“Nautica, destinazione Italia”: Ucina fa il punto sulle novità legislative

Ogni inizio dell’anno porta con sé la necessità di fare il punto della situazione e chiarire i nuovi obiettivi. Il settore della nautica italiana inizia il 2018 con la consapevolezza che il momento peggiore della crisi è passato, ma è necessario pensare ulteriori provvedimenti per mantenere la competitività con gli altri Paesi del Mediterraneo. A fare il punto della situazione è stata Ucina Confindustria Nautica, che durante il Boot Dusseldorf ha presentato il Pacchetto “Nautica, Destinazione Italia”.

UCINA Nautica Destinazione ItaliaL’Associazione, che si occupa dello sviluppo e della promozione della nautica da diporto italiana, ha elencato i risultati ottenuti nel 2017. Il punto più importante è la riforma del Codice della nautica, che comprende la rimozione dei limiti per l’iscrizione al Registro Internazionale e l’introduzione di documenti semplificati per navi ed equipaggi. I vantaggi sono stati significativi in termini fiscali, dopo il periodo nero segnato dal governo Monti. Il nuovo Codice prevede anche il Passenger Yacht Code per navi passeggere autolimitate a 36 ospiti.

Un’altra novità è costituita dalla Camera internazionale arbitrale del mare e della nautica, che ha il compito di risolvere controversie legali e tecniche del settore nautico: contratti di progettazione, costruzione, noleggio e vendita, trasporto, spedizione ma anche mediazione, brokeraggio, ormeggio, servizi, appalto e chartering.

Inoltre le richieste presentate da UCINA al Salone Nautico di Genova sono state accolte e racchiuse nella Circolare 6/e dell’Agenzia delle Entrate, con esenzioni IVA per le unità commerciali adibite alla navigazione in “alto mare”.

Carla Demaria UCINA
Carla Demaria, presidente di UCINA Confindustria Nautica (foto dal profilo Facebook di UCINA)

La circolare ha chiarito che per la prevalenza dei viaggi in acque internazionali vengono considerati sia quelli con partenza e arrivo nel medesimo porto italiano, sia quelli che partono e arrivano in uno Stato estero. Invece non sono conteggiati i riposizionamenti, ovvero viaggi tecnici, spostamenti a vuoto tra i porti e navigazioni con simili scopi. Nel caso in cui l’imbarcazione rimane ormeggiata per più di un anno, il riferimento da prendere in considerazione è il più recente periodo di utilizzo.

Altri cambiamenti avvenuti nel 2017 sono le regole sui bunkeraggi di unità da diporto, nazionali, comunitarie ed extracomunitarie, che vengono delineate dalle disposizioni all’interno del Decreto Ministeriale 225/2015.

Infine due aspetti meramente economici: l’applicazione dell’IVA turistica al 10% sugli ormeggi per periodi inferiori all’anno e la flat tax di 100.000 euro all’anno per gli stranieri con residenza fiscale in Italia (valida per 15 anni).

Tutti i provvedimenti descritti sono contenuti nel documento Nautica & Fisco edito da Ucina e dall’Agenzia delle Entrate. E’ recente la notizia di una sua edizione in inglese, la guida Italy, Tax & Yachting, che contiene novità e disposizioni di legge in tema fiscale e doganale sulla navigazione da diporto e commerciale nelle acque italiane.

La situazione legislativa nel nostro Paese evidenzia quindi una spinta verso l’alleggerimento fiscale del settore. Il confronto con la Croazia è impietoso per Zagabria, che ha incrementato fino a otto volte la tassa d’ingresso entro i propri confini. Altre nazioni rilevanti nel Mediterraneo presentano difetti, come la normativa francese sugli equipaggi o quella spagnola sulla corporate tax per i charter. Almeno in questo campo, l’Italia può tornare a essere riferimento per la nautica europea.

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