde a tutto il popolo dei naviganti che solcano il mare.

Astuzie e ricette sono scandite da frequenti incisi che sdrammatizzano ogni possibile ansia e perseguono il fine ultimo che viene espresso chiaramente nel titolo della sua opera e poi specificato nel sottotitolo che riassume i contenuti del libro: ricette e consigli per cucinare in barca.

Sotto l’annuncio della prima ricetta – pastasciutta in pentola a pressione – Elisabetta Eördegh esorcizza il pignolo gourmet: “Su, popolo di buongustai, non storcete subito il naso! Lo so che nelle vostre gite fuoriporta andate a cercar le pappardelle al sugo di lepre, le trenette al pesto o le tagliatelle al ragù fatto come si faceva una volta. Ma siate pratici, qui ci troviamo nell’angusta cucina di una barca ed è importante poter usare una pentola sola, risparmiare acqua, gas e tempo” (ndr. ho già detto di non farvi fuorviare dal cognome… è indubbiamente nata a Genova!).

Scherzi a parte, sappiamo quanto possa far comodo a bordo una pentola chiusa, facile da maneggiare quando la barca rolla o beccheggia, per non parlare dei rischi quando si giunge al momento ineluttabile di scolare la pasta.

La pentola a pressione risolve tutto e viene usata anche per i risotti e soprattutto per le minestre di legumi secchi che la impronunciabile Eördegh propone fra le sessantaquattro ricette contenute nel libro.

Ceci, lenticchie e fagioli vengono cotti alla perfezione sfatando il mito che per cuocerli bisogna lasciarli a bagno per una notte. La pentola a pressione in barca fa degli autentici miracoli e permette di cuocere persino il pane quando non possedete il forno.

Tutte le ricette sono caratterizzate dalla semplicità e sono stuzzicanti, sono state pensate appositamente per gli spazi angusti e per gli utensili limitati di una barca, e poi raccolte, selezionate e collaudate.

Il libretto non si esaurisce in un ricettario, ma comprende altri preziosi consigli per chi effettua crociere e deve quindi sapere come conservare il pesce, le verdure, le uova e altri alimenti deperibili. Un capitoletto per illustrare i ferri del mestiere e quindi ancora preziosissimi consigli per debellare gli scarafaggi, combattere il mal di mare e gestire la rumentiera (ndr. nell’uso marinaresco è la cassetta per le immondizie) rispettando sì l’ambiente circostante, ma senza sentirsi costretti ad impuzzolentire la propria barca.

Grazie alla vena ironica dell’autrice, la lettura scorre veloce e il formato del volumetto consente di trovare uno spazio adatto a conservarlo in qualsiasi tipo d’imbarcazione.

Se siete navigatori è il momento opportuno per sperimentare, nella stabile cucina di casa vostra, i suggerimenti di Elisabetta Eördegh e, tanto per stuzzicare la curiosità, vi proponiamo di provare le ricette proposte con quella pentola che, quando si era diffusa una quarantina d’anni fa, molti  l’avevano soprannominata “atomica”.

Buon appetito e, come sempre, buon vento.

Gennaro Coretti

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