Ancora un incaglio a Fiumara Grande sulla foce del Tevere nei pressi di Fiumicino. Il porto turistico più grande del Tirreno e, forse, del Mediterraneo, continua ad avere la sua imboccatura naturale condizionala dalla barra di sabbia che si forma in condizioni meteo che generano onda dal mare.
Come testimoniano le immagini scattate da nostro amico e lettore, Maurizio Lamorgese, che questa mattinia si trovava in uscita dalla foce, la barca, un 54 piedi di un cantiere francese, si è insabbiata sul lato di dritta dell’imboccatura nel tentativo di prendere il largo. Si tratta dell’ennesimo incidente verificatosi sulla foce a causa della sua mancata manutenzione.
Come abbiamo riportato in una nostra inchiesta dello scorso anno, la foce del Tevere è una imboccatura naturale che non è mai stata riconosciuta come un porto canale.
Nella nostra inchiesta scrivevamo: “I fanali di ingresso sono stati installati da un consorzio di privati, benché autorizzati tecnicamente dall’Istituto Idrografico della Marina Militare, ma nessuno è tenuto a dragare la foce per rendere agibile l’imboccatura perchè si tratta di una foce naturale”.
A spiegarci nel dettaglio la situazione era stato il comandante della Capitaneria di Porto di Roma, il capitano di vascello Fabrizio Ratto Vaquer: “Fiumara Grande non è un porto canale –ci aveva detto – è semplicemente la foce di un fiume navigabile, in cui la navigazione è considerata marittima fino all’aeroporto dell’Urbe e la cui sicurezza della navigazione è disciplinata dalla Guardia Costiera di Roma. L’unico porto canale riconosciuto in questa area è quello di Fiumicino paese, rientrante nell’area di competenza dell’Autorità portuale”.
In conclusione, un porto fluviale con oltre 4 mila barche ormeggiate, è un porto fantasma, che non esiste.
L’incidente di questa mattina si è risolto con due ore di chiusura dell’imboccatura ad opera della Guardia Costiera e di un intervento di un rimorchiatore per liberare la barca. Ma le condizioni meteo non erano certo proibitive.
Un vento di scirocco sui 12 – 15 nodi e un onda di mare vivo di meno di un metro, sono stati sufficienti per creare condizioni pericolose per barche che pescano oltre i due metri. In condizioni più pesanti, i rischi per l’incolumità degli equipaggi si moltiplicano.
“Io stesso – ci ha raccontato Maurizio Lamorgese – venerdì scorso ho portato fuori un First 45 e ho toccato nonostante ci fosse alta marea. Oggi altre due barche, oltre a quella che si è insabbiata, hanno avuto difficoltà. Probabilmente l’equipaggio non conosceva la zona e si è avventurato nonostante la marea fosse calante”.
Una situazione, quella della foce del tevere a Fiumara Grande, che ha del paradossale. Gli operatori della zona, titolari di cantieri e di ormeggi, sono disponibili a farsi carico delle spese di dragaggio ma la Regione, fino ad oggi, non ha autorizzato, né messo in atto, una sistematica operazione di manutenzione dell’imboccatura. La domanda è sempre la stessa: cosa dobbiamo aspettare, e quale tipo di gravità dovrà avere il prossimo incidente prima che ci sia un intervento dettato dal semplice buon senso?