Di solito c’è qualche tono di voce più elevato, soprattutto di lui che, anche senza precise necessità, fa così valere il suo ruolo di comandante. In realtà ho assistito a manovre d’ormeggio in cui non si sentiva altro che il brontolio del motore e ciascuno svolgeva il proprio compito senza dover suggerire all’altro o all’altra che cosa dovesse fare. C’è una sola eccezione quando si deve approntare un ormeggio con la poppa sulla banchina e non c’è la tirella, per cui bisogna che il timoniere dia l’ordine di “fila” a chi sta a prua per fare scendere l’ancora al momento giusto.
Ed è appunto in tale circostanza che lui, misurata una congrua distanza dal molo, aveva dato il fatidico comando “fila” a lei che stava a prua e lentamente aveva innescato la retro per avvicinarsi al molo attendendo il primo strattone della catena bloccata rigorosamente al segnale di almeno tre o quattro volte la profondità del porto. La fiducia nell’ancora, nella catena sciolta e nella prodiera dev’esser stata tanta se non ha fatto in tempo a evitare lo schianto della poppa sul molo.
Che cosa era successo? Il colmo della sfortuna!
E’ prassi che quando si trascina a poppa il tender, prima d’iniziare l’ormeggio di poppa, si trasferisca il gommoncino a prua per non intralciare la manovra. Disgrazia ha voluto che il piccolo tender si sia trovato esattamente sotto la perpendicolare dell’ancora mentre veniva calata e si sia trasformato così nel contenitore della stessa con qualche decina di metri di catena, e l’ancora non ha mai toccato l’acqua.
Chi me l’ha raccontata s’è fermato qui e non so che cosa sia successo dopo tra lui e lei.
Sempre protagonista lei, mi è capitato di sentire un racconto dall’artigiano che mi ha installato il prodigioso maceratore nei bagni. Il marchingegno che, premuto un bottone, compie tutto ciò che prima dovevi fare tu: pompare a mano, cambiare il flusso e pompare di nuovo.
L’episodio più eclatante, mi aveva confidato, gli aveva fatto perdere il cliente. Chiamato per questo ingrato compito aveva trovato avvolto all’ingranaggio un preservativo e di ciò, come per gli altri casi, aveva informato il committente della causa dei suoi guai. Durante tutta la telefonata l’armatore dell’imbarcazione con il gabinetto in avaria era rimasto zitto e aveva ascoltato la descrizione dell’intervento finché non era giunto a conoscenza della causa e allora, quasi schernendo l’artigiano, era sbottato: ma sono trent’anni che non faccio uso di tali aggeggi e poi a bordo della barca per tutta la settimana c’era solo mia moglie con i figli. Paolo, il mio artigiano narratore, dice che poi si era sentito un “click”, la telefonata si era interrotta, non gli è stata pagata la prestazione e ha perso per sempre quel cliente.
E’ vero quindi ciò che molte decine di anni fa mi hanno insegnato gli istruttori di vela e gli esperti marinai: che in barca può succedere veramente di tutto.
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