Siamo tornati nei cantieri di Ice Yachts: ad attenderci Marco Malgara, per raccontarci di questo 2023 da incorniciare
8 barche in produzione, naturalmente già tutte vendute, ed un anno il 2023, che per Ice Yachts, cantiere tutto italiano con sede operativa a Salvirola (CR), si sta dimostrando ricco di soddisfazioni.
Con ordini che arrivano da ogni parte del mondo, da armatori di altissimo livello che la scelgono come loro casa produttrice, in cantiere c’è davvero di tutto:
- ICE 52 #17 versione rs
- ICE 54 #18
- ICE 52 #19
- ICE 53 ST (primo modello in assoluto. Rispetto agli altri ICE 52 ha un piede in più e la barca sarà più leggera di 2 tonnellate)
- ICE 70 #5
- ICE 66, primo modello in assoluto
- ICE targa (due modelli in produzione, i numeri #6 e #7)
Eccoli, tutti insieme, divisi tra il cantiere di Salvirola dove siamo oggi, e quello di Cremona, e come due anni fa ad accogliergli con il suo entusiasmo contagioso c’è Marco Malgara, fondatore e amministratore di questo cantiere tutto italiano.
‘Il 2023 si sta rivelando un grande anno per Ice Yachts, stiamo lavorando molto bene – ci accoglie così Marco Malgara, soddisfatto della crescita che l ha visti protagonisti – Stiamo portando a compimento dei nuovi progetti, ovvero il nuovo Ice 53 ST che sarà pronto a metà settembre, e il nuovo Ice 66. Queste sono le due headlights di quest’anno.
In contemporanea, Ice70 ha avuto un grandissimo successo, abbiamo in costruzione la Ice70 numero 5 e stiamo per iniziare la numero 6, e se pensiamo che è stato presentato per la prima volta due anni fa a Cannes, possiamo andarne fieri: le sue prestazioni sono eccezionali, è leggera, veloce, pensata nei minimi particolari.
C’è anche un Ice 54, che è una versione modificata del 53 e che per i primi di ottobre dovrebbe essere in consegna.
Abbiamo consegnato alla fine di gennaio la nostra prima barca in Giappone, il primo Ice 66; abbiamo consegnato anche la barca numero 19 della Ice 52 RS, una serie molto fortunata questa che ci rende molto felici. Anche un Ice Targa è pronto, e un altro lo stiamo iniziando in questi giorni.
Tutto questo nei nostri due siti produttivi, a Salvirola e a Cremona: a Cremona ci occupiamo del composito, qui a Salvirola di finitura e allestimento. Ci stiamo anche muovendo in altre direzioni, più marinare diciamo, ma su questo non posso ancora anticipare nulla.
Insomma, siamo a pieno regime: le nostre 8 meraviglie per riprendere un vostro articolo del 2021’.
Cambiano le richieste, è cambiato il modo di approcciarsi dei clienti, sono cambiati i tempi di attesa. In qualche modo il mondo si è ristretto, tutto è a portata di mano e farsi conoscere è diventato molto più semplice: ma la qualità del Made in Italy ha senza dubbio ancora tutto il suo fascino e fa la differenza.
‘Abbiamo avuto richieste dai paesi più svariati. Dal Brasile, tanto per cominciare, e da cui è partita un passaparola fino al Messico e abbiamo avuto già altri tre ordini. Poi abbiamo appunto il Giappone di cui abbiamo parlato prima e dove andrà l’Ice66. Abbiamo anche il mercato tedesco che ci sta premiando molto a livello di barche grandi, di 70/80 piedi, ma nel comparto delle barche sportive, da competizione.
Abbiamo diverse richieste anche dall’Italia, sia di barche piccole che grandi: stiamo studiando un’importante 80 piedi con lo studio Felci, super innovativo, non da regata, ma da grandi navigazioni oceaniche. Abbiamo anche una richiesta particolare da Cayman Island, un Ice 52 Full optional per un armatore/costruttore locale.
Tutte persone che vengono a trovarci personalmente dall’altro lato del mondo, per sedersi al tavolo con noi, per parlare di ogni aspetto della loro prossima imbarcazione e personalizzarla affinché soddisfi a pieno la loro esigenza. Anche questo aspetto di cura del cliente per noi è fondamentale: nel momento in cui un cliente si affida a noi, spendendo tra l’altro importanti cifre, reputiamo sia doveroso averne massima cura e metterci al suo servizio per realizzarne in pieno le aspettative’.
Un cantiere come quello di Ice Yachts non è semplice da raccontare senza che possiate respirare l’odore della vernice, senza guardare negli occhi tutti gli operai specializzati che si aggirano tra gli scafi, immensi sopra di noi, e che lavorano, nonostante il caldo incalzante di una giornata torrida di giugno.
Senza percepire la passione che c’è dietro ad ogni colpo di martello, ad ogni levigata o ad ogni calata di una coperta: in questa macchina fatta di duro lavoro, tutto si incastra alla perfezione, come gli scafi intorno a me.
Mi capita spesso di chiedermi cosa c’è dietro quelle storie, e Marco è molto bravo a descrivermelo.
‘I nostri lavoratori – sorride Marco Malgara, Amministratore di Ice Yachts – Siamo circa 60 e tutti sono fieri di lavorare qui. Io ho rilevato il cantiere 11 anni fa e tutti i lavoratori che ho rilevato da allora sono ancora presenti. E questo credo che abbia un significato.
Da un punto di vista tecnico noi siamo bravissimi nel composito. Usiamo principalmente il carbonio, facciamo qualcosa come dodici infusioni alla settimana in questo cantiere, ma siamo attrezzati anche per la resina epossidica e vinilestere, che utilizziamo per alcuni stampi.
E poi naturalmente l’aspetto della cura del cliente. Noi ascoltiamo le loro esigenze, i loro desideri, senza però dimenticare il nostro DNA. Abbiamo precisi range di mercato dove ci inseriamo e puntiamo ad una media di 6/7 barche l’anno che, al momento, va benissimo, anche perché dietro ad ognuna di esse c’è una cura maniacale.
Nel frattempo, abbiamo aggiunto altre persone e strementi che ci hanno permesso di raggiungere un livello veramente importante, e di occuparci internamente degli impianti. Le uniche cose che non facciamo internamente sono gli impianti elettrici, perché c’è molta elettronica ormai. Su altri aspetti tipo l’idraulica ci affidiamo ai partner con cui collaboriamo. Per esempio, nell’Ice 70 e anche sul 60 abbiamo molta idraulica della quale si è occupata Felci Carboni, con i quali abbiamo una splendida collaborazione e a noi va benissimo così.
E poi siamo anche innovatori, cerchiamo sempre la soluzione migliore. Un esempio è una gruetta per sollevare il tender dall’acqua, in carbonio, che pesa solamente 53 kg. Esiste una cosa simile in acciaio ma capite bene che facciamo l’impossibile per rendere le nostre barche veloci e performanti, ma se poi ci vado a mettere sopra 300 kg di gru, butto il mio lavoro al vento. Quindi anche nelle ‘piccole cose’ cerchiamo sempre di innovare.
Infine, ultimo punto di forza, è che noi siamo persone con la passione per il mare, sappiamo andare per mare e quindi sappiamo consigliare al meglio i nostri clienti. Questo vale per me, per mio figlio Matteo che mi sta affiancando molto sull’aspetto della comunicazione, per mia moglie Ingrid e mia figlia Alice che fa spola da Londra per venire ad aiutarci. E naturalmente è qualcosa che abbiamo trasmesso anche a tutti i dipendenti del nostro gruppo’.
Ormai è chiaro nella testa di tutti, Ice Yachts non è una meteora e questo 2023 ne è l’ennesima prova. Nonostante sia un cantiere relativamente giovane è qui per restare. Quella marcia in più si percepisce nell’atmosfera che si respira, da come le dita volano veloci sulle tastiere dei dipendenti, da come la nuova generazione cresce e dal quel sorriso di Marco pieno di entusiasmo che dice praticamente tutto.