Ci sono belle storie che valgono la pena di essere raccontate. Oceanus è una di queste. È una onlus internazionale nata da grandi appassionati di mare, biologi, sub, skipper e studiosi. Insomma da gente che il mare lo conosce, lo studia e lo ama. Gente che si impegna a proteggerlo e a monitorarlo.
Oceanus è nata 11 anni fa con lo scopo di svolgere attività di censimento dei mammiferi marini, balene e delfini in particolare, in Mediterraneo e Atlantico. Oggi si occupa in modo più ampio di campagne di sensibilizzazione ambientale e di promozione e sviluppo della ricerca scientifica per la tutela e la conservazione degli ecosistemi marini.
Per le loro campagne di studio usano imbarcazioni messe a disposizione dai loro soci e un piccolo equipaggio è appena partito a bordo di un Lagoon 45 da Les Sables-d’Olonne, sulla costa atlantica franese, per Gibilterra e qui saranno raggiunti da altri soci in arrivo da tutto il mondo.
“Da Gibilterra navigheremo in Mediterraneo per circa tre settimane – spiega Fabio Siniscalchi, presidente di Oceanus – per fare un censimento di balene e delfini. Ma soprattutto faremo un po’ le sentinelle del mare“.
Fabio ci spiega come si svolge una giornata di avvistamento. “Prima di tutto per poter avvistare mammiferi marini le condizioni meteo devono essere tranquille, al massimo 4 beaufort, altrimenti il moto ondoso si confonde con le sagome degli animali. A bordo seguiamo dei turni: chi si occupa della navigazione e chi dell’avvistamento. Gli avvistamenti devono coprire i 360° di visibilità, ognuno ha il proprio spicchio. Quando a bordo abbiamo l’idrofono, con cui registriamo e localizziamo cetacei più grandi, come per esempio il capodoglio, una persona si occupa dello strumento”.
Quando finalmente avvistano dei mammiferi, la prima cosa che fanno è manovrare per non disturbarli, quindi assumendo delle rotte parallele agli animali in modo da non simulare attività predatoria e di caccia. “Individuiamo la specie, il numero di animali, cosa stanno facendo, il loro comportamento e dati più tecnici come la pressione barometrica. Poi a bordo elaboriamo, schematizziamo e cataloghiamo incontri e foto. Ognuno di noi ha varie competenze, per questo riusciamo a fare varie attività anche in piccoli gruppi di azione”.
I dati che raccolgono vengono usati da varie università internazionali (israeliane, scozzesi, greche, australiane e americane) e centri di ricerca che collaborano con loro. “La nostra attività è di raccogliere dati sommativi. Per noi è importante fare più avvistamenti possibile per poi confrontarli negli anni e avere una idea della distribuzione dei cetacei e del loro numero nei nostri mari”.
La gallery è di Vittoria Sesani – Virginie Wyss
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