Gozzo Apreamare, la rinascita parte dalla sua storia. Il test della nuova sorprendente creatura

gozzo apreamare nico caponettoGozzo Apreamare . Se davvero di una rinascita si tratterà, lo stabilirà il mercato e la risposta che il pubblico riserverà alla nuova creatura di Apreamare. Quello che è certo, è che Cataldo Aprea ha mantenuto le promesse della vigilia: “Presenteremo una barca capace di essere espressione della nostra storia e nello stesso tempo di sorprendere per le innovazioni che proprorrà”.

Quella mostrata la sera del primo settembre a Capri, a un pubblico composto in minima parte da giornalisti del settore e in larga scala da amici e potenziali clienti del cantiere sorrentino, è infatti una barca che richiama alla memoria, attraverso le sue linee esterne, l’impronta che il classico gozzo ha lasciato nella storia della nautica. Ma lo fa in chiave moderna, seguendo un’evoluzione che la stessa famiglia Aprea, in 170 anni di storia, ha voluto imprimere alla produzione di questo storica barca.

E per sottolineare il forte richiamo alla tradizione, è stato scelto il più semplice e tradizionale dei nomi, “Gozzo“, al quale è stato poi affidato il compito di sostenere tutte le forti innovazioni introdotte, a partire dai piedi poppieri che sostituiscono la classica linea d’asse. Ideato dallo stesso Cataldo Aprea, con l’apporto progettuale fondamentale di Brunello Acampora, Gozzo Apreamare è un natante lungo 9,99 metri, ma con una lunghezza fuori tutto di 11 metri, che grazie ai due Volvopenta D3 200, ci ha fatto volare, durante le prove, a oltre 30 nodi di velocità.Gozzo Apreamare

La nuova barca esprime certamente la dignità della notizia, ma ancora di più, il fatto che lo storico cantiere italiano abbia ripreso la produzione dopo anni difficilissimi, rappresenta quello che lo stesso Cataldo Aprea ha definto come un momento storico:Un evento che non poteva che avvenire qui, tra le nostre terre, nei nostri mari, dove abbiamo la nostre radici, dove tutto è cominciato, perchè presentiamo un prodotto unico nel suo genere, Gozzo, che è la sintesi perfetta della tradizione unita alla modernità e alla tecnologia, tutto condito con un’indiscutibile passione per le cose belle e nuove. Il gozzo sorrentino, nelle sue rapide evoluzioni sembrava oramai destinato a estinguersi, ma non potevano rassegnarci a questa morte annunciata per la mancanza di coraggio di sperimentare qualcosa di nuovo”

https://www.facebook.com/tuttobarche/videos/1656248171060870/

La barca

Abbiamo detto che fra le innovazioni principali proposte da Gozzo Apreamare ci sono i due piedi poppieri, soluzione che lo stesso Cataldo Aprea a definito come una “bestemmia”. In realtà il cuore del progetto risede nell’opera viva. Lo avremmo scoperto in mare, quando siamo andati a provare la barca con un’onda alzata da un fronte temporalesco che non ha risparmiato pioggia e forti raffiche da maestrale. Ma già a vederla all’ormeggio e dopo averne osservato i disegni illustrati in conferenza stampa, era risultato evidente come l’obiettivo fosse stato quello di restituire al gozzo una forte marinità.

Gozzo Apreamare

La prua non ha alcuno slancio, ma è profonda e affilata, mentre le linee d’acqua corrono verso poppa definendo una carena piuttosto piatta ma dotata di profondi pattini di sostentamento. Anche la poppa è totalmente priva di slanci e la lunghezza al galleggiamento termina esattamente in coincidenza con lo specchio di poppa, caratteristica che, insieme ai due evidenti spoiler laterali, produce una grande portanza nella sezione poppiera. Secondo il progettista, queste linee ottimizzano tutti i parametri fondamentali della navigazione, sia in regime dislocante che in planata: comfort, tenuta di mare, prestazioni e consumi. E qualche dato in prova, a sostegno di queste affermazioni, lo abbiamo ricavato.

La coperta

Per avere una percezione complessiva della coperta, e quindi di quella parte importante che definisce la cifra estetica della barca, bisogna alzarsi di qualche metro e osservarla da vicino ma dall’alto. In questo modo si coglie il forte richiamo alle linee tradizionali del gozzo e, nello stesso tempo, salta agli occhi la modernità di una coperta pulita, gradevolisisma da guardare, che lascia scorrere l’occhio liberamente da prua a poppa. Il richiamo alla tradizione lo si trova certamente nel pozzetto, ampio, con una larghezza di due metri e novanta, come lo era quello dei gozzi costruiti dalla famila Aprea negli anni 60, e dalla tuga bassa e sobria. Una tuga che nello stesso tempo esprime, attraverso le sue linee molto sobrie e semplici, un design moderno e ricercato, così come rappresenta una forte spinta evolutiva l’attenzione con cui sono stati studiati gli spazi liberi per le aree relax, per il grande prendisole alle spalle della postazione del pilota, per rendere sicuri gli spostamenti verso prua attraverso passavanti larghi 40 centimetri.gozzo Apreamare prua

Molto interessante la soluzione adottata per il parabrezza, regolabile a seconda delle condizioni e in grado di scomparire completamente quando non è necessario. Nell’insieme la coperta si propone come uno spazio molto comfortevole, privo sostanzialemente di ostacoli e in forte comunicazione con il mare attraverso lo specchio di poppa completamente aperto attraverso il quale si accede a un’enorme plancia di poppa.

In questa zona, nel caso di bambini presenti a bordo, è stata prevista la possibilità di installare un cancelletto su entrambi i lati del prendisole per impedire l’accesso verso l’apertura poppiera.

Interni

Scendere sottocoperta sapendo di essere di fronte a un natante, quindi con volumi interni piuttosto limitati, e che il tipo di barca è per definizione una barca da uscita giornaliera, concepita per essere vissuta soprattutto all’esterno, significa essere colti di sorpresa da tre elementi: altezza uomo in cabina, sensazione di spazio (grazie anche a un sapiente uso di colori chiari), articolazione degli spazi davvero sapiente.Gozzo Apreamare interni Il risultato è che davvero nulla può impedire a un equipaggio di quattro persone di concepire una breve crociera senza dovere rientrare per forza alla base la sera stessa.

Appena scesi, ci si trova in un quadrato sulla cui murata di sinistra si sviluppa in modo lineare una cucina a scomparsa, perfettamente arredata di accessori per preparare qualsiasi tipo di pasto. Due le cabine previste. Quella di prua, che grazie alle sezioni ampie della  zona prodiera, conta su tanto spazio, è destinata all’armatore. La seconda, ricavata alle spalle della discesa, è arredata con un secondo letto matrimoniale disposto in senso trasversale.

Davvero sorprendete lo spazio destinato al bagno che è dotato di un locale doccia separato.

Prova in mare

Se la serata dedicata alla presentazione ufficiale di Gozzo è stata da manuale, con un aria tiepida e atmosfera tersa e chiara, non altrettanto si può dire del giorno dopo, quello deputato alle prove in mare. Capri è stata attraversata da un fronte temporalesco che ha portato sull’isola ripetuti rovesci, vento forte e rafficato e mare mosso. Niente di meglio, fra uno scroscio e l’altro, per uscire a testare la carena del nuovo progetto di Apreamare. Usciamo dall’ormeggio senza utilizzare il joystick e manovrando solo con le leve del motore. I due piedi poppieri fanno un eccellente lavoro, garantendo un’ottima manovrabilità in acque più che ristrette nel marina di Capri, fra grandi e piccoli yacht. Una volta fuori iniziamo a testare le qualità della carena. La prima accostata stretta ha la firma Aprea: graduale e morbida, con la poppa che non cede in derapata, e una trascurabile perdita di velocità. I due spoiler e, soprattutto, il deadrise molto aperto, conferiscono una portanza eccellente. Il dubbio è quanto una carena così aperta possa rendere su mare formato. La risposta arriva quando accostiamo verso ovest per lanciare Gozzo ai diversi regimi e rilevare velocità e consumi. Il passaggio sull’onda, grazie alla forma della prua, è davvero morbido, con una piacevole capacità di salire e riscendere nel cavo dell’onda in modo graduale. Trim negativo, diamo manetta e i due volvo iniziano a sviluppare potenza e velocità. Il gozzo stacca la scia velocemente. Portiamo la velocità a 23 nodi a 3500 giri e iniziamo gradualmente a diminuire potenza per rilevare il minimo di planata che si attesta a 12,5 nodi, un dato eccellente in assoluto. Ma quello che davvero stupisce sono i consumi: a 3500 giri, il regime di crociera, il consumo sui due motori è di 56 litri/ora, mentre alla massima velocità che abbiamo rilevato a 4150 giri pari a 30,5 nodi, superiore a quella dichiarata dal cantiere di 28 nodi, il consumo si è attestato a 83,2 litri/ora.

Scheda tecnica

 

Lunghezza f.t. 11,00 mt
Lunghezza gall 9,66 mt
Larghezza 3,36 mt
Immersione 0,85 mt
Dislocamento 6,0 tonn.
Acqua 170lt
Carburante 450 lt

 

La prova è stata effettuata con 15 nodi di vento, mare mosso, 8 persone a bordo, serbatoio acqua 30%, serbatoio carburante 40%.

Motorizzazione Due Volvo Penta D3 200 Dps

Giri/min Consumi l/h
 Vel nodi
1500 7,5  7,9
2000 17,7  9,5
2500  29,5  13
3000 41,6 18
3500 56,7  23
4.150 83,2 30,5

 

 

 

 

 

 

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