Quando le vele si regolano da sole. Ecco AST si Harken. E’ solo un gadget, o rappresenta il futuro?

Durante l’annuale Press Meeting di Jeanneau c’era molta curiosità per il lancio dei nuovi modelli, prima di tutto a motore, i più numerosi. Ma, a dire il vero, gran parte dell’attenzione dei media era rivolto verso qualcosa di ben più piccolo e, forse, realmente innovativo.sss
Si chiama Sail Assited Trim, ed è stato ideato da Harken, e sviluppato in collaborazione con Jeanneau. E’ un sistema di ausilio alla navigazione a vela che regola automaticamente le vele a seconda del variare della direzione della barca o del vento, oppure in relazione allo sbandamento dell’imbarcazione. Insomma, dopo il pilota, ecco anche il tailer automatico. Funziona?

Prima di dare la risposta, meglio spiegare bene su quali principi si basa. Ha richiesto due anni di preparazione e di test da parte di Harken su una sua barca di 12 metri, e quella sul Sun Odyssey 519 che abbiamo testato è la prima applicazione di serie (Jeanneau è il primo partner di Harken). Va subito specificato che l’AST va sviluppato singolarmente su ogni singolo modello di imbarcazione (prima di tutto in base alle caratteristiche del piano velico, lunghezza delle scotte, raddrizzamento).

L’AST è stato creato da Harken in collaborazione con un’azienda italiana specializzata in automazione industriale e, fisicamente, è costituita da quello che assomiglia ad un plotter e che va posizionato sulla colonnina della timoneria. Lo schermo rappresenta lo stato del sistema e 2016-03-11-11-59-23-fbgrabdà le indicazione per i settaggi e le operazioni da fare, ma i pulsanti di controllo sono tradizionali, ai suoi due lati.

L’AST va utilizzato insieme ai winch Rewind di Harken, arrivati un paio di anni fa e con la caratteristica di assistere non solo quando si deve cazzare, ma anche al momento di lascare. Anche prima di innescare il sistema di regolazione automatica l’AST è utile perché dalla sua pulsantiera si possono controllare tre winch e quindi tutte le scotte: una “centralina operativa” da cui il timoniere può lascare e cazzare randa e genoa con estrema facilità, e senza mai lasciare la sua postazione.
AST deve lavorare in collaborazione con la strumentazione di bordo, nel nostro caso Raymarine, ma è assolutamente “multimarca“: avendo una connessione NMEA 2000 parla la lingua di tutti i produttori. Quella sopra è la schermata base con cui si ha a che fare.

Una volta attivata la funzione di regolazione automatica la configurazione base prevede che quando si è stabilita un rotta, e sono state regolate le vele correttamente, i winch si impossessano delle nostre scotte e si sentono i motori elettrici muoversi in autonomia o al variare delle rotta o del vento. Ovviamente il sistema non è in grado di indicare qual è la giusta regolazione iniziale, a questo deve pensarci il comandante. Ogni nuova regolazione “manuale”, utilizzando i pulsanti, rappresenta un nuovo “zero” a cui il sistema reagisce.

Il secondo sistema di regolazione automatica agisce in relazione allo sbandamento: regolato un angolo desiderato in maniera molto semplice (si preme un pulsante e l’inclinazione di quel moneto sarà il rifermento) le vele verranno lascate e ricazzate in per mantenerlo il più stabile possibile. Un inclinometro posizionato sottocoperta, vicino agli stacca batterie, legge lo sbandamento.

Esiste anche la funzione per la virata automatica, in due modalità: premendo un solo pulsante per una volta quando si inizia a virare (i winch faranno tutto da soli, e si possono tenere le mani sulla ruota), questo perché, molto semplicemente, AST sa esattamente quanti metri di scotta deve rilasciare o recuperare; oppure tenendo i pulsanti che comandano il rilascio e il recupero per tutta la durata della virata, sistema che fa levare le mani dal “volante”, ma che consente di tenere meglio sotto controllo, il carico sulle scotte.

2016-03-11-11-58-50-fbgrab

2016-03-11-11-59-04-fbgrabIn termini di sicurezza va detto prima di tutto che il sistema può essere disattivato al volo grazie ad un grande e vistoso pulsantone rosso d’emergenza a lato della scatola che contiene l’AST; si può molto più semplicemente disattivarlo utilizzando uno qualsiasi dei pulsanti sulla consolle, e inoltre si può anche intervenire direttamente sui singoli winch (coi loro attuatori, o manualmente).

In termini di assorbimenti abbiamo potuto constatare che dopo circa 5 ore di navigazione l’indicatore dava ancora il 95% di carica e molto varia ovviamente dalle condizioni di mare e vento che si incontrano. “Tutti ci chiedono se prevediamo batterie supplementari – ci spiega Pietro Binda di Harken – ma in realtà non ce n’è bisogno. I consumi elettrici sono gli stessi che si avrettttbbero se i winch fossero in mano ad un velista“.

In pratica

L’utilizzo dell’AST è abbastanza semplice, anche se il primo impatto con il monitor è un po’ spiazzante, per le molte informazioni che comunica. Come al solito bisogna avere la pazienza di capire come è stato organizzato” l’ambiente” in cui dobbiamo muoverci. Ma è questione di pochi minuti.

Abbiamo provato AST in condizioni estreme, mare agitato e circa 30/35 nodi di vento, ben più di quello che Harken considera il range di utilizzo, che va da 5 a 25 nodi di vento. Nonostante questo il sistema ha retto decisamente bene alla prova, e fa tutto quello che gli si chiede e ci aspetta da lui. In queste condizioni il limite è l’instabilità dell’assetto: raffiche continue, variazioni di sbandamento e di rotta. Altro probema sono le scotte bagnate, il “grip” sui winch è diverso da quello normle su cui sono settati i sensori.
Nel complesso comunque “il fantasma” che si impossessa della barca fa il suo dovere e lo “gneek” dei winch al lavoro accompagna il timoniere con precisione, il tailer virtuale fa il suo lavoro. In virata bisogna adeguarsi alla velocità di lascata e cazzata (è la stessa per i due winch) e bisogna quinidi virare con molta calma – non l’ideale nelle condizioni che abbiamo incontrato.
E’ importante sottolineare che – come ricorda Harken  – AST non è una forma di guida autonoma, l’equipaggio deve essere presente e reagire, già semplicemente per la prima regolazione. Non gli si può lasciare la barca in mano.

Possiamo sbilanciarci col dire il sistema che AST ha lanciato ha un senso e un futuro. La sua declinazione ideale la trova lavorando insieme al pilota automatico, su barche medio grandi (e non a caso il prossimo Jeanneau sara il 64), magari con il jib autovirante, in caso di trasferimenti e lunghe navigazioni.

Il prezzo? 15.0000 , non esagerato tenuto conto che comprende anche i tre winch elettrici da circa 3.000 euro ciascuno, quindi poco meno di 3.000 euro e che va ad inserirsi su un prezzo complessivo della barca di 257.000 Euro, Iva esclusa.

 

_DSC8951

 

Facebook
Twitter
X
Pinterest
LinkedIn
WhatsApp
Email

Lascia un commento

Devi essere loggato per inserire un commento.

Categorie

REGISTRATI

[forminator_form id="7943"]

Hai bisogno di vendere la tua barca? Sei nel posto giusto! yachtdigest.com è infatti il più grande portale online sulla nautica da diporto e in questa sezione ti sarà possibile scrivere gratuitamente il tuo annuncio se vuoi vendere la tua imbarcazione. Aggiungere un nuovo messaggio di vendita è molto semplice e intuitivo così come trovare una barca che interessa acquistare, ma per rendere ancora più appetibile il tuo annuncio, vogliamo darti alcune indicazioni generiche ma importanti che se vorrai potrai seguire.

Prima di tutto cerca di personalizzare il tuo annuncio, descrivendo la storia della barca e magari la motivazione per cui la vendi, in questo modo otterrai più fiducia da parte del lettore.

Puoi definirla “seminuova” se è quasi nuova, oppure “usata” specificando se essa si trova o meno in buone condizioni. Indica lo stato dei motori, l’anno di immatricolazione, quanti proprietari ha avuto – soprattutto indica se la barca è stata di un unico proprietario: aumenta l’interesse verso chi legge l’annuncio.

Nel tuo messaggio deve trasparire la bontà della tua imbarcazione, perché prima di convincere qualcuno devi essere tu stesso convinto che il prodotto sia valido.

È importante che nell’inserzione non si commettano errori di ortografia, quindi rileggete bene il messaggio prima di metterlo online. Il linguaggio poi deve essere chiaro e semplice, comprensibile a tutti.

Serve ad attirare l’interesse e indurre il lettore a proseguire la lettura, è la parte più importante e deve riassumere in una riga lintero messaggio che vogliamo dare. Purtroppo non si hanno grandi possibilità di distinguersi molto se non con qualcosa di veramente originale per attirare l’attenzione. Quindi concentratevi su dettagli della barca veramente originali, sulle sue qualità reali: nel portale yachtdigest.com apparirà questo breve riassunto passando sulla foto dell’imbarcazione con il mouse.

È importante inserire in modo chiaro la scheda generale dell’imbarcazione. Da inserire sempre: cantiere, modello, lunghezza, larghezza, pescaggio, motori, numero cabine, anno di costruzione, prezzo.

Nella scheda dell’imbarcazione inserisci accuratamente tutti i dettagli dell’imbarcazione, le dotazioni standard ed extra. È utile comunicare molti particolari e dettagli per coloro che sono veramente interessati e continueranno a leggere oltre le prime righe.

Suggerisci al lettore che vuole comprare le caratteristiche migliori della tua imbarcazione e non indicare – a meno che non sia necessario informare preventivamente l’acquirente – informazioni che possano influenzare negativamente il lettore.

Indicate sempre il prezzo. A meno che non vogliate assolutamente trattare, consigliamo di aggiungere la dicitura “prezzo trattabile” che dà uno stimolo all’acquirente a contattarvi.

Norme Redazionali

VUOI DISCONNETTERTI DAL TUO ACCOUNT?