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“Per un solitario la gestione del sonno è una componente importantissima della strategia di regata. Si può imparare a dominare il sonno e la veglia, ma serve allenamento, conoscenza di se stessi e un po’ di tecnica”.
A 10 giorni dalla partenza della Roma X1, X2, Xtutti, prevista per il prossimo 10 aprile, intercettiamo Matteo Miceli a bordo del Saudade, l’Hanse 370 di Alessandro Fiordiponti, il velista scomparso lo scorso dicembre durante un’immersione al Giglio. Alessandro era un entusiasta velista, conosciuto e amato non solo dagli amici di Riva di Traiano, che aveva aderito con entusiasmo alla prima edizione in solitario della Roma X 1. “Riportare in acqua Saudade – ci dice Matteo – è forse il modo migliore di ricordare Alessandro, il suo entusiasmo e la sua visione del navigare e della vita”.
Matteo Miceli affronterà dunque le 530 miglia del percorso Riva di Traiano – Lipari e ritorno in solitaria. Come è abituato a fare. Le navigazioni in solitario Matteo le conosce a tutte le latitudini, soprattutto dopo quel giro del mondo naufragato veramente quando tutto il difficile sembrava ormai compiuto, dopo essere passato indenne sotto burrasche micidiali e sotto i tre capi meridionali della Terra.
E conosce bene uno dei nemici dei solitari impegnati in questa regata: il sonno.
“La RomaX1 si corre in una zona di mare trafficata – ci dice – dove l’attenzione deve essere sempre massima. Da questo punto di vista è molto più impegnativa di una regata oceanica”.
Certo che per quanto ridotta a tre-quattro giorni è impensabile che un solitario possa non dormire mai. Allarmi acustici a bordo a parte, tu hai messo a punto una tecnica precisa per preparare le tue navigazioni.
“Si ho lavorato molto con, Claudio Stampi, credo il massimo esperto nella gestione del sonno che proprio in occasione della regata terrà un corso a Riva di Traiano il primo di aprile al circolo di Riva di Traiano”.
Qual è la tecnica che hai messo a punto con Stampi?
“Prima di tutto mi ha insegnato ha individuare che tipo di persona sono, se notturna o diurna, per individuare il momento del calo fisiologico. Ognuno di noi lo ha, in momenti diversi. Se sei uno a cui piace fare tardi la sera, se sei quindi un tipo notturno, il calo fisiologico può arrivare fra le 2 e le 4 del mattino, per uno tipo diurno, come me, arriva prima, verso la mezzanotte. Questo in linea di massima. Con me Stampi ha usato un bracciale per rilevare in maniera scientifica i miei cali fisiologici”.
E una volta individuato il momento del calo che si deve fare?
“Non bisogna saltarlo, bisogna dormire. Se lo perdi è come perdere il treno e devi essere cosciente che farai una gran fatica per tutto il resto del giorno. Può succedere, certo, per una burrasca, per un momento difficile. In quel caso pazienza, non si può fare altrimenti. Ma a maggior ragione non si deve saltare quando non ci sono emergenze da affrontare”.
Una volta individuato il momento del calo, il problema però è quello di dormire.
“Anche in questo caso Claudio Stampi mi ha insegnato, anzi direi proprio mi ha allenato, a dormire a comando. Si tratta di una tecnica che ti permette di ripetere gesti abitudinari che ti conducono al sonno. Tutti noi li abbiamo. Io per esempio passo sempre nello stesso modo il braccio sinistro sotto al cuscino e in pochi secondi dormo, di solito per circa un ora e quindici minuti”.
Ma questi 75 minuti soddisfano il fabbisogno di sonno?
“Sono fondamentali, ma vanno associati a altri sonnellini di 10 – 20 minuti durante le 24 ore. Anche questo non è lasciato al caso. Io ad esempio se dormo oltre 10 minuti entro in una fase di sonno che mi rimbambisce, quindi diventa deleteria. Ancora oggi, dopo tanti mesi di navigazione in solitario, io navigo con una sveglia al collo per rispettare i tempi esatti che abbiamo individuato con Stampi”.
Sonno a parte, quali saranno i passaggi tecnicamente più difficili della Roma X1?
“Ne vedo due, il passaggio alle Eolie, tatticamente legato soprattutto alla meteo e la parte finale del ritorno, quando saremo davvero stanchi e entreremo a navigare in zone molto trafficate, anche di pescherecci con reti a strascico”.
Parliamo ora dei programmi di Matteo. Cosa ci sarà dopo la Roma X1?
“Intanto continuo con la scuola di vela. Organizzo i corsi di altura adottando tecniche di navigazione oceanica e soprattutto navigando con ogni tempo. Poi ho in programma una nuova avventura, il passaggio a nord-ovest. Partirò con una famiglia di svizzeri che ho conosciuto per la Sydney-Hobart del 2008. Allora avevano due figli. Nel frattempo hanno concluso il loro giro del mondo e di figli ne hanno 5, una di 5 mesi. Partiremo insieme con il solito approccio: rispetto totale dell’ambiente, impatto zero, a terra gireremo solo con le biciclette e andremo a incontrare gli studenti delle scuole più sperdute. E poi sta maturando qualcosa che oggi, forse, è più di un semplice sogno”.
Un nuovo giro del mondo?
“Si, un giro del mondo per solitari ma a bordo dei Class 40. Ci sono diversi italiani e altri navigatori che stanno iniziando a pensarci seriamente e credo che per il 2019 potrebbe essere una realtà. Io la chiamo la Vendée Globe dei poveri” e sarà un’altra fantastica avventura.