Barbara Amerio ha elaborato una strategia per il Gruppo Permare che detta i capisaldi di un’industria nautica rivolta dritta al futuro. Un successo premiato con la vincita del premio “Le fonti Awards” come CEO dell’anno e una strategia i cui pezzi sullo scacchiere vedono avanzare l’impegno concreto del Gruppo Permare nella sostenibilità ambientale e più attenzione ai diritti per i lavoratori, «parità di trattamento» e «parità di genere». Undici le domande che abbiamo rivolto a Barbara Amerio, presidente di Confindustria Imperia fino al 2023.
Quanta soddisfazione le ha regalato la vincita del premio “Le Fonti Awards” come CEO dell’anno?
Un tuffo al cuore pensando ai momenti duri che abbiamo dovuto affrontare durante la pandemia, le decisioni sbagliate nei momenti difficili si ripercuotono sulle aziende e sui dipendenti. Era in calendario nel 2020 ma è stato possibile riceverlo solo nel 2021. L’evento era
Quali sono gli ingredienti che ha usato per diventare CEO dell’anno pur provenendo da un comparto, spesso sottovalutato, come quello della nautica?
Come durante la crisi del 2008 è stata vincente la scelta di puntare su nuovi modelli e differenziare la ricerca e sviluppo. Abbiamo sfruttato anche il periodo pandemico per ritornare a studiare ed acquisire maggiori competenze di team.
Sperimentare nella nautica, ma come?
Saremo obbligati a sperimentare per cercare alternative ai materiali e alle propulsioni. Lavoreremo sull’alleggerire gli scafi pur mantenendo robustezza e forse ci rassegneremo ad andare a velocità meno sostenute finché dipenderemo dai combustibili per inquinare meno soprattutto sotto costa. La sperimentazione è forte quando tocca tutta la filiera di produzione e coinvolge sia gli shareholder che gli stakeholder.
Il premio è un riconoscimento prestigioso che in senso complessivo loda i risultati del Gruppo Permare. Fra le motivazioni della giuria c’è poi una affermazione importante: «Per la concretezza dell’artigianato tradizionale del prodotto». E qui “artigianato” si traduce bene con Made in Italy. Come è riuscita a conciliare questa tradizione italiana con l’innovazione di cui ha dato grande prova e le esigenze internazionali?
Le barche Amer sono lo specchio della bravura dei nostri artigiani e carpentieri, il loro saper fare è un tesoro da conservare. Se si adattano ad ogni esigenza e realizzano manualmente
Il Gruppo Permare si distingue per una forte sensibilità sui temi ambientali, può darci un esempio di una strategia applicata in tema di ecosostenibilità all’interno del Gruppo?
Partendo dalla riduzione dei consumi ed emissioni siamo arrivati a lavorare su nuovi materiali, processi di costruzione e rilievo ed analisi di dati per migliorare il prodotto ed i processi costruttivi addirittura incaricandoci di certificare i materiali per usi strutturali in campo
Come sta andando il dipartimento che cura le negoziazioni delle barche, non usate, chiamiamole “rigenerate”?
Vedremo aumentare delle trasformazioni con richieste di maggior autonomia elettrica per uscire fuori dai porti senza emissioni, il fascino dei vecchi scafi rigenerati è molto costoso e dedicato a pochi armatori ma tornerà di tendenza come alternativa al nuovo proprio per recuperare e far tornare a nuova vita dei pezzi di storia nautica in chiave moderna e con maggior sicurezza.
Competenze e formazione sono due basi davvero utili per l’operatività di team professionali come quelli del Gruppo che dirige. Quanta attenzione dedica alle risorse umane in questo senso?
Permare ha da sempre un volto femminile, lotta per la parità di genere e pari trattamento, e offre allo staff possibilità di accrescere le competenze scegliendo le tematiche più affini.
L’estetica delle forme, in più, potremmo dire che è fondamentale nelle imbarcazioni di livello. Come si fa a garantire risultati così positivi, chi pensa alla ricerca e dove si formano i vostri designer?
Abbiamo formato una squadra flessibile di ottimi collaboratori che producono sotto marchio Amer carene, linee esterne ed interior design, a loro a volte si affiancano altri designer o architetti graditi dai clienti che lavorano in sintonia per ottimizzare le scelte armatore.
Il Gruppo Permare esporta negli States, Paesi arabi e Far East. Quali sono i mercati a cui guardate con più interesse e ci sono paesi oggetto di sanzioni che però attrarrebbero fortemente la vostra attività?
Pur avendo una produzione ridotta abbiamo barche in tutto il mondo. Non abbiamo una rete vendita perché la produzione è limitata ma abbiamo dei rapporti speciali spesso sfociati in amicizia con broker italiani ed internazionali con cui collaboriamo sovente anche sugli usati che tengono molto bene i prezzi. Cerchiamo di essere attrattivi con la formula dei servizi per averne il maggior numero possibile nel Mediterraneo che non si finisce mai di scoprire navigando. Non abbiamo preclusioni di paesi anche se l’embargo alla Russia ha bloccato un mercato di riferimento e la situazione di Brexit ha creato un’area di incertezza per le regolamentazioni di una bandiera tra le più snelle d’Europa, speriamo che l’Italia sfrutti questo momento per imporsi come bandiera e come sistema leasing che è validamente attivo.
Quanto conta il confederarsi fra gli industriali della nautica e quali sono le sinergie più utili che ha saputo cogliere da quando presiede l’Assemblea Settore Navi in Confindustria?
Sarà sempre più utile nel futuro perché ci aspettano nuove sfide da combattere come comparto
Qual è l’insegnamento più importante che custodisce a cuore in questa storia familiare del Gruppo Permare che si tramanda da tre generazioni ?
Siamo cresciuti nell’insegnamento di avere profondo rispetto per le maestranze, nel mantenere la parola data e lavorare sulla capacità di adattarsi e mettersi in discussione. Dopo quasi 50 anni siamo arrivati ad essere considerati innovatori e primeggiamo sull’attenzione ai temi della sostenibilità, non ci stupisce perché è un cammino iniziato controcorrente, che ora è diventata una corsa a senso unico e determinerà i successi futuri.
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