Era da tempo che cercavo di organizzare una prova in mare d’altura a bordo del Prince 50 di Nuova Jolly Marine. Le doti di carena di questi gommoni sono leggendarie e meritano di essere provate, per bene e a lungo. Forse anche per questo, quando Teo Aiello di Nuova Jolly, mi ha proposto di saltare a bordo durante il trasferimento dal salone di Cannes a quello di Genova, ho preso al volo l’occasione e sono partito.
Quello che segue è il resoconto di questa prova in mare che, svoltasi in condizioni abbastanza proibitive, è stata davvero utile per conoscere a fondo questo eccezionale maxi-rib.
Prince 50 di Nuova Jolly Marine: una prova in mare da cento miglia.
E’ lunedì mattina e le luci del Cannes Yachting Festival si sono appena spente. Piove e le previsioni non sono delle migliori, il che non è certo il massimo visto che, per arrivare a Genova, ci aspettano ben 100 miglia di mare.
D’altro canto questo è il tipo di prove che prediligo, se si vuole provare a fondo un’imbarcazione una lunga rotta consente di arrivare a comprendere tutte le sue sfaccettature, i suoi punti di forza e, se ve ne sono, anche le sue debolezze.
Certo in queste condizioni la maggior parte dei diportisti resta in porto ma, forse proprio per questo, è meglio che a misurare i limiti di una barca siano dei professionisti.
Il Prince 50 di Nuova Jolly ci attende in banchina, questo Maxi-Rib è stato uno dei più ammirati durante il salone, sia per le sue dimensioni che per le sue linee che riescono ad essere contemporaneamente aggressive ed eleganti.
Siamo già in ritardo, è previsto un ulteriore peggioramento delle condizioni meteo marine, per cui dobbiamo partire velocemente. Detto, fatto, molliamo gli ormeggi ed usciamo in mare aperto.
Acceleriamo e il nostro Prince 50, già a 12 nodi, stacca la scia ed entra subito in planata, il che vuol dire che avremo a disposizione molte diverse velocità per affrontare il mare che ci aspetta.
Ed in effetti, appena fuori dalla copertura del golfo, il mare si manifesta e ci fa capire che oggi sarà dura. Onde da un paio di metri, vento al traverso e pioggia, il mix perfetto per le 100 miglia che ci attendono!
Noi però navighiamo a più di 25 nodi con un livello di comfort assurdo per la situazione, la carena è fantastica, non sbatte sull’onda e lascia il gommone guidabilissimo, sempre reattivo.
Certo, i frangenti delle onde sollevati dal vento al traverso non sono certo piacevoli da prendere in faccia, però basta spostarsi un po’ all’interno del grande parabrezza per minimizzare il problema.
Navigando fra i 25 e i 30 nodi arriviamo abbastanza velocemente a Loano, dove abbiamo programmato un rifornimento di carburante. Il Prince 50 non consuma molto, pur in queste condizioni siamo sempre rimasti nell’ordine dei 5,5/6 litri al miglio, sono state le prove durante il salone a prosciugare il grande serbatoio!
Accostiamo con grande facilità alla banchina del distributore nonostante il gran vento (come mi piace il Joystick di Mercury) e … e il gestore ci dice che la pompa non va! Mentre il tempo passa e le condizioni meteo peggiorano (e noi siamo già quasi rassegnati ad un andirivieni in taxi con le taniche), ci viene un’ispirazione e chiediamo al gestore di provare a riavviare l’impianto. Una pratica quantomai diffusa nell’epoca dell’elettronica che, per fortuna, si rivela risolutiva e ci consente seppur lentamente di far carburante.
Ma abbiamo perso più di due ore e nel frattempo vento e mare son aumentati a dismisura.
Ci rimettiamo le cerate, indossiamo i giubbotti auto-gonfiabili e mettiamo la prua del Prince 50 fuori dal porto. Adesso il vento soffia a più di 30 nodi, il mare è bianco dei frangenti e le onde son ben più alte di prima, in molti casi più di tre metri.
In dislocamento si naviga bene, la barca è stabile e sicura ed il comfort ancora alto ma, a causa dei vari ritardi, non possiamo permetterci di andar piano, arriveremo troppo tardi ed il buio non va d’accordo con queste condizioni.
Entriamo in planata e portiamo il Prince 50 intorno ai 20 nodi che, ancora una volta, ci sorprende e dimostra una capacità di tenere il mare superlativa. A questa velocità le montagne d’acqua che superiamo sembrano villette a due piani e scalarle è possibile solo grazie alle eliche dei quattro Mercury V10 400 che, letteralmente, mordono l’acqua e spingono le 10 tonnellate del Prince 50 in salita.
In queste condizioni il gommone va guidato per bene, cercando di evitare le vette più alte, facendosi strada nello spazio fra un maroso e l’altro. Un lavoro di attenzione continua, che le secchiate d’acqua in faccia rendono ancor più faticoso, tanto che ci dobbiamo alternare alla guida. Per fortuna siamo in due ed andiamo in barca insieme da tempo.
La situazione continua a peggiorare fino a Genova dove, grazie a questa barca straordinaria, entriamo poco prima che faccia buio, senza aver avuto il minimo problema a bordo.
Non una rottura, non un cigolio, nemmeno negli impatti più cattivi. Di barche cosi ne ho provate davvero poche in vita mia…
Dati della prova
giri/min | velocità | litri/ora | litri/miglio | Autonomia miglia |
600 | 3,2 | 10,3 | 3,2 | 574,8 |
1000 | 6,2 | 25,2 | 4,1 | 455,2 |
1500 | 8,5 | 36,9 | 4,3 | 426,2 |
2000 | 12 | 67 | 5,6 | 331,3 |
2500 | 14,5 | 85 | 5,9 | 315,6 |
3000 | 19,2 | 120 | 6,3 | 296 |
3500 | 21,8 | 145 | 6,7 | 278,1 |
4000 | 26 | 176 | 6,8 | 273,3 |
4500 | 31,5 | 220 | 7 | 264,9 |
5000 | 37,9 | 309 | 8,2 | 226,9 |
5500 | 42,2 | 375 | 8,9 | 208,2 |
6000 | 45 | 410 | 9,1 | 203 |
6200 | 48 | 490 | 10,2 | 181,2 |
Come è fatto questo Maxi-Rib
E’ fatto decisamente bene, con tecniche e materiali suoperiori allo standard di mercato. Lo scafo è realizzato interamente in infusione con resine vinilestere, utilizzando tappeti multi-assiali che garantiscono maggiore stabilità e resistenza strutturale. Il ragno strutturale è sovradimensionato e dotato di madieri e paramezzali di sezione maggiorata. Gli interni, laddove la vetroresina è a vista, sono realizzati in contro-stampata con gelcoat lucido, il mobilio è semplicemente perfetto, frutto della maestria di chi sa lavorare il legno.
L’aspetto esteriore, frutto della matita di Luca Macchi, è quello di un open puro di impareggiabile bellezza. Tratti che non farebbbero presagire come il Nuova Jolly Prince 50 possa offrire interni cosi spaziosi ed accoglienti. Un largo tambuccio con una chiusura curva scorrevole ed una scala a due gradini portano sottocoperta dove l’unico ambiente che accoglie il visitatore è organizzato e concepito per essere multi funzione.