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La IMOCA 60 di Alex Thomson ritrovata in Patagonia 10 anni dopo il naufragio

Molti di voi ricorderanno il drammatico e rocambolesco salvataggio di Alex Thomson (oltre alla sua camminata sull’albero…): il velista fu costretto ad abbandonare la sua barca, la IMOCA 60 sponsorizzata da Hugo Boss, durante la Velux 5 Oceans nel novembre del 2006. Poco più di un mese dopo la partenza, a circa 1.000 miglia dalle coste del Sud Africa, la rottura della chiglia in oceano Indiano e una burrasca in arrivo costrinsero il velista inglese all’abbandono. Thomson fu salvato da un altro regatante, Mike Golding, che una volta appurato che lo scafo non avrebbe resistito alle condizioni meteomarine previste, risalì il vento per quasi 100 miglia con la sua Ecover per andare a soccorrere l’amico. La barca, ovviamente, fu abbandonata al suo destino, e tutti la pensavano affondata da qualche parte.

Qualche giorno fa, invece, un escursionista in esplorazione lungo le coste cilene a bordo di un kayak si è trovato davanti lo scafo della barca di Thomson: ad oltre 10.0000 miglia e quasi 10 anni di distanza dall’abbandono. La probabile “rotta” della Hugo Boss, decisa dai venti e dalle correnti, l’ha portata a traversare l’oceano Indiano, passare a sud dell’Australia, traversare ancora il Pacifico per arenarsi sulle desolate coste della Patagonia cilena. La barca è ovviamente un relitto: scafo più o meno intatto, ma niente chiglia, niente albero, pozzetto distrutto e nessuna attrezzatura sopravvissuta.

Tornano alla mente le immagini che Alex Thomson ha filmato nei momenti della rottura e dell’abbandono della barca: piangendo e tremando dice “è stata la mia vita per gli ultimi tre anni, so che devo abbandonarla, ma non è giusto”. Chissà cosa ha provato nel sapere del ritrovamento. Le uniche dichiarazioni ufficiali sono quelle in cui il velista fa sapere che sarà fatto tutto il necessario per aiutare nella rimozione della barca (che ormai appartiene alla compagnia assicurativa). Thomson è già impegnato nella preparazione della sua nuova Hugo Boss per affrontare la Vendée Globe del 2016/2017, ed è già reduce da un altro salvataggio a bordo della nuova barca, rovesciata da un’onda durante la Transat Jacques Vabre lo scorso novembre nel nord della Spagna. Il motto della sua nuova impresa non poteva che essere “Sail Survive Succeed.”

Sara Teghini

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