Abbiamo detto già come gli artificiali da inchiku siano micidiali per grossi predatori, ma se sono questi i nostri pesci target, va da sé che diventa d’obbligo customizzare le nostre esche con accessori del tutto più robusti, rischiando altrimenti di perdere un gran numero di pesci e di artificiali.
Si parla spesso di pesche in ultra light, e di massima sportività, ma non dimentichiamoci che lasciare in bocca un artificiale o un grosso amo ad un pesce, solo perché si aveva voglia di “giocare”, utilizzando lenze troppo leggere, a mio avviso di sportivo non ha un bel nulla.
Se vogliamo mirare a grandi prede con successo, le lenze da scegliere devono essere adeguate e lo stesso vale anche se si parla di inchiku.
Vincere una grande ricciola, un grosso corazziere che parte come un treno lungo il fondale, o contrastare un cernia bruna, magari di oltre 20 chili, che punta la sua tana come una furia, non è cosa facile, e nel customizzare i nostri inchiku e nello scegliere lenze e attrezzature dovremo tener presente che è a questi pesci che ambiamo e, una volta allamati, avremo vinto solo se il pesce arriva in barca!
La prima cosa da fare, quindi, dopo aver scelto le esche che più ci piacciono, è modificarle.
Toglieremo gli ametti nati per altre prede che al confronto con i grandi predatori che cerchiamo si aprirebbero alla prima fuga, e poi andremo allo stesso modo a sostituire i cordaggi decisamente troppo sottili che li legano.
Gli ami da impiegare saranno ami da vertical nati per grandi prede e combattimenti duri. Riproporre la montatura originaria dell’inchiku, a due ami, può essere vincente, ma useremo due ami molto forti tra il 2/0 e il 4/0. Chiaramente le misure degli ami, in base alla marca, non sono tutte uguali ed è difficile dare delle indicazioni standard. Usando dei piccoli ami robusti si cerca di avere un sistema di aggancio più leggero che allami la grande preda in profondità, cosa però non sempre facile.
Personalmente, dopo aver visto non so quanti ami aperti o spezzati, un po’ come avviene per il vertical jigging, anche per l’inchiku mirato a grandi prede, preferisco far ricadere la scelta dell’amo su “ganci” del tutto più grandi, dalla curva ampia e che spesso garantiscono un presa più salda, caratterizzati da una punta molto dura e penetrante.
Gli ami in questo caso da scegliere andranno da una misura del 4/0 al 9/0 (in base al modello) e, onde evitare di sbilanciare troppo il nuoto dell’esca, sarà spesso sufficiente applicarne uno solo e legato, come nel caso della montatura a due ami, su robusti cordini da assist hook tra le 120 e le 200 lb.
Non di rado, risulta vincente sostituire gli octupus originali con alcuni di misura più grande e magari con colorazioni che stanno rendendo di più in quel momento o in quella zona.
Una buona idea, da tenere sempre presente se si vuole aumentare le vibrazioni emesse in acqua dall’esca e se ne vuole aumentare il volume, è quello di aggiungere all’amo un vermetto siliconico caratterizzato da coda molto mobile e curva. Aumentare il volume dell’esca può essere vincente nel provocare grandi predatori in cerca di pasti corposi come, dal canto suo, aumentare le vibrazioni emesse dall’esca può essere sempre una buona scelta in caso di visibilità scarsa, magari pescando a grandi profondità o magari in giornate scure (si pensi alle cupe giornate invernali) o in ore crepuscolari.
Un discorso complesso è quello delle colorazioni dell’esca ma, comunque, ce ne sono alcune che un po’ in tutto il Mediterraneo vanno bene. Ogni pescatore ha le sue preferenze, dettate da esperienze personali, in ogni modo, colori sempre buoni sono quelli di inchiku (parlando in termini di parte metallica, come di octopus da combinarci) che vanno dall’argento al rosa, dall’arancione al giallo, dalle tinte glow fino ad uno dei colori migliori che io conosca: la tinta oro, magari abbinata ad arancione o rosa.