Flipper 900 ST: un piccolo cabinato dalle grandi doti

Agile, veloce, spazioso e rifinito, il Flipper 900 ST, fratello del 900 DC, è un ottimo esempio di come si possa realizzare un buon progetto nel migliore dei modi, senza lesinare in qualità e sostanza.

Per iniziare

Abbiamo già provato per voi il modello 900 DC, dalle grandi doti sportive e dalla superba qualità costruttiva. Vediamo ora il Flipper 900 ST, diverso per tipologia, (è infatti un cabinato) ma accomunato dalla stessa filosofia. Il cantiere finlandese progetta e costruisce queste barche non risparmiando sui materiali e sulle lavorazioni in modo che il risultato finale possa soddisfare gli armatori che non vogliono scendere a compromessi.

Nonostante il nome sia assolutamente simile tra i due modelli, le carene sono differenti e progettate appositamente per ottenere comportamenti e performance distinte. Il cantiere, infatti, progetta e costruisce carene differenti per ogni modello, dimostrando un’attenzione particolare all’ottimizzazione di pesi, equilibri, vivibilità, usabilità, consumi e prestazioni. Il risultato, evidentemente, si vive e si percepisce quando si naviga. Visto da lontano il Flipper 900 ST si riconosce per la tuga finestrata arrotondata e completamente aperta verso poppa e per il parabrezza in tre sezioni: uno sguardo distratto potrebbe scambiarlo per altri prodotti sul mercato, ma una vista più puntuale ed approfondita permette di scoprire ciò che questa barca è capace di mostrare. Veniamo a scoprire, per esempio, che il teak massello che ricopre coperta, passa-avanti, trincarini, scalinate di poppa e plancette incluse è di serie su tutti i modelli, è proprio una scelta del cantiere per rendere immediatamente distintive le proprie barche.

Gli esterni del Flipper 900 ST

La dimensione contenuta del Flipper 900 ST non ha impedito ai progettisti di realizzare un pozzetto che per dimensioni e arredamento non ha nulla da invidiare a imbarcazioni ben più grandi:

Prendisole di poppa, mobile cucina, tavolo pranzo e divani risultano confortevoli ed ergonomicamente convincenti. Ci troviamo di fronte il tavolo in teak, dotato di porta-bicchieri e tientibene, addirittura regolabile elettricamente in altezza per essere abbassato al livello delle panche e diventare un unico prendisole una volta inserita l’apposita cuscineria mancante.

Sia nell’uso pranzo sia prendisole lo schienale del divanetto a due posti del copilota viene portato in avanti con un semplice sistema a pantografo in robusto acciaio inox. Il mobile cucina, poi, è una vera sorpresa: il piano che lo ricopre, bloccato da un fermo, può scorrere verso destra per scoprire il lavello e la piastra di cottura e può fungere, in questa posizione, da piano di lavoro se è necessario; altrimenti può essere posto in posizione verticale, a parete, e fissato in modo da lasciare libero il passaggio verso poppa.

Una soluzione alquanto semplice ma intelligente per risolvere il problema di spazio in cucina. Conoscendo la vita sul mare i progettisti sono riusciti a ricavare gavoni e volumi utili un po’ ovunque, a pavimento, sotto i divani, nel mobilio, nelle plancette e nel grande garage di poppa (la motorizzazione fuoribordo ne permette un’occupazione minima da parte di serbatoi e impianti): spazi così a bordo non sono mai abbastanza.

Una barca completamente chiusa in Italia non avrebbe molto mercato, ecco quindi che una generosa porzione di tetto può essere aperta da uno scorrevole per scoperchiare quasi tutto il pozzetto, a partire dal parabrezza per finire al divano di poppa: una soluzione che permette anche di portare la barca “vento in faccia” quando eretti nella postazione di guida.

L’ambiente dedicato al comando dell’imbarcazione, infatti, risulta piuttosto confortevole ed ergonomico, tanto per la guida eretta che per quella da seduti che, ad essere molto pignoli, risulta forse un po’ bassa rispetto all’altezza del cruscotto: probabilmente è dimensionata sugli standard di corporatura dei nordici.

Dato che il pozzetto è quasi a tutto baglio, i passa-avanti risultano abbastanza stretti seppur sempre percorribili in sicurezza dati i tientibene ben distribuiti, mentre il passaggio più confortevole avviene attraverso l’apertura della sezione centrale del parabrezza e tre gradini (naturalmente rifiniti in teak) ricavati direttamente sulla struttura della tuga.

Tutta l’area di prua della Flipper 900 ST è dedicata a prendisole; nella prova le cuscinerie non erano montate, ma questo ci ha permesso di notare meglio le ampie finestrature fisse e il grande passa-uomo apribile che portano luce ed aria agli interni.

All’estrema prua i passa-avanti si allargano in una superficie occupata da un ampio gavone per la catena che nasconde anche il salpa-ancore e l’ancora (in questo caso una bella Ultra Marine inox) è sistemata a vista nel suo musone; ai fini della sicurezza, ma anche della praticità, la battagliola inox si interrompe ai lati della prua per permettere agevolmente il passaggio da e verso terra.

Gli interni

Se pensiamo alla dimensione contenuta del Flipper 900 ST, pari nove metri come si intuisce dal nome, non immaginiamo invece quanto spazio possiamo sfruttare sotto coperta, sorprendente e intelligentemente organizzato. Nonostante la configurazione degli interni sia quella che siamo abituati a vedere su questo genere di imbarcazioni, è l’equilibrio fra gli elementi che fa la differenza. Intanto è inusuale che la cabina di prua sia chiusa da una porta: normalmente l’ambiente è unico e la privacy è completamente persa.

Chi ne fa un po’ le spese è l’ingresso, dotato di divanetto e armadio ed accesso alla seconda cabina a poppa. Questa cabina matrimoniale risulta bassa perché situata sotto il pozzetto, d’accordo, ma comunque bella ampia nella superficie e soprattutto nascosta alla vista dell’esterno. Dimenticavo un particolare che non evidenziare sarebbe un errore madornale: il mobilio e le pareti interne nelle parti a vista è realizzato in legno massello spazzolato ricavato da lastre uniche in modo da ottenere uniformità e continuità nelle fiammature naturali, un vero lusso da superyacht.

Una porta situata nell’ingresso si apre al bagno, piuttosto ampio, completamente gelcottato lucido per la migliore facilità di pulizia; è dotato di panca a ribalta che copre il wc e ampia finestra con tendina oscurante. Doccetta a mano in aggiunta al miscelatore del lavello, comando e indicatore per le acque nere e bocchetta del riscaldamento completano le sue dotazioni. Passiamo ora a prua dove la cabina matrimoniale, grande e rischiarata da finestrature sia laterali a murata sia a soffitto, offre un doppio utilizzo: letto e area pranzo, semplicemente togliendo la parte centrale del materasso ed alzando il tavolo, una soluzione non certo nuova, ma la dimensione della cabina rende il tutto molto confortevole. Continuando il discorso sullo sfruttamento degli spazi, all’interno dei tre divani della cabina di prua sono ricavati ottimi gavoni, voluminosi e facilmente raggiungibili. Ciò che colpisce di questi Flipper è la ricercatezza dei materiali, la cura nelle finiture, sia di falegnameria e di laminazione della vetroresina sia della selleria e degli accessori; il cantiere non è sceso molto a compromessi in fatto di qualità e sostanza, la Flipper 900 ST, infatti, non è la barca per tutti, si rivolge ad un’utenza selezionata capace di apprezzarne le caratteristiche.

Flipper 900 ST: la prova

La giornata della prova a Genova dopo il Salone Nautico ci regala un bel sole ma mare lungo in aumento, le onde che inizialmente arrivano al metro, a fine prova superano sicuramente i due e mezzo: ebbene, il Flipper 900 ST non ha mostrato sofferenze o comportamenti negativi, anzi.La sua carena, simile al fratello 900 DC, è più tranquilla, meno estrema ma pur sempre estremamente divertente se si vuole portare la barca in modo sportivo, più stabile se si vuole navigare in crociera in famiglia.

Le accostate strette in cerchi perfetti di circa 25 metri producono angoli di rollata meno pronunciati del 900 DC, ma la sensazione rimane sempre quella di estrema maneggevolezza e sicurezza in ogni manovra, anche la più azzardata.

Cavitazione e imbardate assenti caratterizzano inoltre le accostate più strette, segno che le linee di carena sono disegnate con attenzione marinara. Sul tema sicurezza poi, lo abbiamo già accennato, dobbiamo evidenziare come le alte murate e la presenza di numerosi tientibene rendano certamente la vita a bordo serena e tutelata.

La doppia motorizzazione fuoribordo da 200 cavalli è più che sufficiente per regalare velocità notevoli con una massima di 38 nodi ed accelerazioni potenti: divertente, un po’ come guidare un go-kart. I consumi, risultanti dalla giusta combinazione di potenza installata/linee d’acqua/peso e distribuzione delle masse sono piuttosto contenuti: a 20 nodi di una velocità di crociera tranquilla i motori bruciano meno di 50 litri l’ora. Per concludere il Flipper 900 ST, così come il fratello, ci ha convinto completamente, è davvero un piccolo yacht dalle grandi virtù.

 

Condizioni della prova
Vento nodi 15 – 20
Mare 3-4 onde lunghe fino a 2,5 metri
Carburante imbarcato litri 300
Acqua imbarcata 0
Persone a bordo 3
Carena Sporca
Motorizzazione HP 200 x 2 Mercury XL DTS
giri/min velocità litri/ora litri/miglio Autonomia
600 3 4,4 1,5 259,1
1000 5,1 7,4 1,5 261,9
1500 7 12 1,7 221,7
2000 8,4 19 2,3 168
2500 10,5 26,4 2,5 151,1
3000 15,3 36,6 2,4 158,9
3500 21,6 50,2 2,3 163,5
4000 26,9 68 2,5 150,3
4500 30 84 2,8 135,7
5000 35,1 120 3,4 111,2
5200 38,1 128,6 3,4 112,6
Velocità minima di planata – trim 0 Nodi 9,2 a 2.200 rpm
Velocità minima di planata – trim +26 Nodi 8,0 a 2.150 rpm

www.bellacenter.it

contatti

 

Martino Motti


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Martino Motti

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