Un cantiere come quello di Ice Yachts non è semplice da raccontare senza che possiate respirare l’odore della vernice, senza guardare negli occhi tutti gli operai specializzati che si aggirano tra gli scafi, immensi sopra di noi, e che lavorano, nonostante il caldo incalzante di una giornata torrida di giugno.
Senza percepire la passione che c’è dietro ad ogni colpo di martello, ad ogni levigata o ad ogni calata di una coperta: in questa macchina fatta di duro lavoro, tutto si incastra alla perfezione, come gli scafi intorno a me.
Mi capita spesso di chiedermi cosa c’è dietro quelle storie, e Marco è molto bravo a descrivermelo.
‘I nostri lavoratori – sorride Marco Malgara, Amministratore di Ice Yachts – Siamo circa 60 e tutti sono fieri di lavorare qui. Io ho rilevato il cantiere 11 anni fa e tutti i lavoratori che ho rilevato da allora sono ancora presenti. E questo credo che abbia un significato.
Da un punto di vista tecnico noi siamo bravissimi nel composito. Usiamo principalmente il carbonio, facciamo qualcosa come dodici infusioni alla settimana in questo cantiere, ma siamo attrezzati anche per la resina epossidica e vinilestere, che utilizziamo per alcuni stampi.
E poi naturalmente l’aspetto della cura del cliente. Noi ascoltiamo le loro esigenze, i loro desideri, senza però dimenticare il nostro DNA. Abbiamo precisi range di mercato dove ci inseriamo e puntiamo ad una media di 6/7 barche l’anno che, al momento, va benissimo, anche perché dietro ad ognuna di esse c’è una cura maniacale.
Nel frattempo, abbiamo aggiunto altre persone e strementi che ci hanno permesso di raggiungere un livello veramente importante, e di occuparci internamente degli impianti. Le uniche cose che non facciamo internamente sono gli impianti elettrici, perché c’è molta elettronica ormai. Su altri aspetti tipo l’idraulica ci affidiamo ai partner con cui collaboriamo. Per esempio, nell’Ice 70 e anche sul 60 abbiamo molta idraulica della quale si è occupata Felci Carboni, con i quali abbiamo una splendida collaborazione e a noi va benissimo così.
E poi siamo anche innovatori, cerchiamo sempre la soluzione migliore. Un esempio è una gruetta per sollevare il tender dall’acqua, in carbonio, che pesa solamente 53 kg. Esiste una cosa simile in acciaio ma capite bene che facciamo l’impossibile per rendere le nostre barche veloci e performanti, ma se poi ci vado a mettere sopra 300 kg di gru, butto il mio lavoro al vento. Quindi anche nelle ‘piccole cose’ cerchiamo sempre di innovare.
Infine, ultimo punto di forza, è che noi siamo persone con la passione per il mare, sappiamo andare per mare e quindi sappiamo consigliare al meglio i nostri clienti. Questo vale per me, per mio figlio Matteo che mi sta affiancando molto sull’aspetto della comunicazione, per mia moglie Ingrid e mia figlia Alice che fa spola da Londra per venire ad aiutarci. E naturalmente è qualcosa che abbiamo trasmesso anche a tutti i dipendenti del nostro gruppo’.
Ormai è chiaro nella testa di tutti, Ice Yachts non è una meteora e questo 2023 ne è l’ennesima prova. Nonostante sia un cantiere relativamente giovane è qui per restare. Quella marcia in più si percepisce nell’atmosfera che si respira, da come le dita volano veloci sulle tastiere dei dipendenti, da come la nuova generazione cresce e dal quel sorriso di Marco pieno di entusiasmo che dice praticamente tutto.