L’eredità da raccogliere non è semplicissima, è quella dello Swift Trawler 34, venduto dal 2009 in 350 esemplari e uno dei migliori long-seller della casa francese. La filosofia rimane quella che contraddistingue un po’ tutta la gamma: scafo semiplanante, consumi ridotti, velocità contenute e possibilità di grandi percorrenze. Qui la taglia è piccola, si tratta di un natante, e gli obiettivi sul mercato sono le coppie (magari in pensione) che hanno voglia di dare sfogo alla loro voglia di navigare veramente, o le famiglie. E’ il genere di barca che piace molto ai velisti ma, ci hanno garantito alla Bénéteau, rispetto al modello che l’ha preceduto c’è ora molto meno “travaso”: chi lo sceglie sono motoristi veri, ma che non vogliono il solito piccolo fly per la famiglia.
In questo nuovo prodotto della casa di Les Herbiers si fa sentire, e molto, la mano molto italiana dello Sudio Andreani che ha preso il controllo del design sia degli interni che degli esterni. Spicca prima di tutto il disegno della vetrata (da segnalare che la struttura frontale non ha inserti in vtr, ha solo dei montanti in alluminio, e questo comporta meno peso e meno vibrazioni) che richiama molto da vicino le più grandi navette di ultima generazione. Di Swift Trawler 30 ne sono già stati venduti 50 esemplari, una linea di produzione apposita, oltre a quella in Europa, è stata approntata negli stabilimenti USA di Bénéteau.
Coperta
Uno delle i principali innovazioni è lo specchio di poppa che si apre completamente, una buona idea sia in rada che in porto per sfruttare al meglio pozzetto e plancia di poppa che, di fatto, diventano un’unica superficie di circa sette meri quadrati complessivi (e in diretto contatto con la dinette interna); bene anche la scelta della pianta asimmetrica, quindi con il passavanti a destra più largo e ben protetto, ci sono anche l’apertura laterale verso la zona di pilotaggio e anche verso l’esterno, sulla murata. La circolazione a bordo è quindi nel complesso è decisamente ben studiata. Bene anche l’idea di aver previsto due posizioni per la scaletta che porta al fly, quando non serve la si può porre anche in verticale vicino alla tuga, e questo liberà un bel po’ di spazio in pozzetto quando serve.
Il fly si allunga molto verso poppa e quindi riesce ad inventarsi anche lui una valida quantità di spazio calpestabile. La postazione di pilotaggio è un po’ piccola, ma alla fine intorno al (piccolissimo) tavolino c’è lo spazio lo spazio a sedere per 6 persone. In realtà questo “secondo piano”, pur non essendo uno spettacolare flybridge, diventa un’ulteriore via di circolazione a bordo, il mezzo per far si che la barca non sembri mai piena (la quadratura del cerchio quando si parla di natanti). In questa direzione aiuta molto anche la buona superficie del prendisole di prua, completamente aggirabile e con una buona altezza della battagliola.
Gli interni
A livello della coperta ci sono, oltre alla timoneria, la cucina lineare sulla sinistra e il tavolo da pranzo/dinette sulla destra, con uno schema che ripropone quello del precedente 34. In più arriva l’invenzione degli sgabelli che vanno a “scomparire” dotto al divano, ma che si possono estrarre per arrivare ad avere cinque posti a sedere. Rimane, rispetto al predecessore, la presenza di un’infinità di stipi, vani e gavoncini. Sono ovunque e sono una dei punti di forza della barca.
La zona notte è al ponte inferiore, di base è prevista la cabina di prua, e il bagno separato in due parti, doccia a sinistra, wc e lavandino a dritta. Esiste anche un seconda configurazione con addirittura una seconda cabina con due letti sovrapposti sulla sinistra (e scompare la doccia separata). Questa soluzione, possibile grazie alla scelta progettuale di una tuga asimmetrica che libera più volumi da un lato dell’imbarcazione, è decisamente meno gettonata (dal 30% dei clienti) e ha senso solo per chi ha dei bambini, le misure sono veramente molto al limite.
La cabina di prua ha invece volumi abbondanti per un barca di 10 metri, il letto a penisola è aggirabile e anche qui non mancano i gavoni per stivare i bagaglio. Nella visione di Bénéteau va ricordato che anche il divano della dinette diventa una seconda cuccetta: il tavolo da pranzo si sposta in pozzetto e la trasformazione avviene in pochi secondi. Nota di merito, poi, per il bagno: la soluzione dei volumi separati si rivela intelligente e funzionale.
La prova
Un solo motore, trasmissione in linea d’asse, 370 HP di potenza. Impossibile chiedere nulla di più tradizionale, affidabile, tranquillo. Lo Swift Trawler è la barca per la famiglia per eccellenza, anche per quanto riguarda prestazioni e motorizzazioni. Costi contenuti, facilità di manutenzione, prestazioni tranquille. Certo, per il mercato italiano, avere un solo motore a bordo è sempre un tabù ma, la possibilità di avere la predisposizione per un FB ausiliario è in fase di studio, in più l’affidabilità dei motori moderni è tale da rendere questo genere di preoccupazione decisamente meno attuale (e non a caso in tutto il Nord Europa questa scelta è assoluta normalità).
Il più piccolo degli Swift Trawler avrà pure un’anima tranquilla, ma anche in condizioni decisamente impegnative come quelle che abbiamo incontrato Palma di Maiorca (due metri d’onda, vento a 30/35 nodi) se l’è cavata decisamente bene. Da segnalare, prima di tutto, pochissime vibrazioni. In condizioni in cui i tergicristallo vanno ininterrottamente e bisogna sempre avere una presa ben salda per tenersi, poter navigare su un 10 metri a 14/nodi avvolti da un piacevole senso di sicurezza e da nessun rumore inquietante, è una rarità. Nessuno scricchiolio, nessuna porta che sbatteva: il normale e ovvio rumore di un barca che batte sull’onda. Rassicurante.
Viste le condizioni non abbiamo raggiunto le potenziali velocità massi della barca, 25 nodi sulla base dei test del cantiere, ma abbiamo comunque sfiorato i 22, e ci siamo attestati su un regime di crociera di 15: ritmi di tutto rispetto anche per scafi di dimensioni maggiori (soprattutto in virtù del relativo comfort di cui parlavamo sopra).
Da segnalare poi: una buona stabilità navigando con le onde in poppa, si riesce a lavorare ben di timone e non abbiamo mai preso imbarcate eccessive, per sbagliare bisogna impegnarsi. Qui si fa sentire la lunga chiglia che corre sotto alla scafo, tiene sui binari la barca oltre a proteggere l’elica; consumi ridotti: il monomotore alla fine chiede circa 35 litri di gasolio ora, cifre che tranquillizzano il buon padre di famiglia.
Ormeggio in porto? E con 30 nodi di vento? Nessun problema, anche avendo un solo motore: come se fosse un mega yacht lo Swift Trawler monta sia l’elica di prua che l’elica di poppa. La seconda costa 4.000 Euro, la prima è standard. Alla fine dei conti, come ci hanno confermato alla Bénéteau, una scelta che fa il 90% degli armatori.
Swift Trawler 30 – La scheda tecnica
Lunghezza f.t. 9,99 m
Baglio max 3,53 m
Massa a vuoto ca. 6.000 kg
Pescaggio 1,o5 m
Motori della prova: 1 x Volvo Penta D6 370 HP , diesel
Altre motorizzazioni: 1 x Volvo Penta D4 300 HP, diesel
Serbatoio carburante 720 l
Serbatoio acqua dolce 2 x 150 l
Cassa acque nere 95 l
Portata persone 8
Categoria CE B
Design Andreani Design (interni ed esterni)
Progetto Bénéteau – MICAD
Prezzo base: Euro 177,100 Iva esclusa (con 1 x Volvo Penta 370 HP)
Contatti: www.beneteau.com/it
Swift Trawler 30 – I numeri
Giri/min | Velocità (nodi) | Consumi (litri/ora) | Rumorosità dbA |
600 | 1,9 | 1,1 | 62 |
1000 | 4,9 | 3,4 | 63 |
1500 | 7,1 | 7,9 | 68 |
2000 | 9,2 | 19,7 | 69 |
2500 | 11,5 | 34,3 | 73 |
3000 | 18,2 | 49,3 | 76 |
3550 | 21,4 | 71,9 | 79 |
Condizioni della prova: mare mosso, 4 persone a bordo, serbatoio carburante 90%, serbatoio acqua 100%. Velocità minima di planata: 13 nodi, tempo di planata da fermo: 10” – tempo per raggiungere la velocità massima: 19”