Ecco qualcosa di veramente nuovo… l’hanno pensata insieme le tedesche Hanse e Torqeedo e la danese Jefa. La prima applicazione è stata realizzata sull’Hanse 315, scafo a vela di poco meno di dieci metri di lunghezza.
Si ratta di un innovativo sistema di trasmissione e propulsione: un piccolo motorino elettrico con elica a pale abbattibili viene installato direttamente sulla pala del timone. In questo modo si eliminano sia il motore diesel che il tradizionale saildrive.
Sulle specifiche tecniche di quest’invenzione denominata E-Motion Rudder Drive si sa ancora poco (probabilmente durante il METS di Amsterdam a metà novembre scopriremo molto di più), di certo i primi evidenti vantaggi sono in termini di costi e ingombri, ma anche di manovrabilità. Avere il propulsore direttamente sulla pala del timone regala sicuramente una grande agilità. Sarà ovviamente garantita una grande silenziosità, senza contare l’impatto ambientale azzerato.
La potenza è di 4 kW, la velocità massima della barca arriva a 6,1 nodi (pesa 4,7 tonnellate a vuoto) e l’autonomia è di circa trenta miglia viaggiando ad una media di 4,5 nodi. La ricarica completa, alla normale presa elettrica in banchina, richiede circa tre ore. Al fianco delle ruote viene installata un tradizionale leva per la regolazione della potenza (nella foto) con il relativo pannello di controllo.
Viste le prestazioni dichiarate l’uso ideale è evidentemente quello in acque interne, e nell’insieme l’idea sembra essere interessante. Da provare: quale sarà la sensazione al timone avendo il motorino applicato sul bordo d’uscita della pala? Quale sarà il trascinamento complessivo? Più o meno di un tradizionale sail drive?
Funzionerà? Di certo per progettare il sistema si sono uniti tre nomi importanti: oltre ad Hanse (del cui gruppo fanno parte anche Sealine, Dehler, Moody, Varianta e Fjord) ci sono anche, per quanto riguarda la spinta elettrica, Torqeedo, da sempre all’avanguardia in questo settore e di cui vi abbiamo parlato più volte; e infine, Jefa, che con l’innovazione ha un conto sempre aperto, tanto che l’anno scorso – proprio al METS di Amsterdam – si è meritato due anni fa il prestigioso DAME Award per il suo sistema di demoltiplica per doppie timonerie.
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la mia perplessità sta nel fatto che si và a caricare sul timone una forza per la quale il timone non e stato progettato, in effetti dovra reggere la propulsione prodotta dal motore