Il sacco del marinaio è un oggetto assolutamente utile a bordo
C’è sempre uno che traina tutti gli altri ed ecco allora che, alla fine della cena, dopo il caffè, esce fuori la grande proposta: perché non noleggiamo una barca?
Di solito c’è sempre una che dichiara: io neanche morta, ma viene facilmente neutralizzata ed emarginata dal primo nucleo di aspiranti navigatori che, brancolando ancora nel buio, s’interrogano a ruota libera su quando, dove, come, con chi. Difficilmente in quella prima occasione si concretizza un programma, ma a soli pochi giorni di distanza, quello stesso proponente si attacca al telefono per comporre il gruppo dei potenziali charteristi.
Un depliant, la pagina di una rivista e più facilmente le stampate di un sito web sono il documento da cui prenderà avvio la pianificazione di una vacanza in mare, con una barca noleggiata, per la prima volta e soltanto per una settimana.
Il promotore possiede la “patente”, lui solo si è dato da fare per trovare indirizzi e prezzi, sarà lo skipper cioè il leader naturale e si comporta da capo barca, per tutti è lui l’animatore del futuro equipaggio.
Prime constatazioni: sarebbe stato meglio andare in barca a giugno piuttosto che a luglio o in agosto: le tariffe sarebbero state meno elevate, le possibilità di scelta più ampie e inoltre le giornate più lunghe.
Incastrando ferie, permessi, suoceri, figli, cani e canarini alla fine si arriva a determinare quella sola settimana O.K. per tutti. Ritocca nuovamente a lui, ormai investito del ruolo di leader, di reperire la barca più adatta per salpare dal porto più comodo nel periodo stabilito.
Risparmiamoci il resoconto delle sue innumerevoli telefonate e delle mail scambiate e analizziamo le considerazioni che hanno guidato la sue scelte.
Comoda senz’altro sì, non deve però essere troppo grande per diverse ragioni. Innanzitutto, più sarà grande e più sarà cara. Se è troppo grande aumenterà anche il costo quando si decidesse di ormeggiare in un marina, oppure creerà maggiori problemi quando l’unanimità della ciurma accetterà di ancorarsi per la notte in una rada. Oggi è abbastanza diffuso che la dinette non sia più una cabina per la notte, ma il luogo di passaggio e di uso comune per tutto l’equipaggio.
Una barca inferiore ai 12 metri, dedicata al noleggio, disporrà solitamente di tre cabine doppie e probabilmente di due piccoli bagni o uno più ampio in cui la doccia ha un proprio box. Questa disposizione garantisce l’autonomia che tutti si augurano e quindi le rotte non si dovranno necessariamente concludere al calar del sole. Sarà sufficientemente equipaggiata perché si possa far da mangiare in mare, condurre la navigazione in buone condizioni e soprattutto poter veramente riposarsi: mentre due o tre persone possono dormire le altre staranno di guardia nel pozzetto.
Il sacco del marinaio deve contenere l’indispensabile
Aspettando di vedere la barca che lo skipper-promotore ha procurato, fingiamo di occuparci di noi e di due problemi cruciali prima di affrontare una crociera di questo tipo: che cosa ci porteremo appresso?
Il sacco del marinaio non dev’essere un baule e in mare non si possono sfoggiare tenute fantasiose portandosi dietro cose inutili, ingombranti e magari tralasciando altre essenziali. A bordo, anche in agosto, bisogna disporre di quanto serve a proteggersi dal freddo e dall’umidità.
La cosa più facile è prevedere due tenute complete: una decisamente contro il freddo con pantaloni, camicia spessa, maglione pesante, calze di lana e biancheria adeguata; l’altra più leggera con shorts, camicetta e maglioncino di cotone.
Potrà raramente accadere, solo in particolari circostanze, che dobbiate ricorrere alla somma dei due abbigliamenti per superare un groppo polare e allora scoprirete che le sovrapposizioni di golf e di calze aiutano a sopravvivere soprattutto se il tutto viene ulteriormente protetto da una cerata quanto mai utile a trattenere l’aria e l’acqua.
C’è un’ampia letteratura sulle scarpe in barca che vi risparmio, ma nello stesso tempo vi rammento che stare a piedi nudi in coperta è sempre sconsigliabile: le dita blu restano doloranti per una settimana e oltre.
Ci sono poi gli accessori che considero indispensabili per qualsiasi crociera. Un coltello, preferibilmente a serramanico; una torcia stagna con una scorta di pile nuove e una lampadina di riserva; una piccola farmacia personale per evitare di saccheggiare il pronto soccorso di bordo per qualche cerotto, dell’aspirina, del collirio, creme solari eccetera eccetera; il proprio necessarie da toilette; un sacco a pelo; uno o due costumi da bagno; un astuccio rigido per conservare gli occhiali, anche da sole; la carta d’identità o il passaporto; infine solo per lo skipper-capo-barca, una sveglia.
La prossima volta mi dedicherò ai viveri e alla cambusa, per ora consiglio, qualora sia accertata la capacità d’uso, di consentire l’imbarco di un unico ingombro: la chitarra. Strumento utile … di bordo.
Buon vento.