Il Diavolo veste Frauscher 1414 Demon, bello e cattivo. La prova completa

Certo non manca il coraggio all’ultimo arrivato in casa Frauscher. Un open di 14 metri, dalle linee forti e originali. Una barca che non può non far girare la testa. Il Frauscher 1414 Demon è estremo e, lasciateci sbilanciare subito, bello. In un momento in cui pare che tutto il nuovo, la voglia di osare, siano relegati al mondo dei mega yacht, vedere tanta innovazione su una barca di dimensioni ancora umane, stupisce parecchio, e fa bene agli occhi.

Il Demon è anche la nuova ammiraglia del cantiere di Gmunden, in Austria. E’ la più grande di una gamma molto estesa e rappresenta il passo definitivo dal mondo dell’acqua dolce a quello del mare. Un passo per cui i tempi erano ormai più che maturi, un passo – a nostro avviso – più che riuscito. In quanto barca estrema, il 1414 Demon non è per tutti, a partire dal prezzo (760.000 Euro di prezzo base)  ma anche per la sua filosofia generale: linee esterne molto forti, una sola cabina, interni rivoluzionari. Insomma una barca per armatori evoluti, e anche per chi vuole farsi notare.

Sottocoperta

Che gli interni del Frauscher 1414 Demon ci erano piaciuti, e anche molto, l’avevamo già scritto al nostro primo contatto con il Demon, in occasione del Boot di Dusseldorf. Questa volta abbiamo avuto modo di vederli e toccarli con più calma. Abbiamo anche avuto modo di fare di fare una bella chiacchierata con Gerard Kiska dell’omonimo studio, una realtà da 170 dipendenti, ben radicato nel mondo delle moto e dell’automotive (leggi KTM e Audi).

Il lavoro di design che è stato fatto è un qualcosa di molto raro, soprattutto su barche di queste dimensioni. Da un lato per l’accuratezza, l’attenzione al dettaglio e la “visione organica” del progetto, quindi per l’equilibrio di forme non solo per quanto riguarda gli interni di per se, ma anche rapporto con le linee esterne; dall’altro per l’originalità. “La pianta asimmetrica, la scelta di una scaletta in diagonale, apre una prospettiva allungata a chi scende sottocoperta – ci ha raccontato Gerard Kiska – la sensazione è subito quella di trovarsi su uno scafo di dimensioni ben superiori“.

In effetti è proprio così, sensazione amplificata dal fatto che la cabina è “nascosta”  a poppa, e tutta la zona living: tavolo da pranzo, divano (trasformabili in un’altra cuccetta matrimoniale) e cucina sono un solo grande open-space. In più anche la scelta di realizzare le paratie verso il bagno e la stessa cabina in materale semitrsaparente, contribuisce ad ampliare visivamente i volumi, oltre che richiamare un tipo di design molto contemporaneo e molto chic, che ben si addice al Demon. La cabina, nonostante sia stata collocata sotto al pozzetto ha  altezze più che sufficienti: 217 cm all’ingresso e 110 sopra al letto.

Stupefacente anche l’idea di non prevedere finestrature laterali, altra scelta che differenzia questa barca da tutte le altre. Da un lato è stato possibile per la presenza della lunga striscia di osteriggi che corrono centralmente sulla coperta e che forniscono molta luce (e in futuro saranno a filo col cielino, ora stonano con il design molto pulito di tutto il resto); in secondo luogo per la scelta di colori chiari e di giochi di luce interni molto equilibrati; poi perché  non ci sono paratie vere e proprie che “tagliano” gli interni.

E’ poi evidente che Gerzer ha anche voluto separare bene gi interni dagli esterni: tanto sono in diretto contatto col mare i secondi (senza battagliole, senza sovrastrutture), tanto sono “tana”, riparo, rifugio (di extralusso) i primi. Ottimo, onesto.

La coperta

Anche qui c’è molta libertà, voglia di innovare. Ci è piaciuto il tavolino di poppa triangolare, con ante ribaltabili e un originale forma di portabicchieri (vedi foto); ci sono poi piaciuti anche il musone dell’ancora a ribalta e a scomparsa (in stile molto velico); la plancia di comando bella, estrema e molto funzionale (vedi regolazione del posto di guida); la pulizia in termini di design, ovunque, a partire dalla sconfinata distesa prendisole di prua; il disegno della zona di poppa con la plancetta da 75 cm di profondità e la scaletta Opac che si trasforma in passerella per scender in banchina o in scala per arrivare al mare. I passavanti sono abbastanza larghi, 37 cm, e comodi son i tre gradini che portano verso prua, ma il passaggio verso prua, vista l’assenza di battagliole è una cosa da farsi con molta cautela.

Bene poi sia la circolazione a bordo nel complesso: la barca non si riempie subito e mostra tutte le sue potenzialità di luogo ideale per feste e party galleggianti, e  anche le dimensioni del prendisole di poppa da 190 x 200 cm.

La prova

Ecco, detto che è bella e coraggiosa… si può anche dire che naviga bene? Le carene Frauscher sono già ben note per la loro qualità, in realtà non hanno bisogno di altri esami. Il Demon però, come dicevamo, segna un bel passo in avanti per il cantiere di Gmunden, e non solo in termini di diemnsioni. Rappresenta il decollo definitivo verso il mare, per un brand che nasce e si è affermato sui laghi. Quindi, per capire di che pasta è fatto questo “diavolo” di barca prova nel bel mezzo del Mediterraneo, a Port Adriano – Palma di Maiorca, giornata di mare piuttosto mosso. Motori della prova due Volvo Penta D6 da 400 HP ciascuno.

Prima impressione? Divertimento puro. Seconda?  Morbidezza. Il Demon è un’istigazione a darci dentro di manette, e la carena lo consente (la firma è quella, sempre affidabile, austro-comasca dello studio di Harry Miesbauer). In una giornata abbastanza complicata ci siamo molto divertiti grazie ad una barca che cammina con una bella indifferenza sulle onde, che è molto asciutta e che passa dal dislocamento alla planata (e viceversa) in maniera assolutamente impercettibile.  L’onda stacca ben lontana dalla dal dritto di prua e chiude bene a poppa.

Altro punto a favore è l’handling, la maneggevolezza e il relativo feeling che si ha al timone. Agile, brillante, ma non nervosa. Ci è anche piaciuto come si appoggia in accostata: la prua non va mai giù. La postazione di guida è ottima in termini di seduta e leggibilità degli strumenti. Nota dolente è invece il parabrezza, bellissimo, elegantissimo ma troppo scuro e con un’inclinazione che non permette di veder bene avanti. Da modificare.

In termini di numeri si può subito parlare di un buon 35,7 nodi di velocità massima (e non eravamo certo in condizioni di acqua piatta) mentre una velocità di crociera economica si attesta sui 22 nodi, con consumi più che buoni, circa 70 litri/ora. Volendo tenere una media di trasferimento più brillante a 27 nodi si  rimane comunque saldamente sotto 100 litri di gasolio all’ora. Nota di merito infine per la silenziosità interna: 76 dbA alla massima velocità, solo 72 a regime di crociera.

Frauscher 1414 Demon  – La scheda tecnica

Lunghezza f.t. 13,90 m
Baglio max 3,90 m
Massa a vuoto ca. 10.000 kg
Pescaggio 1,1 m / 0,8 m
Motori della prova: 2 x Volvo Penta D6 400 HP , EFB diesel
Altre motorizzazioni: 2 x Mercruiser 8.2 MAG 430 HP, 2 x Mercruiser Racing 8.6 DTS 520 HP
Serbatoio carburante 1.200 l
Serbatoio acqua dolce 107 l
Cassa acque nere 95 l
Portata persone 12
Design KISKA, Gerard Kiska
Progetto Harry Miesbauer
Sviluppo Thomas Gerzer
Prezzo base: Euro 761.280, Iva esclusa (con 2 x Mercruiser 430 HP)
Importatore esclusivo  per l’Italia Cantiere Nautico Feltrinelli Via della Libertà, 59, – Gargnano de Garda (BS), tel +39 036571240, info.nautica@nauticafeltrinelli.it,  www.nauticafeltrinelli.it

1414 Demon  – I numeri

Giri/min Velocità (nodi) Consumi (litri/ora)
600 1,2 1,2
1000 6,1 6,4
1500 9,4 24
2000 15,2 60
2500 22,8 78
3000 31,1 112
3500 35,7 152

Condizioni della prova: mare mosso, 4 persone a bordo, serbatoio carburante 85%, serbatoio acqua 100%. Velocità minima di planata: 19 nodi, tempo di planata da fermo: 8”

Luca Sordelli

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