Probabilmente il banco di prova più impegnativo, per un progettista di imbarcazioni a vela, è il disegno di un fast cruiser. Sembra un paradosso, ma poter puntare direttamente allo studio di un classe regata, o di un classe crociera, pone paletti talmente definiti da non porre dubbi, alla fine, sulla bontà o meno del risultato. Firmare invece un progetto capace di mettere d’accordo l’anima regatante, con quella crocieristica dello stesso armatore, è spesso una strada insidiosa, votata alla ricerca continua di un equilibrio tra dimensioni quasi mai in accordo tra loro.
Una strada che tuttavia si percorre con successo da tempo alla Felci Yacht Design, e che ha portato all’ideazione dell’ICE 60. Il cantiere che lo sta realizzando, Ice Yacht, è un’altra bella storia dell’imprenditoria italiana applicata al comparto nautico. Il cantiere lombardo ha saputo in pochi anni fondere le proprie idee innovative con tutta l’esperienza acquisita da CN yacht 2000, al quale è subentrato nel 2013, e arricchire la produzione di nuovi significati tecnologici.
Ogni singolo aspetto delle lavorazioni avviene nel raggio di poche centinaia di metri all’interno dei capannoni di Salvirola, con un processo produttivo che rimane, orgogliosamente, del tutto custom.
Queste le premesse per poter parlare di un’imbarcazione elegante (molto), e dalle linee essenziali, che nella pulizia del piano di coperta propone il suo primo “biglietto da visita”. Sull’ICE 60 la disposizione dei winch, la sensibilità voluta per il timone già in sede di progetto, le aree di manovra pressoché sgombre, lasciano intendere come questa sia una barca pensata con una forte propensione alle regate in equipaggio.
Tuttavia basta prestare attenzione all’area posteriore alla doppia timoneria, ci sono 2 x 3,4 metri quadri totalmente liberi prima dello specchio di poppa, per comprendere come siamo al cospetto di un’importante area relax, e di un possibile prendisole. La poppa apribile svela una spiaggetta utile all’ingresso in acqua degli ospiti, e al varo del tender. Questo avviene da un garage sufficientemente ampio da consentire lo stivaggio di un gommoncino, gonfio, di circa tre metri e trenta.
L’intero piano di calpestio, così come la parte superiore della tuga, è rivestito da doghe di teak di prima qualità, e per una maggior “pulizia” l’avvolgifiocco elettrico è incassato sotto il piano di coperta, e l’attacco delle sartie è disposto a murata. La delfiniera, in carbonio, si protrae per un altro metro e trenta a prua, e ospita nella parte inferiore l’ancora, che può essere cosi manovrata lontana dalla possibilità di rovinare lo scafo con urti involontari. Opportunamente controventata fornisce la base per il gennaker.
Ampie, e ben protette dai paramare, le due sedute in pozzetto, che possono fare da cornice ad un tavolo, amovibile e dalle generose dimensioni. La prua con la gradevole curvatura “a scimitarra”, e lo spigolo evolutivo, che dalla larga poppa si porta verso prua, addolcito da una percettibile smussatura dell’angolo, danno al colpo d’occhio esterno una piacevole sensazione di potenza, da autentico “racer”
La scelta del piano velico dell’ICE 60 riconduce a quella ricerca iniziale del giusto equilibrio tra prestazioni e semplicità di conduzione. La randa si sviluppa per 130 metri quadrati, con un fiocco da 90 metri quadri che non ha quasi sovrapposizione (108 %). L’albero, in carbonio, non prevede sartie volanti, e il gennaker ha una superficie di tutto rispetto: 330 metri quadri.
Alla potenza del piano velico si contrappongono la deriva in acciaio Weldox, e il siluro in piombo a controllo numerico, per una zavorra che supera le sei tonnellate. Se si considera il fatto che il dislocamento totale invece non supera le 18 tonnellate, si può immaginare quale sarà il livello di reattività dell’imbarcazione. La configurazione dell’ICE 60 attualmente in costruzione prevede un pescaggio di 2,85 metri, ma sarà possibile in futuro scegliere tra diverse possibilità, compresa la chiglia mobile.
Le tecniche costruttive, e il know how profuso dal cantiere, hanno già meritato da parte di yachtdigest.com un articolo a parte, e si attestano su livelli di assoluta qualità. Guscio e coperta sono laminati con fibre di vetro e carbonio, e resina epossidica, con lavorazione effettuata in tre step (infusione sulla pelle esterna, incollaggio sottovuoto dell’anima in PVC espanso, e infusione sulla pelle interna). Tutte le strutture di rinforzo in carbonio sono laminate direttamente in opera. Sono anch’esse in infusione e garantiscono una resistenza e una rigidità strutturale ai vertici delle possibilità.
Gli interni sono attualmente previsti in due versioni: a tre o a quattro cabine, tra le quali la prima sembra essere preferibile, per la generosità che restituisce in termini abitativi rispetto alle volumetrie, comunque importanti, della seconda. Realizzati dalle maestranze del cantiere direttamente all’interno dello scafo (una volta assemblata la coperta cioè), gli interni sono il frutto di un attento studio tra l’esasperata attenzione per le finiture e i dettagli estetici che il cantiere si impone, e il largo utilizzo di pannellature alleggerite in composito, necessarie a contenere il peso dell’imbarcazione.
La motorizzazione prevista in sede progettuale è di 150 cavalli, mentre i serbatoi strutturali disposti in sentina, garantiscono un apporto di 900 litri di acqua e 600 litri di carburante. Il varo del primo esemplare dell’ICE 60 è previsto per l’estate 2017.
Scheda tecnica
Lunghezza f.t. | 17,99 mt |
Larghezza | 5,20 mt |
Pescaggio | 2,85 mt |
Dislocamento | 17,900 kg |
Carburante | 650 lt |
Acqua | 1000 lt |
Motorizzazione | 150 hp |