Il rapporto annuale dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) definisce i mari europei inquinati e non in cattiva salute, ma soprattutto sfruttati oltre ogni loro sostenibilità. Il Mediterraneo, in particolare, possiede da solo il più importante patrimonio di biodiversità, ma le specie invasive e la pesca estrema stanno fortemente minacciando anche uno degli habitat naturali più belli come quello della Poseidonia. La sfida lanciata dall’Agenzia europea si svolge tutte sul piano dell’accessibilità e della disponibilità dei dati ambientali, attualmente sono insufficienti. Secondo i dati del rapporto queste estensioni di Poseidonia oceanica, il vero polmone verde del principale mare del vecchio continente, è sensibilmente in peggioramento considerando che forniscono circa il 4% del valore delle catture di differenti specie di pesci commerciali e il 6% del complessivo della pesca ricreativa. Dal punto di vista economico tutto questo equivale a circa 78 milioni per il primo e 112 milioni di euro l’anno per il secondo. Nel rapporto, inoltre, si riconosce il monito a rispettare i confini naturali dei mari europei per poter usufruire ancora dei benefici che ne ricaviamo. E’ evidente che ciò impatta sulle ambizioni politiche di una crescita economica con scelte che tendono ad assicurare la protezione e la conservazione di mari in salute, puliti e produttivi.
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