Barca che vince non si cambia? Non sempre. Nel caso del Dufour 412 che va a sostituire il 410, uno dei 12 metri di maggior successo degli ultimi anni, il cantiere francese ha deciso di fare un piccolo passo in avanti. Fa parte di un’operazione che coinvolge buona parte della gamma Grand Large nel suo complesso, che la rende più attuale e più “appetitosa” per il mercato. Il 412 quindi cambia un po’ ma rimane in sostanza lo stesso di prima e, cosa molto importante, si basa ancora sulla azzeccatissima carena disegnata dallo Studio Felci.
L’abbiamo provato, in anteprima assoluta per l’Italia, nelle acque del Golfo di La Spezia, un po’ prima del Dufour Day, la grande festa che Settemari Yacht ha organizzato per mostrare (e far provare) la sua gamma da crociera.
COPERTA
Due dei cambiamenti principali sul 412 sono proprio qui, alle due estremità della coperta. A prua è arrivato un intelligente bompresso che rende molto più facile murare e gestire le vele di prua e che nel complesso razionalizza tutta la zona. Ospita l’ancora e rende molto più semplici le operazioni per dar fondo e recuperarsi sull’ancora. Ci è piaciuto anche il disegno del gavone, la catena cade nel modo giusto senza correre il rischio di incattivarsi, il portellone è molto ampio ed una volta aperto si accede all’interno senza
L’altro grande cambiamento è invece a poppa, dove compare una vera e propria cucina esterna. Questa è una caratteristica che coinvolge anche le sorelle grandi della gamma Grande Large di Dufour. Se all’inizio può far storcere il naso ai puristi della vela, si tratta invece di una bella briscola, di quelle pesanti, da giocarsi quando si è in crociera, in vacanza con la famiglia.
Alle spalle del timoniere
Il passaggio da un metro di larghezza sulla destra sostituisce i due più piccoli della versione precedente. Nel complesso la circolazione ci sembra decisamente funzionale grazie anche ai 65 cm che ci sono tra le due ruote. Peccato solo per il portabicchieri a poppa del tavolo e sotto allo spazio riservato all’installazione del plotter, un vero distruggi-ginocchia che però, ci è stato garantito, verrà eliminato sui prossimi modelli.
Il resto della coperta rimane quella che già ben conoscevamo del 410: passavanti larghi (41 cm), pozzetto capiente (179 x 230 cm) con sedute ben studiate (molto lunghe le panche 179 cm, leggermente bassi gli schienali 31 cm). Esiste la possibilità di trasformare tutto il pozzetto in uno sconfinato prendisole con due ribalte ai piedi del pozzetto. Un po’ macchinoso, ma poi nessun maniaco della tintarella potrà lamentarsi.
Nell’insieme l’organizzazione delle manovre è estremamente tradizionale: scotta di genoa e avvolgitore sono rinviate a portata di timoniere, il resto vicine al tambuccio.
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INTERNI
Qui i cambiamenti sono meno, e riguardano soprattutto la cucina, ora meglio separata dalla dinette. Proprio la cucina è uno dei punti forti della barca: per la lunghezza del piano di lavoro, per il grande frigo con doppio accesso, ma anche per ventilazione (con il suo piccolo oblò dedicato) e luminosità. Questa è forse il secondo punto forte in tutta la barca, grazie alle grandi finestrature, non solo laterali quanto in alto sia sul sopra della tuga che, per quanto riguarda le cabine di poppa, quelle che affacciano verso il pozzetto.
I volumi interni del 412 sono ovunque buoni, a cominciare dai due metri di altezza in dinette che continuano nelle zone di disimpegno delle cabine. Queste erano tre sul modello della prova, con la classica armatoriale a prua e le due gemelle matrimoniali a poppa. Nella versione base le cabine sono solo due e, a poppa sulla sinistra, c’è un grande gavone tecnico con accesso anche dal pozzetto. In questa configurazione il bagno diventa più grande (si aggiunge un grande box doccia) ma, onestamente, anche quello che abbiamo visto sulla barca del test ci sembra più che sufficiente.
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Come dicevamo in apertura, il meglio di questa barca lo garantisce il disegno della carena dello Studio Felci. E’ studiata per dare già belle sensazioni con poco vento. Il 412, finché lo sbandamento non aumenta, trascina infatti pochissima acqua e lascia ben fuori le estremità. Questo significa non solo buona velocità, ma soprattutto una certa agilità. Come abbiamo potuto provare durante il nostro test, in una tipica giornata di brezza mediterranea da 12 nodi, la barca pur essendo un mezzo pensato e progettato al 100% per la crociera facile, comoda e sicura in famiglia, resta comunque piacevole da timonare, “si sente” e obbedisce. Con quei 12 nodi di bolina navigavamo a 6,7 nodi che diventavano 7,6, poggiando ben larghi fino ai 55°. Il passo rimane decente andando al traverso 7,0 nodi. Scendendo ancor di più diventa necessario, con questo vento, issare qualcosa a prua (che non avevamo per la nostra prova, ma che il musone di prua rende molto facile da utilizzare) o accendere il motore. In questo caso si viaggia in crociera a 2.500 giri a 7,4 nodi. Con la manetta al massimo – 3.000 giri – si raggiungono gli 8,3 nodi.
DUFOUR 412 – LA SCHEDA TECNICA
Progetto Studio Felci
Costruttore Dufour Yachts Francia
Dealer della Prova Settemari Yacht, Ufficio La Spezia (Porto Lotti) La Spezia Italy, Viale San Bartolomeo 394 , tel/fax +39 0187 532240, info@settemariyacht.it, sbotti@settemariyacht.it
Categoria di progettazione CE A
Lunghezza massima f.t. m 12,70
Lunghezza al galleggiamento m 11,15
Larghezza massima m 4,20
Pescaggio m 2,10
Dislocamento kg 8.940
Zavorra: kg 2.600
Cabine 2/3
Motorizzazione 40 HP
Serbatoio carburante lt 200
Serbatoio acqua lt 380
Costruzione scafo e coperta in VTR, laminato pieno per lo scafo, sandwich per la coperta.
Prezzo base Euro 121.490 Iva esclusa
Superficie velica: 71 mq
Randa: 38 mq
Genoa: 33 mq
I: 14.50 m
J: 4.30 m
P: 13.92 m
E: 4.70 m
LP: 4.61 m
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