X75, ecco il nuovo stabilizzatore di Quick per Super e Megayacht

X75 è lo stabilizzatore giroscopico più potente ed innovativo mai prodotto da Quick. Per poter comprendere meglio come si sia riusciti a realizzare un così  “grande” risultato abbiamo intervistato Fulvio Romano, Direttore Operativo, e Chiara Marzucco, Vicepresidente di questa nota multinazionale italiana.

Ne è conseguita una conversazione tecnica molto appassionante e utile, che soddisfa sia la curiosità degli armatori e dei comandanti che le necessità di informazione di chi cura la costruzione dei meravigliosi super e megayacht che siamo soliti raccontarvi.

Da questo incontro con i vertici aziendali si evince infatti una strategia che va a soddisfare le richieste del mercato del refit e di quello di prima installazione per i grandi yacht e le navi da diporto, ambiti ai quali l’azienda guarda con sempre maggiore attenzione.

Grazie allo sviluppo dell’inedito X75 si allarga di conseguenza anche la copertura di mercato complessiva di Quick, che ora incontra anche le richieste e le necessità espresse dai cantieri che varano super e megayacht. Un segmento che sempre più frequentemente, richiede installazioni multiple di stabilizzatori giroscopici, esigendo al contempo dimensioni ridotte e facilità di installazione in fase di costruzione, o a posteriori, tutti requisiti che X75 è in grado di soddisfare in modo sorprendente.

Con l’X75 arriva lo stabilizzatore più̀ potente mai prodotto da Quick. Cosa rappresenta questa scelta in termini di sviluppo e di innovazione?

Il mercato degli stabilizzatori è in continua evoluzione così come la domanda dei cantieri e degli armatori che tende a spostarsi verso le imbarcazioni più grandi di anno in anno. Con l’X75 abbiamo quindi voluto estendere  la gamma Quick Gyro verso l’alto con la nascita di questo nuovo stabilizzatore che, nonostante somigli all’X56, si dota di un contenuto tecnologico completamente diverso.

Con X75 siamo riusciti ad incrementare del 35% il potere raddrizzante a fronte di un trascurabile incremento dimensionale, l’ingombro a bordo aumenta infatti solo del 5%, un risultato semplicemente strepitoso che, per essere conseguito, ha reso necessaria l’implementazione di nuove soluzioni tecnologiche, diverse rispetto al resto della gamma.

Ad esempio, il sistema di controllo del profilo di frenatura e di rilascio della coppia stabilizzante in barca è completamente nuovo ed ha richiesto lo sviluppo di un’elettronica appositamente realizzata, sia in termini di tecnologia utilizzata che di sviluppo di un software dedicato.

Per garantire la nostra ormai famosa affidabilità di prodotto, per il nuovo X75 abbiamo utilizzato il nostro consolidato iter di ricerca e sviluppo. Siamo quindi partiti da un’analisi preliminare dei requisiti chiave necessari a questo tipo di macchina a cui è seguito lo studio dell’ingegneria, di base e di dettaglio, che hanno consentito lo sviluppo e i test dei prototipi, fino a giungere al lancio in produzione del prodotto, fase che in Quick avviene solo a collaudi conclusi.

75.000 Newton Metro di potere raddrizzante sono tanti, quale tipologia di yacht/superyacht riesce a stabilizzare X75?

La macchina è pensata per lavorare in installazione singola su yacht e superyacht dai 20 ai 30 metri. Con la tecnica delle installazioni multiple, che presenta peraltro molti vantaggi, possiamo facilmente equipaggiare anche imbarcazioni da 50 metri.

X75 è più piccolo del 30% rispetto alla concorrenza. Come ci siete riusciti?

Ci siamo riusciti grazie all’architettura dei nostri stabilizzatori, ancora oggi unica sul mercato. Le nostre macchine sviluppano meno calore di quelle della concorrenza perché la massa gira su un asse orizzontale. Questo implica meno carico sui cuscinetti e ci permette di aumentare la massa e di ridurre la velocità di rotazione, con la logica conseguenza di un minor attrito con l’aria.

Non abbiamo quindi la necessità di creare il sottovuoto la cui meccanica farebbe aumentare inutilmente le dimensioni dello stabilizzatore (e la sua complessità).

Abbiamo inoltre dotato alcuni componenti della macchina di un particolare sistema di raffreddamento a liquido meno sensibile al problema delle correnti galvaniche, risolvendo così una problematica molto importante per i super e i megayacht.

Detto in parole più semplici?

Grazie alla scelta di configurazione dell’asse orizzontale, il margine tecnologico sia rispetto allo stress meccanico, sia a quello termico, permette la realizzazione di una macchina più semplice, più affidabile e più̀ facile da manutenere. Vale il proverbio anglosassone: “Quello che non c’è non si rompe”.

Refitting, prima installazione, oppure entrambi? A quali mercati state pensando principalmente?

Ci rivolgiamo ad entrambi i mercati, il mercato del refitting che trae enormi vantaggi dalla compattezza di questa macchina, ma anche quello della prima installazione dove, grazie alle ridotte dimensioni dei nostri stabilizzatori, si libera molto più spazio per gli interni vivibili delle imbarcazioni.

Avete già installato il primo stabilizzatore? Su quale imbarcazione?

Stiamo installando Quick Gyro X75 in configurazione multipla su un 40 metri da quasi 400 tonnellate di stazza lorda.

Che tipo di compatibilità offre questo prodotto con l’elettronica di bordo e/o con gli smartphones?

Anche Quick Gyro X75, al pari del resto della gamma, può essere interconnesso mediante QNN, il gateway che consente di portare tutto l’ecosistema dei prodotti Quick sull’elettronica di bordo, in particolare gli schermi di navigazione, dai quali è direttamente controllabile. Questo vale sia per uno stabilizzatore singolo che per un sistema a più stabilizzatori.

Esiste un’App?

Abbiamo una vera e propria App in grado di dare un resoconto delle performance della macchina in termini di correzione del rollio, confrontando i dati ottenuti a giroscopio spento e poi acceso a una data condizione del mare.

Andrea G. Cammarata


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Andrea G. Cammarata

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