Tom Cruise, Lady Gaga, Beyoncé e gli altri Vip: in un modo o nell’altro scelgono, o hanno scelto, possedendoli o noleggiandoli, i VanDutch Yachts. Un marchio iconico, indistinguibile, perché unico e all’oggi non ci risulta null’altro di comparabile. Indistinguibile poiché VanDutch produce sì degli yacht lussuosi, ma su tutto vince un’idea di benessere, ricca di forme estetiche e di un concept spettacolare che si distanzia paradossalmente dal materialismo stesso del prodotto.
Di quest’anno è il sold-out. E visto il clamore che le VanDucht hanno suscitato al Nautico di Genova, calamitando l’attenzione di tutti, si attende ancora di più per gli ordini. «Il mercato attendeva un ritorno del brand ed è stato accontentato». Adesso con un cantiere alle spalle come Del Pardo, in VanDutch si vedrà sicuramente un incremento in termini di «struttura, affidabilità, assistenza post-vendita. Una struttura che prima mancava (…)», ci spiega Veronica Bottasini, Marketing e Communications manager di Cantiere del Pardo.
E cresce il VanDutch 32 dai suoi 9,81 metri, ai 12,48 del fratello maggiore, il VD 40, che quest’anno propone una palette di colori tutta nuova. Perché «è scientificamente provato che i colori influenzano positivamente l’umore e i comportamenti». Gli yacht VanDutch anche.
L’armatore incarna la ‘bellezza fuggevole’ nautica, per esempio a bordo di un VanDutch 32. Si realizza così, forse perché lui (o lei) possiede tutto e non cerca motivo di apparenza ulteriore. O forse perché si sente un vero esteta appagato, e guarda ai dettagli dell’imbarcazione che gli consentono la pura classe del dandy: sensibile, per nulla provocatrice ma esuberante e tal volta irriverente.
Chiamiamola identificazione personale con l’oggetto nautico: Vandutch propone “party-boat”, ma in fin dei conti c’è poco del narcisismo festaiolo, soprattutto nelle linee. Minimal e concettuale: così si esprime l’arte nautica a bordo dei VanDutch tramite la matita di Mulder Design.
A partire dai poeti post-vittoriani si aggiunge un altro concetto, quello di un vizio che lascia insoddisfatti ed è quindi “perfetto”.
Perché i VanDutch costituiscono un modo di vivere il diporto diversamente, accantonando il ripetersi canonico delle forme e dell’architettura nautica classica. Partendo dai preponderanti tientibene – dimenticateli – e i prendisole di prua già visti e rivisti. Sul VanDutch 32 il ponte prodiero è pura geometria. Un volume preciso che si protende sull’acqua culminato dalla prua verticale.
L’arco dell’imbarcazione si presenta totalmente steso, come una linea parallela a quella del mare. Dicevamo, non c’è il prendisole di prua, c’è però la bellezza di un ponte spettacolare al pari di un quadro firmato Gerhard Richter. Sottocoperta una cabina: per godersi l’ombra, l’aria condizionata, l’intimità e il relax. I profumi e il sound system Fusion, connessi col Wi-Fi dello smartphone; due i posti letto.
La scena di bordo si movimenta a poppa, grandissima, ampia e protetta dalle murate. Cuscineria raffinata, artigianale, elegante e piacevole a tal punto che pare risvegliare i sensi. La poppa vede l’elemento centrale costituito da un divano che continua a “L” nel pozzetto. Lo stern culmina invece con una beach-area: aperta agli sguardi di quei curiosi che passeggiano in banchina, oppure libera sulle trasparenze dello specchio d’acqua in una rada caraibica.
Un parabrezza polarizzato, discreto corre semicircolarmente avvolgendo la parte centrale dell’imbarcazione.
Saranno quattro i VanDutch Center nel mondo. Store ultra esclusivi previsti in località rinomate, come Saint Tropez, Miami, le Baleari e sul lago di Garda. «Per avere un controllo molto alto dell’immagine del brand», spiega Veronica Bottasini, Responsabile della comunicazione di Cantiere del Pardo. Gli store inoltre dovranno esporre l’intera gamma VanDutch, dal VD 32 al VD 56 ed «è previsto nel prossimo futuro anche un VD 75». Saranno armate in totale trenta o quaranta VanDutch all’anno, è un prodotto di «nicchia», aggiunge Veronica.
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