Franchini Mia 63: prova in esclusiva per la regina del lusso

La prova in mare del Franchini Mia 63 

Il Franchini Mia 63 T-Top di Franchini Yachts è un 20 metri radicalmente diverso da tutto quello che siamo abituati a vedere.

Massimo Franchini ha disegnato uno yacht unico nel suo genere che, pur ammiccando vistosamente ai runabout della dolce vita, è moderno e rivoluzionario. Ne è un esempio lampante il piano di coperta, che riesce a coniugare l’abitabilità e le funzionalità di un piccolo superyacht, con le linee sportive di una speedster.

Una barca maliziosa, intrigante ed irrimediabilmente affascinante che, costruita in una serie limitata ed esclusiva, è riservata al gusto dei pochi ed esigentissimi armatori che ne capiranno il posizionamento, innamorandosene a prima vista.

Con un prezzo superiore ai due milioni di euro, che peraltro poco vuol dire visto che sostanzialmente è costruita intorno alle richieste dei suoi armatori, il Franchini Mia 63 è uno yacht che, per essere capito ed apprezzato appieno, va provato e vissuto a bordo.

Ed è questo che abbiamo fatto quando, per ben due giorni, l’abbiamo provata nelle acque del Conero durante la realizzazione di questo splendido video che, meglio di qualsiasi altra parola, riesce a sintetizzare da un lato l’arte e la creatività di cui Massimo Franchini è capace, dall’altro l’esclusività del mezzo di cui stiamo per raccontarvi il test in mare.

La prova del Franchini Mia 63

E’ solo mettendosi ai comandi del Mia 63 che se ne percepiscono le dimensioni, è grande, grande davvero. Fortunatamente la postazione di guida è ben posizionata e la visibilità è perfetta, sia in avanti che verso poppa.

Siamo ormeggiati all’inglese ed il vento, come da copione, ci spinge in banchina ma, per fortuna, basta manovrare il joystick degli IPS e, in un attimo, siamo liberi. La manovrabilità è una cosa importante quando siamo a bordo di un’imbarcazione lunga venti metri che, a pieno carico, pesa quasi trenta tonnellate.

Fuori dal porto c’è vento, almeno 20 nodi, ed il mare è bianco delle creste spumeggianti di queste onde che, ripide e cattive, metterebbero in difficoltà più di una imbarcazione. Ma il Franchini Mia 63 naviga placido a otto nodi e mezzo, semplicemente infischiandosene.

Questa carena, studiata appositamente da Roberto Prever per adottare gli IPS, si rivela molto stabile anche navigando in regime di dislocamento, dote preziosa per quando si vuole andare a spasso ammirando il panorama senza essere “sbattacchiati” dal moto ondoso.

Accelerando quello che stupisce è la pressoché totale assenza di vibrazioni e la propensione dello yacht a navigare a qualsiasi velocità. Non vi è infatti un vero e proprio limite di planata, questa carena semplicemente accelera e stacca la scia in modo progressivo, senza mai cambiare il suo assetto. Se proprio volessimo esser fiscali, potremmo affermare che il limite minimo di planata si trova fra gli 11 ed i 12 nodi ma, vi assicuro, il confine è veramente labile.

Questa caratteristica è un’altra grande qualità, permette infatti di navigare in funzione delle condizioni meteomarine del momento o, più semplicemente, adattando la velocità di crociera alle proprie esigenze.

L’esemplare che stiamo provando monta la motorizzazione minima di progetto, ovvero due Volvo IPS 950, dotati di 725 cavalli ciascuno. Una potenza che, stando ai comandi, appare ben dimensionata per quest’imbarcazione. Accelerando si arriva infatti rapidamente a 20/22 nodi, la velocità di crociera e, pur con questo mare fastidioso, si naviga nel massimo comfort. La prua fende morbidamente le onde senza impattare e senza ritrasmettere scossoni, davvero un bel navigare.

A questa velocità provo un paio di virate che il Franchini Mia 63 compie con molta precisione. Controviro rapidamente e scopro che, a dispetto delle sue dimensioni e degli IPS, questo yacht è anche decisamente reattivo. Incuriosito stringo il raggio di sterzata al limite e, di nuovo sorprendendomi, il Mia si mette a navigare in un cerchio stretto, che sembra disegnato col compasso. Tolgo le mani dal timone e la barca prosegue imperterrita sulla sua traiettoria, senza una sbavatura.

Torno a navigare in linea retta ed affondo le manette. I dati del cantiere parlano di 28 nodi di massima che, in effetti raggiungo rapidamente, intorno ai 2500 giri. Poi però agisco sui trim ed il Franchini Mia 63 mi regala un attimo fuggente dove, a 2760 giri, il GPS passa la soglia dei 30 nodi, per poi assestarsi stabilmente a 29,8.

Certo c’è mare, sull’acqua piatta avremmo sicuramente fatto un po’ di più ma, di nuovo, già mi stupisco di questi dati che, con soli 1.450 cavalli, il pieno e la barca gremita di gente, sono davvero un’ottimo risultato.

I dati sul consumo, importanti ai fini delle emissioni, sono ottimi si naviga fra i 6 e gli 8 litri al miglio che, considerato quanto appena scritto e le quasi trenta tonnellate di dislocamento, sono un altro segno inconfutabile di una carena superlativa.

Com’è fatto il Franchini Mia 63

Siamo in presenza di una costruzione realizzata ai massimi livelli, sia per quanto riguarda i materiali impiegati che per la fattura. Certo siamo a bordo dello scafo numero uno, varato da poco più di due settimane, ma i piccoli aggiustamenti ancora da fare sono davvero minimi. La cura con cui è stata eseguita questa costruzione è decisamente maniacale.

Il piano di coperta è un capolavoro che esalta il piacere di vivere l’estate, a bordo di un’opera unica nel suo genere. Basta guardarsi attorno e ci si rende conto di essere circondati di oggetti realizzati su misura, ne è un esempio sublime il blocco cucina che, realizzato in essenze pregiate, calamita gli sguardi ribadendo l’altissimo livello di design espresso da quest’imbarcazione. Cosi come è quasi impossibile non rimanere abbacinati dalle poltrone del cockpit che, disegnate da Massimo Franchini e realizzate appositamente per quest’imbarcazione, rimarresti a guardarle li dove sono per ore, affiancate e rialzate, studiate per non far perdere nemmeno un grado della magnifica vista che si gode navigando nei pressi del Conero.

Numerose aree relax e prendisole, a prua come a poppa, creano ambienti versatili, in grado di adattarsi perfettamente alle necessità. Si passa cosi facilmente da un cocktail in abito lungo che, sfruttando l’illuminotecnica, rimarrà impresso indelebilmente nella mente degli ospiti, alla vita di mare dove, pranzare all’ombra del T-Top,  attorno a quel tavolo magnifico, o semplicemente ammirare il panorama circostante, costituisce un’altra esperienza sensoriale.

Scesi sotto coperta troviamo tre cabine.

La Master Suite si sviluppa per baglio ed è un capolavoro di gestione dello spazio. Appena entrati troviamo un disimpegno munito di divano che sovrasta la cabina e ne restituisce la visione completa. Scesi due gradini ci troviamo in presenza del letto che, di dimensioni king-size, è circondato da un ampio camminamento che parte da due grandi comodini laterali e culmina ai piedi del letto, dove trova spazio una deliziosa boiserie. Quest’altro capolavoro di artigianato delimita la presenza della cabina armadio che è posta alla sue spalle e che offre all’armatore, vista l’inconsueta capacità di stivaggio, la possibilità di non dover mai litigare con la consorte per la quantità di cose che vorrà portare a bordo, qui ci sta’ davvero di tutto.

Proseguendo nell’esplorazione dei 27/28 metri quadrati (un monolocale in pratica) sui quali si sviluppa la master, arriviamo al bagno padronale. Qui, nel mezzo, troneggia un lavandino di grandi dimensioni che separa il locale doccia (immenso) ed il locale dedicato ai servizi. Questo ambiente è stato arredato finemente, con cristalli e specchi che ne estendono naturalmente i confini ben oltre il loro limite fisico.

A prua troviamo la VIP Cabin che, pur essendo  di dimensioni inferiori alla master, colpisce comunque l’occhio con i suoi 16 metri quadri abbondanti di sviluppo. A dritta troviamo una doppia a letti singoli che riesce comunque ad alloggiare un camminamento centrale di dimensioni superiori alla norma.

Ma la cosa che colpisce di più, in ogni singolo ambiente, è certamente la percezione di lusso e di qualità che, senza alcun dubbio, ribadisce l’altissimo livello di questa costruzione che è sempre esclusiva e raffinata, all’interno cosi come all’esterno.

Le prestazioni

RPM Velocità in nodi Consumo totale in litri ora Lt/miglio
600 5,8 8,7 1,50
800 7,3 14 1,92
1000 9,1 23 2,53
1200 10,5 42 4,00
1400 11,7 63 5,38
1600 13,8 90 6,52
1800 16,7 115 6,89
2000 20,0 148 7,40
2200 22,5 182 8,09
2500 27,3 230 8,42
2760 30,1 270 8,97

Dati tecnici del Franchini Mia 63

LUNGHEZZA f.t. 19,20 m (63 ft)
LUNGHEZZA scafo 18,20 m (60 ft)
LARGHEZZA max. 5,24 m
IMMERSIONE 1,40 m
ACQUA DOLCE 1.000 l
ACQUE NERE 400 l
COMBUSTIBILE 3.000 l
MOTORIZZAZIONI VOLVO IPS 950
DISL. A VUOTO 21.000 Kg
DISL. A PIENO 27.000 Kg

 

Luca D'Ambrosio

Direttore responsabile, tester e giornalista. Comincia a navigare in tenera età con il padre poi da adulto scopre la vela e le regate d'altura. Lavora da più di trent'anni in editoria e naviga continuamente, soprattutto a bordo della barca della redazione, una vecchia signora dei mari che ha ristrutturato completamente e che svolge egregiamente la funzione di "laboratorio mobile" per The International Yachting Media.

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