“Sono stato per un po’ apprendista in un cantiere a Porto Santo Stefano. Quando quell’esperienza si è chiusa, nel 1989 ho pensato di trasferirmi a Venezia dove la barca in legno ha ancora una sua centralità”. Sono queste le parole di Matteo Tamassia, quarantaquattrenne originario di Firenze ma trapiantato a Venezia per amore delle imbarcazioni in legno.
“Ho cominciato con Franco Crea, grande costruttore di gondole alla Giudecca, dove sono rimasto nove anni. L’esperienza con Crea è stata fondamentale, era una formazione continua e completa che permetteva di sperimentare e riflettere su quanto si stava facendo. A un certo punto mi si è aperta l’occasione di diventare maestro d’ascia e quindi ho sostenuto l’esame di teoria e pratica presso la Capitaneria di Porto”.
Un amore, quello per il legno, che parte da lontano e che ha radici profonde. Quando Matteo è arrivato a Venezia tutti i taxi erano in legno, perfetti e bellissimi nella loro classicità; ben presto però le cose hanno cominciato a cambiare. Anche le gondole, che un tempo erano interamente costruite in fasciame, si sono modificate: ormai è impossibile trovarne una che non abbia il fondo in compensato marino, e molte anche i fianchi.
“Nelle mie costruzioni, proprio per poter competere con il vetroresina io uso un compensato marino particolare, in cui la venatura del legno negli strati è predisposto longitudinalmente in modo che lo si possa piegare nel lavorarlo. Ho impiegato questo materiale per fondo e fianchi della mia battella, rovere e larice in coperta”.
La battella in questione è la Battella a Coda di Gambero commissionata dalla remiera Viva Voga Veneta, messa in acqua lo scorso venerdì 3 luglio.
“La barca veneziana è stata soggetta a evoluzioni. In realtà in passato i tipi di barche che si vedevano in laguna erano tanti, ciascuna per un particolare impiego. Di esemplari di battelle ne esistono ora solo due ma sono battelle buranelle, non a coda di gambero” spiega Matteo Tamassia.
“Al giorno d’oggi non si costruiscono più molte barche ma c’è molto lavoro di restauro e di manutenzione. E in più ho fiducia che certe barche veneziane saranno sempre costruite in legno.”