Novità assoluta del 2021 il T210VM di Tuccoli è un fisherman entry level, perfetto per la pesca d’altura anche con mare formato. Lo abbiamo provato in occasione del Salone Nautico di Genova. Una giornata che fin dalle prime luci del mattino non prometteva affatto bene: tanta pioggia e folate di tramontana. Il T210VM ha dato prova di affrontare benissimo onde alte 1,5 metri, anche alla velocità massima. Navigazione a bordo assolutamente lineare e piacevole, a conferma che le imbarcazioni di Tuccoli non temono il Mediterraneo né il clima che lo può modificare nervosamente. T210VM è un center consolle senza fronzoli, pensato per la pesca, ma va benissimo anche per passare una giornata in rada con gli amici.
In coperta è progettato appositamente senza ostacoli strutturali da poppa fino a prua. Ma c’è tutto quel che serve per la prestazione ittica, inclusi nove gavoni di cui uno a prua semplicemente immenso. La central consolle così concepita fra i passavanti spaziosi, garantisce la libertà di muoversi rapidamente a bordo, come lo esige il pescatore durante il combattimento.
Diverse le motorizzazioni idonee per questa fishing boat, tutte però rigorosamente fuoribordo. In occasione della nostra prova il T210VM era allestito con un Suzuki DF 200 AP. Altrimenti la scelta dell’armatore deve orientarsi su motorizzazioni dai 140 ai 250 cavalli. Con una propulsione “pompata” a dovere il VM210 può spingersi fino ai 43 nodi di velocità massima.
La velocità di crociera consigliata è di 27 nodi. I consumi di grazia decisamente limitati, anche in virtù del dislocamento che raggiunge appena 1.800 Kg. In accordo con le dimensioni dell’imbarcazione (lunghezza fuori tutto 6,80 metri e baglio di 2,55), l’angolo di deadrise è di 20 gradi.
In banchina al Nautico di Genova il T210VM è ormeggiato all’inglese, a prima vista questo piccoli Tuccoli cela modestamente le grandi prestazioni che è in grado di garantire. Ce ne accorgeremo non appena fuori dalla Bocca di Levante. Prima di salpare accendiamo il Garmin in dotazione, molliamo gli ormeggi e il T210VM comincia piano la sua navigazione con i motori al minimo di giri. Proseguendo ai classici tre nodi consentiti nel canale di uscita del porto, guadagniamo il mare aperto.
La costa genovese si fa più piccola, procediamo constatando un mare che ha tendenza a formarsi maggiormente, anche una volta superato il ribollio generato dalle altre imbarcazioni che affollano lo specchio antistante al Salone. Presi i comandi, la postazione di guida si presenta davvero confortevole. Tutto quel che serve della strumentazione è sott’occhio, nessuna distrazione rilevabile. La prua è pensata a dovere alta e protetta per restare asciutta. E lo dimostrerà benissimo in navigazione.
Nonostante le onde da un metro e mezzo che abbiamo affrontato, con somma sorpresa, non è entrata praticamente una goccia d’acqua. Incredibile. E navigando, soprattutto in planata, la visibilità a prua è sempre pressoché totale.
Alla postazione di comando siedono comode due persone, godendo di infinite possibilità di appiglio offerte dai maniglioni della struttura del t-top e dai tientibene che circondano quasi tutta l’imbarcazione. Ciò conferma quanto la sicurezza a bordo del T210VM non sia mai messa in secondo piano.
Alla velocità massima (e a bordo siamo tre manzi non proprio leggerissimi) la carena in planata ci impressiona sempre per precisione e sicurezza. Rileviamo circa 32 nodi raffinando il tutto con il trim dei Suzuki 200.
È ora di fermare la navigazione, quasi come se avessimo individuato davvero il pesce da pescare. Sarà un esotico barracuda? Il Tuccoli T210VM si mette di traverso alle onde da solo. E praticamente non sembra rollare affatto, nonostante il mare formato. Penso al combattimento con un tonno, il flettersi della canna e la scena finale della pesa nel pozzetto.
Ripartiamo con l’intento di mettere ulteriormente alla prova il T210VM, che finora si è comportato egregiamente. Vicini al Santuario Pelagos il Suzuki 200 veementemente aumenta i decibel facendosi sentire, a poppa la scia si forma pulita nel risalto cromatico del bianco schiumoso d’ossigeno. La fishing boat è fuori dall’acqua e la prua si alza gradualmente. La manovrabilità dell’imbarcazione si svela sempre ottimale, grazie anche al timone molto preciso.
Il mare mosso non infastidisce in alcun modo il fisherman. Anche lo scafo non sembra sbattere affatto e non ci sono colpi strani. Nelle accostate risponde piegandosi composto con grande precisione e stabilità. Le virate strette e le controvirate su un’onda in contro-scia, che cerchiamo appositamente in aggiunta al mare già impervio, non incidono sulla carena: non ci sono sbavature né rumori o scricchiolii inusuali. Il T210VM è tutt’altro che “ballerino”, non salta ma supera invece l’onda senza scuotersi.
Il T210VM di Tuccoli è una barca dotata di un’anima da pescatore vero. Quel tipo di persona che non teme il mare d’inverno o quello agitato. Un pescatore a cui piace pescare in altura per sport, passione e professione.
La parola d’onore ce la mette anche un pescatore con la “P” maiuscola, con cui Tuccoli ha realizzato l’imbarcazione. Parliamo di Marco Volpi, il fenomeno della pesca sportiva con natante, che ha contribuito tramite la sua esperienza all’elaborazione del progetto del T210VM e del modello precedente, il T250VM.
Il T210VM va benissimo anche per un’uscita romantica alla volta di un pomeriggio in rada insieme alla persona preferita. E c’è il ponte di prua ampio che si presta a stendere l’equivalente di un prendisole di dimensioni anche notevoli. Naviga benissimo e non costa una vita di sacrifici: 40mila euro + Iva. Di più? Le dimensioni rastremate permettono costi di gestione e di ormeggio meno impegnativi di altre imbarcazioni di taglia maggiore. Ed è facilmente carrellabile.
Subito all’ormeggio il fisherman mi ha colpito per il suo aspetto genuino. Come un’imbarcazione onesta, che non cerca velleità particolari in termini di estetica o di design. Ma ciò che mi ha convinto, appena ho messo i piedi in barca, è stato subito il layout, pensato senza tralasciare nulla di quanto serve alla pesca. T210VM è una barca che, nonostante le dimensioni limitate, offre spazi generosi per pescare “tutti assieme”. Quattro persone trovano lo spazio che serve per muoversi e per seguire il pesce intorno al perimetro. Insomma su quello che si trasforma in un vero e proprio “ring” del combattimento, c’è spazio per ogni elemento del team.
Quanto ai portacanne e alla loro disposizione, è sufficiente farne richiesta al Cantiere, che saprà provvedere all’allestimento preferito dall’armatore.
La coperta ha una superficie calpestabile di 13,5 metri quadrati, dove a poppa trovano spazio la vasca del vivo e la doccetta di serie. È indubbio che questa zona è pensata nei dettagli per la pesca, le murate (con i cilindri portacanne inseriti) poi crescono proporzionalmente proteggendo bene i passavanti.
Lo scafo è in laminato pieno, con spessori variabili che vanno da 8 millimetri sul fianco a 15 millimetri sulla chiglia, il tutto rinforzato con un ragno strutturale parzialmente controstampato. La costruzione è di composito in vinilestere e poliestere stratificato a mano, invece la coperta si dota della struttura “a sandwich”. E l’anima è in PVC da 15 millimetri.
Nove i gavoni in totale: due laterali nel pozzetto e uno centrale poppiero. Sul ponte di prua c’è un altro gavone di grandissime dimensioni, e siamo certi che qui i pescatori avranno l’imbarazzo della scelta su come riempirlo, con retino da pesca e quant’altro di necessario anche in termini di dotazioni salvataggio. A prua si aggiunge la gola dell’ancora e un gavone ulteriore è ricavato nella seduta prodiera antistante la consolle. Che a sua volta è dotata verso poppa di uno spazio dove riporre accessori al minuto, come il bilancino digitale da pesca o i taglierini.
Nella parte centrale dell’imbarcazione domina la scena il t-top, dotato dalla parte poppiera di una raggiera per quattro canne. E sulla postazione di comando il parabrezza si presenta con due tergicristalli, a prova che chi sceglie un Tuccoli non teme mare alcuno e nessun tipo di condizione meteorologica. Dentro alla panca imbottita della postazione di comando (utile per 4 persone), c’è un ulteriore spazio per sistemare le esche e la strumentazione più piccola da pesca. Alternativa è invece l’alzata a traliccio, con poggia schiena ed eventuale seduta dedicata, ed è questa la modalità in cui era allestito il T210VM di questa prova indimenticabile.
1/min | Nodi//knots | l/h | l/ miglia nautiche | Miglia Nautiche//Nautical miles |
650 | 2,20 | 1,20 | 0,55 | 458,33 |
1.500 | 5,40 | 4,10 | 0,76 | 329,27 |
2.000 | 6,80 | 6,70 | 0,99 | 253,73 |
3.000 | 10,60 | 13,60 | 1,28 | 194,85 |
4.000 | 20,40 | 23,40 | 1,15 | 217,95 |
5.000 | 27,70 | 40,30 | 1,45 | 171,84 |
5.500 | 31,00 | 50,90 | 1,64 | 152,26 |
5.700 | 33,00 | 54,00 | 1,64 | 152,78 |
Lunghezza omologazione | 6,80 m |
Larghezza | 2,55 m |
Pescaggio | 0,40 m |
Dislocamento | 1.800 kg |
Serbatoio acqua | 40 lt |
Serbatoio carburante | 250 lt |
Motorizzazione fuoribordo, potenza massima installabile | 250 cv |
Categoria CE | C – 5 persone |
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