Il sacco del marinaio è un oggetto assolutamente utile a bordo
Di solito c’è sempre una che dichiara: io neanche morta, ma viene facilmente neutralizzata ed emarginata dal primo nucleo di aspiranti navigatori che, brancolando ancora nel buio, s’interrogano a ruota libera su quando, dove, come, con chi. Difficilmente in quella prima occasione si concretizza un programma, ma a soli pochi giorni di distanza, quello stesso proponente si attacca al telefono per comporre il gruppo dei potenziali charteristi.
Un depliant, la pagina di una rivista e più facilmente le stampate di un sito web sono il documento da cui prenderà avvio la pianificazione di una vacanza in mare, con una barca noleggiata, per la prima volta e soltanto per una settimana.
Prime constatazioni: sarebbe stato meglio andare in barca a giugno piuttosto che a luglio o in agosto: le tariffe sarebbero state meno elevate, le possibilità di scelta più ampie e inoltre le giornate più lunghe.
Incastrando ferie, permessi, suoceri, figli, cani e canarini alla fine si arriva a determinare quella sola settimana O.K. per tutti. Ritocca nuovamente a lui, ormai investito del ruolo di leader, di reperire la barca più adatta per salpare dal porto più comodo nel periodo stabilito.
Risparmiamoci il resoconto delle sue innumerevoli telefonate e delle mail scambiate e analizziamo le considerazioni che hanno guidato la sue scelte.
Una barca inferiore ai 12 metri, dedicata al noleggio, disporrà solitamente di tre cabine doppie e probabilmente di due piccoli bagni o uno più ampio in cui la doccia ha un proprio box. Questa disposizione garantisce l’autonomia che tutti si augurano e quindi le rotte non si dovranno necessariamente concludere al calar del sole. Sarà sufficientemente equipaggiata perché si possa far da mangiare in mare, condurre la navigazione in buone condizioni e soprattutto poter veramente riposarsi: mentre due o tre persone possono dormire le altre staranno di guardia nel pozzetto.
Aspettando di vedere la barca che lo skipper-promotore ha procurato, fingiamo di occuparci di noi e di due problemi cruciali prima di affrontare una crociera di questo tipo: che cosa ci porteremo appresso?
La cosa più facile è prevedere due tenute complete: una decisamente contro il freddo con pantaloni, camicia spessa, maglione pesante, calze di lana e biancheria adeguata; l’altra più leggera con shorts, camicetta e maglioncino di cotone.
Potrà raramente accadere, solo in particolari circostanze, che dobbiate ricorrere alla somma dei due abbigliamenti per superare un groppo polare e allora scoprirete che le sovrapposizioni di golf e di calze aiutano a sopravvivere soprattutto se il tutto viene ulteriormente protetto da una cerata quanto mai utile a trattenere l’aria e l’acqua.
Ci sono poi gli accessori che considero indispensabili per qualsiasi crociera. Un coltello, preferibilmente a serramanico; una torcia stagna con una scorta di pile nuove e una lampadina di riserva; una piccola farmacia personale per evitare di saccheggiare il pronto soccorso di bordo per qualche cerotto, dell’aspirina, del collirio, creme solari eccetera eccetera; il proprio necessarie da toilette; un sacco a pelo; uno o due costumi da bagno; un astuccio rigido per conservare gli occhiali, anche da sole; la carta d’identità o il passaporto; infine solo per lo skipper-capo-barca, una sveglia.
La prossima volta mi dedicherò ai viveri e alla cambusa, per ora consiglio, qualora sia accertata la capacità d’uso, di consentire l’imbarco di un unico ingombro: la chitarra. Strumento utile … di bordo.
Buon vento.
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