Grand Soleil Blue: abbiamo provato il weekender che cambierà il mercato

Il nuovo Grand Soleil Blue segna l’ingresso di Cantiere del Pardo nel segmento dei weekender, una porzione di mercato che almeno fino ad oggi era ad esclusivo appannaggio dei cantieri nordici che, non me ne vogliano, ma hanno sempre prodotto imbarcazioni davvero poco sexy, caratterizzate peraltro da un rapporto qualità prezzo decisamente svantaggioso.

Grand Soleil Blue, al contrario, è semplicemente meravigliosa, Nauta Design ha tracciato linee di una bellezza sconvolgente che, di fatto, fanno invecchiare in un attimo tutto quello che abbiamo visto fino ad ora. Un lavoro che Matteo Polli, geniale come sempre, è riuscito a massimizzare con linee d’acqua che, sfuggendo alle leggi della fluidodinamica, regalano a questo dieci metri prestazioni da quindici e una semplicità di conduzione imbarazzante.

Un successo annunciato che, a fronte delle già numerosissime richieste, ha spinto Cantiere del Pardo a creare anche una versione di Grand Soleil Blue a costruzione “tradizionale” che, dotata di motore termico, avrà probabilmente un nome diverso e verrà annunciata a breve.

Ma andiamo per ordine ed andiamo a scoprire insieme quali sono le motivazioni che mi hanno spinto a scrivere una premessa così palesemente sfrontata.

Grand Soleil Blue sailing right

La prova del Grand Soleil Blue

Malcesine è il paradiso dei velisti. Qui il vento soffia tutto l’anno con una regolarità imbarazzante, come peraltro in questo preciso momento dove l’Ora, il vento termico locale, sta soffiando costante da sud con un’intensità di 9/10 nodi.

A bordo di Grand Soleil Blue siamo in sette e, prima sorpresa, non solo c’è spazio per tutti ma ci starebbero comodamente altre persone. Il pozzetto di questa barca a vela è così grande che ricorda le dimensioni di quello di un cinquanta piedi. 

Il motore elettrico da 6 chilowatt, ovvero poco più di 8 cavalli, ci spinge fuori dal posto barca senza fatica, ignorando il fastidioso vento laterale che, per effetto della legge di Murphy, intensifica nel preciso istante in cui molliamo le cime d’ormeggio. Fuori dal porto navighiamo controvento con velocità comprese fra i 5 e i 6 nodi, senza che il nostro compagno silenzioso dia cenni d’affaticamento, la spinta è quindi ottimamente dimensionata.

La grande randa da 38 metri quadri va a riva in un attimo. I winch elettrici che equipaggiano Grand Soleil Blue annullano qualsiasi sforzo ma, sopratutto, consentono ad una sola persona di gestire perfettamente l’imbarcazione, senza muoversi dalle ruote. Srolliamo infine il fiocco auto virante da 26 metri quadri, spegniamo il motore e poggiamo.

Grand Soleil Blue parte senza incertezze, scivola sull’acqua leggerissima, mentre la velocità aumenta rapidamente e raggiunge con grande semplicità valori decisamente fuori scala per una barca a vela di queste dimensioni. Di bolina larga navighiamo costantemente sopra gli 8 nodi mentre, stringendo fino ai canonici 30 gradi di apparente, la velocità si assesta a 7,7/7,8 nodi. 

Luca D'Ambrosio at the helm

La ruota è leggera, precisa e consente regolazioni millimetriche, un invito a stringere ancora. Manovro piano, fino a raggiungere 24/25 gradi all’apparente, con la barca che sembra non rallentare mai e la velocità che rimane costante a 7,4 nodi! 

Dubbioso alzo lo sguardo e vedo la freccia del windex in testa d’albero parecchio all’interno del settore, non ci son dubbi, stiamo facendo una prua da paura… 

Al timone, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe da una barca con queste prestazioni, Grand Soleil Blue è sempre neutra e tollerante, davvero molto semplice da condurre, l’ideale per navigare velocemente e senza problemi, nei lunghi week-end per cui è stata concepita. Anche lo sbandamento è sempre contenuto, Matteo Polli ha concepito questa carena proprio per questo, ed infatti le massime prestazioni si ottengono senza esagerare l’inclinazione. 

Il vento rinforza e sale fino 15/16 nodi, con qualche raffica oltre i 17. Ora di bolina stretta navighiamo costantemente sopra gli 8 nodi, con punte a 8,3/8,4 pazzesco! 

Poggiando, pur con il solo autovirante, la velocità aumenta e si assesta stabilmente a 9,5/9,7 nodi mentre, ancora una volta, Grand Soleil Blue mi stupisce per il suo grande equilibrio, anche in queste condizioni dove la maggior parte delle barca a vela tenderebbe decisamente all’orza. 

Poggiamo ancora, rolliamo il fiocco e mandiamo a riva il grande gennaker da 100 mq che si gonfia con l’inferitura che subito si sposta sopravento, mentre Grand Soleil Blue ancora accelera e manda quasi istantaneamente il log in doppia cifra.

Ora il vento è stabile sui 17/18 nodi di reale e noi navighiamo stabilmente sopra i 10/11 nodi con punte che sfiorano i 12. Il lago in queste condizioni produce onde che, pur arrivando a poppa, non riescono a scalfire la nostra stabilità di rotta.

Ad una strambata la scotta delle nuove mura è troppo cazzata e, giustamente, la barca parte all’orza. Io scontro tutto il timone e, incredibilmente, la pala ha ancora effetto e riesce a frenare subito la potenziale straorza, il tailer lasca la scotta e in un attimo riprendiamo la nostra rotta, correndo ancora a più di 10 nodi.

Il livello di sicurezza di questo Grand Soleil Blue è indiscutibilmente sopra la media.

Navighiamo cosi per ore, contendendoci il timone, a bordo di questo weekender che, credetemi, non solo da 10 a zero a tutte le imbarcazioni dello stesso segmento ma che, sopratutto, regala piacere puro e zero preoccupazioni a chi ha, o avrà, la fortuna di possederne uno.

Come è fatto il nuovo Grand Soleil Blue

Se dovessi sinteticamente descrivere cos’è Grand Soleil Blue ad un amico direi che è un weekender di gran classe, con il quale io andrei in crociera per periodi ben più lunghi di un fine settimana. Veloce, sicuro e dannatamente bello, ha un pozzetto sconfinato e un prendisole di poppa che invita al relax.

La coperta

La coperta di Grand Soleil Blue è un piccolo capolavoro di design e d’ingegneria degli spazi, lo dimostra la poppa, appena si sale a bordo. Il grande prendisole di poppa nasconde infatti sia la plancia ribaltabile dotata di scaletta di risalita, che il trasto della randa, gestibile direttamente dal timoniere. Dalle due ruote si riesce inoltre a manovrare praticamente tutto, senza spostarsi di un millimetro. Da qui sono a portata di mano i winch e i relativi azionamenti elettrici, cosi come tutte le drizze le scotte.

Proseguendo nell’immenso pozzetto troviamo due lunghi divani laterali che possono arrivare ad accogliere 3/4 persone per lato ma che, personalmente, io trovo deliziosi per le altezze degli schienali e per quei due terminali inclinati verso prua che, di fatto, li trasformano in due comodissime chaise longue.

Grand Soleil Blue drone view

Fra i due divani trova spazio un tavolo ad ante abbattibili che può ospitare 4 persone comode e che, a piacimento, può anche essere completamente rimosso e stivato sottocoperta.

La tuga ospita i grandi pannelli solari che, completamente integrati nella stampata, sono calpestabili, praticamente invisibili ed offrono una potenza nominale di ben 340 W.

Gli interni

Gli interni di Grand Soleil Blue sono semplicemente geniali. Pur avendo le altezze tipiche dei weekender, riescono brillantemente a risolvere il problema della discesa al ponte inferiore, grazie al tambuccio inclinato. Una soluzione che consente anche ai più alti di accedere agli interni in totale comodità e sicurezza.

Una volta arrivati al ponte inferiore si rimane sbigottiti dall’ampiezza degli ambienti, questo design d’interni realizza dimensioni che vengono percepite ben oltre il loro limite fisico, quasi fosse un “incantesimo di estensione irriconoscibile” (Harry Potter Cit.).

Questi interni passano infatti dalla loro versione “giorno”, in grado di accomodare 8 persone intorno al grande tavolo centrale ad ante abbattibili, alle versione “notte” che offre ben 4 comodi posti letto. Completano gli interni di questo weekender un bagno separato e una cucina a L dotata di lavello, frigo a pozzetto e spazi dove stivare la cambusa.

Quello che è certo è che in due, la mia configurazione preferita, questa barca offre gli stessi comfort di una grande e lussuosa suite.

Grand Soleil Blue e la sostenibilità

Con Grand Soleil Blue, Cantiere del Pardo ha voluto realizzare un’imbarcazione veramente sostenibile. Un esercizio che non è solo di stile, ma che realizza un risultato concreto, ora alla portata di tutti.

Questa imbarcazione a vela risolve effettivamente il problema degli smaltimenti dei materiali a fine vita, sia per via dell’innovativa modalità di costruzione che adottando la tecnica del “design for disassembly” e le vele termoplastiche di OneSails. Accorgimenti che permettono di smontare e smaltire ogni singola componente della barca, minimizzando o azzerando il relativo impatto ambientale.

L’adozione del motore elettrico, dei pannelli solari e della possibilità di sfruttare l’idrogenerazione per ricaricare le batterie al litio, completano il quadro di un’imbarcazione che, concretamente, può muoversi con un impatto ambientale davvero prossimo allo zero. 

Nei rari casi di mancanza totale di vento Grand Soleil Blue può comunque contare su un’autonomia di ben 60 miglia nautiche, ottenuta con il pacco batterie maggiorato. Un’autonomia del tutto teorica, viste le prestazioni a vela appena rilevate.

Un progetto importante, che consente ai clienti di Cantiere del Pardo di poter effettivamente scegliere, in funzione della loro sensibilità in merito, di adottare un’imbarcazione cosi avanzata in tema di sostenibilità.

GRANDSOLEIL.NET

Grand Soleil Blue: i dati tecnici

Lunghezza fuori tutto11,3 m
Lunghezza scafo9,99 m
Baglio Massimo3,70 m
Pescaggio std2,2 m
Pescaggio ridotto1,8 m
Dislocamento3500 kg
Zavorra1200 kg
  
Randa30 mq
Fiocco26 mq
Code 060 mq
Gennaker100 mq
  
Motore E-propulsion Pod Drive 6.0 EVO 6KW – 8,16 cv
Batteria motore std8 KW
Batteria motore opt16 KW
Autonomia std30 miglia nautica a 5 nodi
Autonomia opt60 miglia nautiche a 5 nodi
Idrogenerazione240 w a 6 nodi
Pannelli solari340 w nominali
  
Batteie servizi std190 Ah
Batterie servizi optional380 Ah
Serbatoio Acqua70 lt
  
Design interni ed esterniNauta Design
Architettura navaleMatteo Polli
Costruttore Cantiere del Pardo
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