L’arte diplomatica in mare ha un nome e quel nome è Giorgio Mussini. Per dimostrarlo il cantiere ligure sceglie il Cannes Yachting Fesitval (7-12 settembre) e il 61esimo Salone Nautico di Genova dal 16 al 21 del medesimo settembre. Come negarne la persuasione quando a bordo di un Corvetta 24 o del Paraggina 10 si osserva il caratteristico cordone argentato parabordo che si arrovella decorando il mogano americano. Intenso il risultato offre una scultura lignea posata sull’acqua
Imbarcazioni artigianali bellissime le Mussini sposano alla perfezione uno scafo in vetroresina. Perché? È naturale quando non si cerca l’impegno delle manutenzioni di un materiale comunque ultra resistente. Ed è normale perché la carena leggermente appiattita, attenua di molto il rollio a cui sono soggetti solitamente i gozzi di questi mari.
Diplomatico Mussini poi nell’architettura delle sue imbarcazioni dove lo stile British incontra il talento dell’arte nautica italiana, che per sua natura dialoga bene con lo charme marino imparentato alla Côte d’Azur.
I Cantieri Giorgio Mussini nascono non troppo distanti nella baia dei delfini a Portofino e a sole tre miglia nautiche da Rapallo, sede storica della diplomazia internazionale. Sono imbarcazioni che offrono in sé uno stile unico, a tratti quasi risorgimentale. Invitano l’armatore al gusto della navigazione facile, breve, o semplicemente sotto costa; ma l’alienazione dalla realtà metropolitana è garantita anche soltanto per una notte da sogno.
Questa tradizione di dialogo col mare nasce, diciamo, durante la “Restaurazione” democratica del dopoguerra. È il 1949, le barche Mussini trovano a scolpirle i pescatori di un porticciolo che ancora non conosce il gran prestigio del suo futuro. L’ambientazione di Portofino e lì c’è il padre Giorgio Mussini. Poi il figlio Gaetano lo raggiunge nei ruggenti anni Ottanta. Nasce una lancia che segnerà il domani della navigazione da diporto: l’Utility Portofino.
La tradizione continua e si migliora con Corvetta 24, gozzo moderno contraddistinto centralmente da un prestigioso timone in mogano. Nel complesso poggia sullo specchio d’acqua in 7,50 metri di lunghezza fuori tutto con un baglio massimo di 2,64 metri. Leggera 2.500 chilogrammi, spinta da un motore diesel
Il logo impresso sullo scafo vede la M innestata in un’ancora circondata da una corona fogliare e ritorna in un ovale d’alluminio in decoro alla plancia. È un marchio quasi presidenziale quello dei cantieri Giorgio Mussini.
Sottocoperta Corvetta 24 offre uno spazio ampio ed espresso in profondità verso la prua, ma anche le altezze non si mostrano sacrificate. Due letti separati anticipano l’oblò a proravia dove c’è spazio per rinfrescarsi in toilette.
Il pozzetto vede due divani contrapposti, a bordo si sale anche in otto. I talloni oscillano nell’acqua dalla spiaggetta di poppa costruita in legno e acciaio inox. Le stelle e Giove si guardano dall’intrigante prendisole di prua. Il legno, sempre protagonista, è proposto a scelta in mogano o teak massello. Camicia di lino bianco l’abbigliamento consigliato in navigazione. Al Salone di Genova questa Lancetta si visita presso il pontile BA126A. La vedrete agli ormeggi A149 e A147 insieme al Paraggina 10. Chi ama lo champagne si rechi al Cannes Yachting Festival: lo stand del Corvetta 24 è il QML367.
Paraggina 10 la vedremo a Genova ma non a Cannes. È firmata dall’architetto Edoardo Miola che insieme a Gaetano Mussini ha contribuito alla realizzazione di un’imbarcazione in vetroresina (stratificata a mano) e legni che si alternano fra mogano e teak massello. Il tutto si dota in più di gabbia di
Agile e consistente, Paraggina 10 resiste bene al mare e invita anche alle crociere di traversata.
Caratteristico il parabrezza in cristallo inserito nel suo frame d’acciaio, e nel dashboard la strumentazione nativa è rigorosamente analogica. Le bitte sono disponibili anche a scomparsa.
Il mobilio sottocoperta è tipico dell’arte marinara: caratterizzato però da una modernità del legno lucente e arrossato fra striature chiaro scure. Scendendo le scalette dal pozzetto il letto è a destra, oppure a prua in configurazione alternativa. Lussuosissima la cassettiera. Grande la toilette con doccia schermata dal cristallo. Gli spazi concordano indubbiamente con la navigazione di più giorni. E i dettagli raffinati ravvivano il gusto della vista qualora il mare diventi monotono.
Anche l’ammiraglia dei Cantieri Mussini è dotata di elica a prua per gestire più facilmente l’ormeggio. Mentre al largo i due motori elettronici Yanmar erogano una potenza di 220 o 240 cavalli in linea d’asse. L’assetto di navigazione è ben coadiuvato da due flap a poppa.
Una licenza: il sogno che diventa realtà è quello del fondatore Giorgio Musssini: «Le mie barche le sognavo da bambino proprio come le ho create e, quando sono cresciuto, ho realizzato molti di questi sogni». La rêverie, per dirla con Claude Debussy, è riservata ovviamente anche all’armatore che le sceglie. Punti di sospensione.
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