Miami Boat Show: l’economia nautica USA in (forte) crescita

Di Andrew Ashless

Buone notizie in arrivo da oltreoceano, da dove stiamo seguendo il Miami Boat Show. L’economia americana della nautica da diporto sta ripartendo, e a gonfie vele. Così ci ha detto Thom Dammrich, Presidente dell’NMMA, l’organizzazione di categoria nazionale (l’UCINA a stelle e strisce):  “Un settore in solida e in costante crescita, insieme al lancio di prodotti tecnologicamente avanzati, ha spinto in avanti le vendite. Le nostre previsioni danno, per il 2016, una crescita di circa il 6/8% per quanto riguarda le imbarcazioni a motore. Questo ci fa dire con una certa tranquillità che al termine della stagione dei saloni nautici invernali ritorneremo a livelli di vendite pre-crisi, con più di 250.000 imbarcazioni vendute.

Dammrich ha poi fatto un’interessante distinzione tra barche da acqua dolce e quelle da acqua salata. Negli States infatti il grosso del mercato, in termini di unità, è legato alle piccole imbarcazioni per le acque interne (470.000 kmq, la superficie dell’Italia è 301.000 kmq) ma c’è poi anche tutto il mondo degli scafi per navigare in mare (quindi al 90 % in Oceano) mediamente sopra i 40′: “Le barche più piccole, le entry level, sono state le prime a ripartire in termini di vendite dopo la crisi e sono state la base per rilanciare il settore, anche verso l’alto”. Non a caso la crescita del segmento delle barche sopra i 40′  ha fatto segnare, da settembre, un significativo + 10,7 %. L’onda lunga della ripresa, negli USA, si sta facendo sentire.

Ma cos’è, e come funziona la nautica da diporto negli USA? Vediamo due numeri (sempre secondo le stime dell’NMMA).

Primo: sono molto autarchici, il 95% delle barche vendute negli Stati Uniti, sono costruite negli Stati Uniti.
Secondo: il compartimento vale molto, 121 miliardi di dollari (come impatto economico complessivo, diretto e indiretto, in un anno). Le aziende che vivono di nautica da diporto sono 34.833
Terzo: dà lavoro a tante persone, 650.000, di cui 472.000 in maniera diretta, 177.000 in maniera indiretta.
Quarto: gli piacciono le barche piccole, il 95 % sono lunghe al massimo 8 metri e navigano nelle loro sconfinate acque interne.
Quinto: gli USA sono il paradiso dei motoristi. Nelle loro acque navigano 12.014.387 barche, di queste l’82% sono a motore, il 10% PWC cioè “personal water craft” e quindi moto d’acqua in tutte le loro declinazioni, il 3% sono a vela (il restante 5 % viene classificato nella generica categoria di “altri tipi di imbarcazioni”

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