Il Franchini Mia 63 è indubbiamente il venti metri più atteso del mercato. Le sue linee, innovative e bellissime, avevano già attirato l’attenzione di tutti otto mesi fa quando, durante la sua presentazione al Cannes Yachting Festival, era apparso immediatamente evidente come questo yacht fosse destinato, non solo a rompere gli schemi, ma a dettare nuove regole in tema di design ed usabilità.
La matita di Massimo Franchini è riuscita a tracciare i contorni di un’imbarcazione unica nel suo genere, che riesce contemporaneamente a coniugare la bellezza di un runabout con l’abitabilità di un motor yacht, le funzionalità di un piccolo superyacht con le linee sportive di una speedster.
Il Franchini Mia 63 è un imbarcazione diversa da tute le altre, la cui costruzione è andata avanti a ritmo serrato, e di cui non potevamo che chieder conto direttamente al suo creatore, Massimo Franchini che, impaziente come tutti noi, non vede l’ora di vederla toccare il mare, il suo elemento naturale.
Massimo Franchini
L.D.A. Ormai ci siamo, Massimo come stai passando queste ultime settimane, quelle che precedono il varo?
M.F. “C’è molta attesa, da parte mia ovviamente ma anche da parte di tutti e questo implicitamente fa crescere la tensione. Fortunatamente questo lungo periodo di stop forzato non è riuscito a scalfire i nostri programmi che stanno rispecchiando la nostra “tabella di marcia” originale senza intoppi. La barca quindi c’è ed è quasi finita.”
L.D.A. La “prua più bella di Cannes” è una bella responsabilità e noi ti abbiamo visto più di una volta li sotto, a guardarla e a studiarla per bene, quanto ci hai lavorato e quante volte l’hai ritoccata?
M.F. “L’ho ritoccata una volta sola, dopo il primo colpo di lucidatrice. L’ho guardata ed ho fermato i lavori per un giorno, accantonando i render ed i disegni tecnici, e poi le ho fatto dare quei pochi ed importantissimi ritocchi, quelli che solo mani esperte possono dare. Poi l’ho riguardata e mi sono sentito soddisfatto, ora è esattamente come dev’essere.”
L.D.A. Ma il Franchini Mia 63 non è solo una prua, è un grande open che sfiora i venti metri di lunghezza, la costruzione è riuscita a rispettare i disegni che abbiamo visto? Stiamo davvero per assistere alla nascita di un runabout di queste dimensioni?
M.F. “Dopo aver smontato le impalcature finalmente abbiamo avuto modo di ammirarla nella sua completezza. Da lontano sembrerebbe piccola, segno inconfutabile di un disegno proporzionato, aggraziato, poi avvicinandosi si ingigantisce e ci si rende via via sempre più conto delle misure reali. Salendo a bordo poi questo effetto “lente di ingrandimento” si amplifica ancor di più e ci accorge che le dimensioni, degli interni e degli esterni, sono decisamente superiori a quelle che ti aspetti.”
L.D.A. Degli interni in effetti avevate svelato ben poco, qualche rendering che faceva presagire che la filosofia del cantiere è quella del “semicustom” spinto. Come sono stati realizzati gli interni del primo Franchini Mia 63 ? Che disposizione degli spazi e che essenze avete utilizzato ?
M.F. “Per la prima imbarcazione abbiamo scelto di realizzare una configurazione molto completa, che rappresenti il massimo del comfort e dell’abitabilità. Tre cabine, tre bagni ed un locale equipaggio che è a tutti gli effetti una quarta cabina, con ingresso ovviamente separato, completa di servizi dedicati e box doccia.
La Master vuole essere chiaramente il “must” della barca e quindi abbiamo realizzato una vera e propria suite dove, ad onor del vero, abbiamo forse “esagerato” con la cabina armadio che è veramente immensa. D’altro canto la tendenza attuale è quella di lasciare molte cose in barca e lo spazio di stivaggio non è mai abbastanza. Abbiamo lavorato anche molto con l’illuminotecnica e questo contribuisce a far apparire ancor più grandi spazi che già lo sono naturalmente.
Gli spazi interni sono frutto di uno studio approfondito, finalizzato ad innovare gli ambienti “sbanalizzandoli”. Quindi via i corridoi, le sequenze di porte e quelle prospettive cosi lineari e forse troppo comuni. Abbiamo articolato il taglio degli spazi in modo che, pur avendo un filo chiaramente comune, non siano tutti uguali fra loro. Vogliamo che per qualche tempo qualcuno possa ancora sorprendersi ogni volta che sale a bordo.
Per le essenze degli interni abbiamo scelto un legno nobile, il noce canaletto che, pur avendo carattere si abbina molto bene a molte tipologie di arredi e di decor, anche alle più “spinte”. Indubbiamente una buona base su cui far evolvere la personalizzazione stilistica degli interni, nel rispetto della nostra filosofia custom.
Le tinte sono a contrasto, fra il legno ed il bianco, accompagnate ad un marrone “Armani” che sigilla il tutto, consentendoci di innovare con stile, senza esagerare. Innovazione che invece è più evidente e decisa nei materiali utilizzati per gli inserti dove abbiamo utilizzato degli onicom, pannelli a nido d’ape fatti in legno e resina, che diventano translucidi e che, abbinati ad alcune pareti retroilluminate, diventano un po’ l’elemento caratterizzante e regalano una sensazione di spazio impareggiabile.
E poi a poppa abbiamo un garage infinito, che può ospitare un jet tender da 3 metri e 45 e che secondo noi è essenziale per poter disporre di tutti quei water toys che sono oggi indispensabili ed affini alla logica di un open da 20 metri.”
L.D.A. Sentendoti parlare e rileggendo l’articolo che avevamo stilato a Cannes, mi rendo conto che sono già parecchi gli elementi del Franchini Mia 63 che normalmente troviamo nel segmento dei Superyachts.
La prua avvia un ponte portoghese enorme che, con 4 pali in carbonio ed un telo oscurante, realizza in pratica un’altra barca nella barca, la Master con il locale guardaroba ed il tender garage per i water toys … tutti elementi che troviamo normalmente solo in imbarcazioni di dimensioni ben maggiori.
M.F. “Questo è esattamente il posizionamento del nostro Franchini Mia 63 che, in effetti assomiglia molto ad un piccolo superyacht. Lo conferma anche il bagno armatore che, in realtà è un locale a se, dispone di aree ben separate e di una doccia da un metro e mezzo.”
L.D.A. Veniamo agli aspetti più tecnici, motorizzazioni e prestazioni previste?
M.F. “I motori del primo Franchini Mia 63 sono i Volvo IPS 950, che non sono una grande potenza in relazione alle dimensioni della barca ma che, grazie all’ottima carena e stando ai VPP, ci consentirà velocità di punta comprese fra i 30 ed i 34 nodi. Per i clienti più “corsaioli” potremo comunque montare gli IPS 1350.”
Insomma questo Franchini Mia 63 non finisce di stregarci, di incuriosirci. Io non vedo l’ora di metterci le mani sopra, e voi?
Dati tecnici del Franchini Mia 63
LUNGHEZZA f.t. | 19,20 m (63 ft) |
LUNGHEZZA scafo | 18,20 m (60 ft) |
LARGHEZZA max. | 5,24 m |
IMMERSIONE | 1,40 m |
ACQUA DOLCE | 1.000 l |
ACQUE NERE | 400 l |
COMBUSTIBILE | 3.000 l |
MOTORIZZAZIONI | VOLVO IPS 950 |
DISL. A VUOTO | 21.000 Kg |
DISL. A PIENO | 27.000 Kg |