Vendée Globe 2020, un’edizione da record

La nona edizione del Vendée Globe sarà un appuntamento storico, anzi da record   

Mancano 50 giorni alla partenza del Vendée Globe, il mitico giro del mondo in solitario, senza sosta né assistenza, che quest’anno si preannuncia eccezionale sotto ogni aspetto. Durante la conferenza stampa indetta a Parigi presso il Palais Brongniart rispettando tutte le misure di sicurezza sanitaria, gli organizzatori, in presenza di skipper, sponsor e giornalisti, hanno illustrato le novità della nona edizione, annoverata di diritto tra i grandi eventi velici internazionali della nuova stagione.

Il Vendée Globe 2020 riunirà un parterre di partecipanti mai così ampio e vario dai tempi della sua nascita, nel 1989. L’8 novembre a Les Sables d’Olonne ci saranno, infatti, 33 velisti al via (per avvicinarci a questi numeri dobbiamo tornare all’edizione 2008-2009 con 30 partecipanti), tra cui 10 atleti non francesi e 6 donne.

Il livello sportivo dei concorrenti è estremamente alto. In particolare due velisti, che hanno raggiunto il podio nel 2017, sono sotto “stretta osservazione”: il britannico Alex Thomson, alla sua quinta partecipazione, e il francese Jérémie Beyou, che ci prova per la quarta volta. Questi due skipper navigati dovranno vedersela con una flotta di avversari molto ambiziosi, la maggior parte dei quali non ha mai partecipato prima.

Stiamo parlando sono 18 “bizuths”, velisti, cioè, che si approcciano per la prima volta al Vendée Globe. E anche in questo caso si tratta di un numero record: tutti loro, comunque, hanno accumulato, nella loro carriera velica, moltissime miglia e titoli a bordo di imbarcazioni di vario tipo, impegnati in regate di ogni genere.

Tra i “bizuths” ci sono il pluricampione paralimpico francese Damien Seguin (APICIL), il vincitore della Volvo Ocean Race e record holder Kévin Escoffier (PRB) e diversi vincitori della famosa regata Solitaire du Figaro, come Nicolas Trousse (CORUM L’EPARGNE) e Sébastien Simon (ARKEA-PAPREC).

Grandi assenti dell’edizione 2016/2017, le donne arrivano in forza quest’anno, presentandosi in 6 (numero record) allo start. Fino a oggi, al massimo, ne avevamo viste due (Anne Liardet e Karen Leibovici nel 2004 e Sam Davies e Dee Caffari nel 2008). Da notare che le donne fecero la loro prima apparizione nel 1996, durante la terza edizione del Vendée Globe con le pioniere Catherine Chabaud (prima donna a completare la regata), e Isabelle Autissier.

Delle sette veliste che fino a oggi hanno tagliato lo start, due sono arrivate tra i primi cinque classificati (la britannica Dame Ellen MacArtur, 2° nel 2001, e Samantha Davies, 4° nel 2009). Sam Davies ritorna quest’anno per la terza volta con grandi aspettative. La velista britannica è in buona compagnia: al suo fianco, sulla linea di partenza, troverà agguerrite avversarie come Isabelle Joschke (GER/FRA), Clarisse Cremer (FRA), Alexia Barrier (FRA), Pip Hare (GBR) e Miranda Merron (GBR).

Il concorrente più giovane di questa edizione è lo svizzero Alan Roura (LA FABRIQUE), 27 anni, che prenderà parte al suo secondo Vendée Globe, mentre il più “anziano” è il veterano Jean Le Cam (YES WE CAM!) che, a 61 anni, sarà sulla linea di partenza per la quinta volta.

L’unico sfidante italiano sarà Giancarlo Pedote, tra i più competenti, stimati e professionali oceanici italiani. Fiorentino, classe 1975, Pedote è partito da una tavola di windsurf ed è arrivato sulla linea di partenza della Vendée Globe dopo una laurea in filosofia, due libri di successo (Il Manuale dello Skipper e Il Manuale del Velista) e innumerevoli regate e vittorie a bordo di imbarcazioni diverse (Mini 6.50, Figaro Bénétéau, Class 40, Classe Multi50, Moth, oltre a derive e cabinati vari).

Al Vendée Globe 2020 gli scafi spiccheranno il volo

La classe IMOCA ha spinto per l’adozione dei foil nella vela offshore, salutando con grande entusiasmo l’arrivo delle “ali” capaci di sollevare lo scafo dall’acqua e di farlo volare a velocità altrimenti impensabili per questi monoscafi in carbonio di 60 piedi.

A partire da questa edizione, il Vendée Globe aderisce a un progetto responsabile a lungo termine. SAEM Vendée, in consultazione con tutti i partner, infatti, si impegna a organizzare eventi volti a limitare l’impatto sull’ambiente e a mettere in piedi azioni concrete tese a sensibilizzare il pubblico al tema della protezione degli oceani. Numerose iniziative saranno realizzate nel Villaggio, tra cui la riduzione della plastica monouso , dando priorità a fornitori e aziende locali e introducendo un sistema di raccolta differenziata e riciclaggio in loco.

Siamo consapevoli di vivere una situazione senza precedenti, un grande sconvolgimento, ma dobbiamo essere ottimisti – dichiara Yves Auvinet, presidente della regione della VandeaIl Vendée Globe, in questo particolare contesto, è un simbolo bellissimo: simboleggia che tutti noi manteniamo la rotta, rimanendo fiduciosi nel futuro e prendendo il largo nonostante le difficoltà. La nostra prudenza non deve diventare inattività. Ecco perché stiamo lavorando con tutti i nostri partner affinché questo Vendée Globe sia un successo“.

Oggi ci sono 19 IMOCA con foil contro i 7 dell’ultima edizione; allora non sapevamo neanche se i pochi scafi con le “ali” avrebbero mai terminato la regate – spiega Jacques Caraes, direttore di garaLe cose sono cambiate ed è grazie all’eccellente lavoro di progettisti e ingegneri se oggi le imbarcazioni sono la massima espressione di questa tecnologia avanzata e se la regata ha fatto un grande passo avanti. Le barche sono pronte, gli skipper sono pronti, noi siamo pronti“.

Joni Scarpolini


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Joni Scarpolini
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